Una lettera per ribadire il loro “no” alla tipologia Asolo Prosecco Rosè Docg.
L’hanno inviata, tra gli altri, al ministro del Mipaaf Stefano Patuanelli, al Sottosegretario al Mipaaf GianMarco Centinaio, al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’Assessore all’Agricoltura delle Regione Veneto Federico Caner, un gruppo di produttori contrari a questa iniziativa. “Desideriamo ribadire la nostra netta contrarietà nei confronti di un’operazione che è stata votata in senso contrario dai 2/3 dei soci partecipanti all’assemblea scorsa – dice Franco Dalla Rosa, portavoce Aziende contrarie all’Asolo Prosecco Docg Rosé – Tale operazione infatti non predilige l’identità e la qualità delle vigne, né aggiunge valore a quella che è ormai diventata una delle principali denominazioni spumantistiche d’Italia, ma rischia piuttosto di tradursi in un’iniziativa meramente commerciale che appiattisce la Docg Asolo ai grandi numeri della Doc, ingenerando una notevole confusione anche e soprattutto nel consumatore, vanificando tutti gli sforzi profusi sino ad oggi per far comprendere la differenza tra Docg e Doc”. Si tratta per i produttori, di una “discutibile iniziativa”, che non tiene conto “della storicità della nostra denominazione, grazie alla quale ci è stata riconosciuta la menzione di Prosecco Docg Superiore e che davvero ci permette di esibire con orgoglio un valore che è il fiore all’occhiello delle nostre aziende e delle nostre vigne”.
Secondo i produttori, l’Asolo Prosecco Rosè Docg “non sarebbe neanche lontanamente rappresentativo del nostro territorio, considerata la scarsità di vigne di pinot nero”. Ma non solo: “In uno scenario di mercato che è sempre più consapevole e attento all’autenticità, questa nuova categoria mina la credibilità stessa di ciò che abbiamo faticosamente costruito e andrebbe a tradire in un certo qual modo il patto di fiducia che ci lega ai nostri consumatori, che da sempre accogliamo e accompagniamo per mano alla scoperta del nostro territorio, che è ricco e unico, con tutte le sue specificità che ne costituiscono un valore essenziale e inestimabile”. Nella scorsa assemblea, i produttori contestano che a prevalere sia stato il peso ponderale di votanti (per il quale si è tenuto conto del numero di bottiglie prodotte), a scapito della valutazione dell’effettiva rappresentatività numerica dei soci. “Anche in un’ottica di attenzione al mercato, la predilezione dei volumi e dei numeri a scapito della qualità e dell’eccellenza, possa rivelarsi una scelta scarsamente strategica, nel medio e nel lungo periodo – conclude la lettera – Contestiamo inoltre la modalità in cui è stato trattato questo importante argomento, senza una discussione preventiva e senza che siano state convocate delle riunioni tra le associazioni di categoria e produttori”.
C.d.G.