di Maria Giulia Franco
Simbolo della cucina siciliana bisogna sostenere il riconoscimento della “pasta alla Norma” come patrimonio culturale gastronomico dell’Unesco.
Lo chiede la Fipe Confcommercio. Un progetto che, in realtà, spiega l’associazione dei ristoratori, era “accarezzata da tempo, ma che adesso, più che mai, può contribuire al rilancio del settore nel post pandemia”. “Grazie all’interesse sempre più diffuso per la gastronomia siciliana da parte della clientela straniera – afferma il presidente regionale della ipe-Confcommercio Dario Pistorio – la pasta alla Norma’ è diventato il piatto più apprezzato del nostra terra e ha fatto sì che la Sicilia diventasse una delle mete più visitate nell’area del Mediterraneo, dove il legame fra cibo e luogo è forte, dove le tradizioni culturali e gastronomiche tramandate da generazioni sono rimaste legate al territorio in maniera indelebile. Per questo abbiamo il dovere di dare il giusto riconoscimento a ciò che di bello e di buono ci rappresenta”.
Tanti gli aneddoti tra storia e legenda che parlano di questo piatto: uno dei tanti racconta la nascita dovuta ad una esclamazione dell’attore e poeta Nino Martoglio; un altro l’addebita direttamente a Vincenzo Bellini che insieme ad un suo amico cuoco siciliano a Milano hanno dato vita a questo piatto di pasta, pomodoro, melanzane fritte e basilico, condito con generosa abbondante ricotta salata. “Il piatto – sottolinea Giovanni Trimboli, presidente dei ristoratori della Fipe di Catania – è così radicato nella cultura siciliana che da anni è stata istituita la Giornata nazionale della Pasta alla Norma che si festeggia il 23 settembre. Quest’anno, pandemia permettendo, insieme ai cuochi etnei della Federazione italiana cuochi stiamo programmando una giornata celebrativa itinerante nei ristoranti e per le vie di Catania e provincia”.
La pasta alla Norma (in dialetto siciliano a pasta cu sucu di mulinciani, pasta ca sassa e mulinciani o pasta câ Norma) è un piatto dai sapori tipicamente mediterranei a base di pasta, solitamente maccheroni, condita con pomodoro e con l’aggiunta successiva di melanzane fritte, ricotta salata e basilico. La ricetta è attribuita alla città di Catania, tant’è che è il piatto simbolo della cucina catanese, sebbene numerose varianti della pasta al sugo preparata con le melanzane erano certamente già diffuse in tutto il meridione prima della nascita ufficiale del piatto catanese. L’origine della dedica alla Norma, che sembra un esplicito riferimento all’omonima opera di Vincenzo Bellini più che a una generica “norma” nel senso di una preparazione fatta “a puntino”, non è certa. Sono almeno due le versioni della storia di questo piatto ritenute più plausibili, ma non esistono testimonianze dirette e univoche. Secondo alcuni a dare il nome alla ricetta sarebbe stato il commediografo siciliano Nino Martoglio che davanti ad un piatto di pasta così condito avrebbe esclamato “È una Norma!”, ad indicarne la suprema bontà e paragonandola alla celebre opera di Vincenzo Bellini nonostante fossero passati parecchi decenni dalla creazione della stessa. Secondo altri, a maggior giustificazione della dedica, la ricetta sarebbe stata perfezionata, reinterpretata e messa a punto sulla base della cucina tradizionale da uno chef siciliano proprio in occasione delle celebrazioni per la nuova opera lirica del grande compositore catanese, destinata a diventare in breve tempo una dei suoi maggiori successi nonostante una prima alla Scala di Milano travagliata e tutt’altro che incoraggiante; forse in uno dei tanti ricevimenti a cui fu presente lo stesso Bellini nella sua terra natia visto che è da sempre prassi abbastanza consolidata da parte di chef di grido e organizzatori di eventi omaggiare degli ospiti d’onore illustri con piatti creati ad hoc.