di Federico Latteri
Tenuta di Arceno si trova a San Gusmè, frazione di Castelnuovo Berardenga, comune situato all’estremità meridionale del Chianti Classico.
Vanta una storia antica legata a famiglie nobili come i Del Taja, proprietari dal 1504 di gran parte dei terreni e i Piccolomini che nell’Ottocento costruirono le ville ancora oggi esistenti. Nel 1994 viene acquistata da Jess Jackson, imprenditore californiano del vino e dalla moglie Barbara Banke che, insieme al vigneron Pierre Seillan, danno vita all’attuale azienda. Per la Jackson Family Wines, nome di importanza assoluta al livello mondiale nel settore vitivinicolo, si tratta di una delle prime acquisizioni al di fuori della California.
L’attuale proprietà si estende per 1.000 ettari, all’interno dei quali sono distribuiti 92 ettari di vigneti e 50 di uliveti. La superficie vitata è divisa in 63 piccole parcelle che offrono una notevole diversità in termini di altitudini (si va dai 300 ai 540 metri sul livello del mare), suoli (sabbia, galestro, calcare, argille) e situazioni microclimatiche. E’ stata tutta reimpiantata con varietà bordolesi per circa il 50 per cento e Sangiovese per l’altro 50 per cento.
Sin dall’inizio Pierre Seillan ha lavorato con il concetto del micro cru, studiando il territorio per capire quali erano le zone adatte a piantare determinati vitigni e analizzando le caratteristiche dei singoli vini provenienti da ogni piccola vigna. Questa è, da sempre, la filosofia che sta alla base della produzione vinicola di Tenuta di Arceno. I micro cru vengono vinificati separatamente e poi assemblati per ottenere i risultati desiderati. Oggi Pierre insieme all’enologo Lawrence Cronin e all’agronomo Michele Pezzicoli cotituisce un team di indiscusso livello che gestisce tutte le attività in vigna e in cantina. Fondamentale anche il contributo del direttore generale Sandra Gonzi, senese cresciuta nel Chianti Classico e di Pepe Schib, global brand ambassador di notevole esperienza e competenza.
La proprietà americana ha fornito spunti nuovi sul modo di interpretare il territorio, grandi risorse e un know-how all’avanguardia, mantenendo però l’artigianalità e l’originalità della produzione. Vengono fatte circa 350 mila bottiglie l’anno, equamente divise tra due tipologie di vini, i Chianti Classico e i Super Tuscan. I nostri assaggi hanno messo in evidenza una tecnica impeccabile, una qualità decisamente alta e uno stile che tende ad essere moderno, soprattutto per struttura e intensità, senza però staccarsi dalle caratteristiche del terroir che costituisce il fulcro della personalità di tutte le etichette. Ci hanno colpito molto la grande precisione nella definizione degli aromi e la tessitura particolarmente ordinata. Tutti i vini maturano in barrique di rovere prodotte con legno proveniente da boschi francesi di proprietà. Per i Super Tuscan vengono impiegate botti sia nuove che usate, mentre per il Sangiovese solo botti di secondo passagio.
Di seguito i vini da noi degustati con alcune note:
Chianti Classico Docg 2018
Da uve Sangiovese per l’85 per cento più un 15 per cento di Merlot. Già il colore, un bel rosso rubino con unghia porpora, ci fa capire il profilo giovane del vino. Il naso è intenso e pulito con piccoli frutti rossi, una nota floreale di viola e un tocco di petali di rosa. Il sorso è fresco, ben calibrato nella struttura, dotato di buona morbidezza e lungo. Si distende con regolarità, mostrando un sapore dominato dalla frutta. Fitti i tannini.
Chianti Classico Docg Riserva 2017
Da uve Sangiovese per il 90 per cento più un 10 per cento di Cabernet Sauvignon. Rosso rubino. All’esame olfattivo colpisce per la nitidezza e la definizione dei profumi. Frutti di bosco e sentori floreali sono arricchiti da spezie dolci. Mostra un carattere appena più maturo rispetto al Chianti Classico 2018. Al palato è pieno, variegato e preciso nel gusto, ben strutturato e molto lungo. Notevole la qualità dei tannini, abbastanza robusti e ben smussati.
Il Fauno di Arcanum 2017
Da Merlot per il 54 per cento, Cabernet Franc per il 32 per cento, Cabernet Sauvignon per il 12 per cento e Petit Verdot per il 2 per cento. Le uve provengono da una sottosezione prevalentemente argillosa, meno elevata e più calda che dà vini più ricchi. Rosso rubino carico tendente al porpora sull’unghia. Offre un naso generoso di piccoli frutti rossi e scuri, una nota di sottobosco, un tocco di noce moscata e vaniglia. E’ fresco, strutturato e dotato di tannini compatti e levigati, ma anche articolato, dinamico e persistente. Al palato mostra la dolcezza, la consistenza e la rotondità di un frutto ben delineato.
Valadorna 2015
Da uve Merlot per il 65 per cento più gli altri tre vitigni bordolesi. E’ frutto principalmente dei vigneti Valadorna e Capraia, situati nella parte più fresca della proprietà su suoli ricchi di sabbie marroni. Si presenta di colore rosso rubino carico. E’ fine, ampio e incisivo con profumi di amarena, lampone, mora, fragolina di bosco e spezie dolci tra le quali spicca la vaniglia. Il sorso è morbido, intenso, corposo e progredisce con notevole energia fino alla lunghissima chiusura. Ben integrata e di grande qualità la componente tannica. La completezza, l’equilibrio, la ricchezza di sfumature e le potenzialità evolutive ne fanno un vino importante da assaporare già ora, ma soprattutto da tenere in cantina e seguire nel tempo.
Arcanum 2016
Il top di gamma è un rosso a base di Cabernet Franc che è il risultato del blend dei migliori vini prodotti in azienda da questo vitigno. Rosso rubino molto carico con unghia porpora. E’ profondo e complesso all’olfatto con fini e nitidi sentori di piccoli frutti, un tocco di peperone verde, spezie dolci e una nota balsamica. Appare già chiaro dalla perfetta integrità e dalla gamma dei profumi che si tratta di un vino molto giovane. In bocca è fresco, pieno, strutturato, multidimensionale con un gusto intenso e stratificato, armonico e molto persistente. Ben presenti, fitti e vellutati i tannini. E’ un vino di notevole livello che si distingue per un’espressività tanto decisa quanto rifinita, ordinata e ricca di sfumature. Molto interessante il potenziale evolutivo che lo porterà sicuramente lontano negli anni.