di Gianluca Rosetti
“Il vino è fatto per il popolo che lavora e che merita di berne” diceva Charles Baudelaire, e questo weekend abbiamo assistito alla trasposizione massima di questa bellissima frase.
L’occasione è storica, e più che mai questa volta il vino è protagonista della crescita e dell’aggregazione di un’intera comunità. La cornice è quella della val d’Orcia, terra magica che sembra disegnata da mani sacre, un territorio fatto di meraviglie paesaggistiche e di persone di cuore. C’è un imprenditore, Pasquale Forte, che come tanti si innamora anni fa di questa incredibile dimensione sovrannaturale e che decide di regalare e di riportare alla luce un importante pezzo di storia per la comunità di San Quirico d’Orcia e non solo: la cappella della Madonna di Vitaleta. Dopo il fulmineo innamoramento, Forte non solo stabilisce in queste terre la sua dimora, ma inizia a produrre vino, rispettando il terreno e rendendogli tutto ciò che ne prende. Nasce così Podere Forte, azienda biologica e biodinamica, azienda che rappresenta il territorio e che rispetta la natura. Una cantina vitivinicola ma non solo, perché uliveti e piccoli appezzamenti di terra, consentono alla famiglia Forte di produrre un fantastico olio e anche fantastici salumi.
“Ogni angolo della Terra ci è stato dato in prestito. Non basta restituirlo alle generazioni future intatto. Abbiamo la responsabilità di renderlo migliore: questa è la nostra idea di spiritualità”, dice. Tradizione ma anche innovazione, gli appezzamenti vengono destinati non solo alla produzione di uve Sangiovese, ma vengono impiantati anche uva Greco, Pinot Nero e Cabernet franc. Il sangiovese non viene utilizzato però solo per produrre meravigliosi vini rossi di cui dopo vi parleremo, ma anche elegantissimi metodo classico. E’ proprio con una bottiglia di Ada 2016 che veniamo accolti in queste terre senza spazio e tempo, uno spumante 100% Sangiovese che prende tutta la potenza dell’uva e che la esplode con una rara eleganza. Un vino importante, con una bolla fine e persistente. Grande bevibilità e piacevolezza, un vino che accoglie appunto, vivace ed energico, che subito convince tutti. Altra grande bottiglia che vogliamo segnalare è “Petrucci 2016” biologico e biodinamico – Sangiovese al 100% – nato nel 2001, è il “Grand Cru” simbolo di Podere Forte ed espressione massima della filosofia aziendale che mira, ad una produzione di altissima qualità, selezionando le migliori parcelle. L’eccellenza che tende all’Unicum raccontata dai nostri vigneti. Il nome Petrucci è un omaggio al nome dell’antico podere. Certificato Biodinamico “Demeter” dall’annata 2011. L’affinamento avviene in botti da 1.500 litri, tonneaux da 600 litri e barrique da 228 litri, di primo e secondo passaggio per 18 – 20 mesi. Fermentazione malolattica spontanea (affinamento in bottiglia, minimo 12 mesi).
Questa contaminazione rurale e questa atmosfera sacrale però non passano inosservate. Forte sente quasi il bisogno di restituire qualcosa di grande alla comunità, e con il passare del tempo, trova il modo per farlo e per sottoscrivere il suo amore per la terra della val D’Orcia; sente infatti subito qualcosa, quando vede per la prima volta l’incantevole luogo di Vitaleta. La cappella di Vitaleta appartiene al comune di San Quirico D’Orcia, grande orgoglio degli abitanti del paese ed è già comunque un’attrazione tra le più fotografate; non solo perché incorniciata da un meraviglioso paesaggio naturale, ma anche perché custodì fino alla fine del ‘800 la Madonna di Vitaleta, adesso conservata nella collegiata di San Quirico. La Cappella della Madonna di Vitaleta è un piccolo gioiello incastonato tra sei iconici cipressi, nelle vicinanze di San Quirico d’Orcia, località al centro della valle patrimonio culturale dell’Unesco. Una chiesa ricca di storia.
(La cappella di Vitaleta)
Il nuovo grande obbiettivo di Forte diventa subito quello di restituire questa importantissima opera alla comunità. Un gesto d’amore, di condivisione e di virtù che si concretizza qualche giorno fa con la riapertura della cappella al pubblico. Dopo aver rivalutato tutti i terreni circostanti, è arrivato il momento di ridare luce alla cappella. Viene riaperto il ristoro di Vitaleta e l’occasione raduna quasi tutti gli abitanti di San Quirico, oltre a tante altre persone cresciute o entrate in contatto con la millenaria storia di questo luogo. Alcune di esse non l’hanno mai vista nemmeno internamente, e vivono dei racconti dei propri cari. Un momento importante, che vede la partecipazione del sindaco del paese e anche del cardinale di Siena, per consacrare la storicità dell’avvenimento. La cappella emana un’aura forte, rende magico quel luogo mozzafiato e la cerimonia rende onore al meraviglioso lavoro del dottor Forte, che entra di diritto nella storia di questa terra che tanto ama e a cui cerca di dare ogni giorno sempre di più. A testimonianza del fatto che non si deve per forza nascere in un luogo per sentirlo proprio.