di Roberto Chifari
Se c’è una cosa che il coronavirus ci ha insegnato è che non ci sono più certezze.
Il rischio concreto è che i sacrifici e gli investimenti di un’intera vita siano spazzati dalle decisioni politiche di questi mesi. Il coronavirus ha provocato una profonda crisi del settore della ristorazione e ha rimesso in discussione quello che è stato costruito in questi anni. A Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, i ristoratori hanno appeso i loro grembiuli all’esterno del Comune. Un gesto simbolico per dire che è giunto il momento di intervenire con una serie di provvedimenti utili per rilanciare il sistema. Palazzolo Acreide, che conta circa 8.500 abitanti, fonda quasi completamente la propria economia sul settore turistico, vantando una ristorazione di eccellenza unica nel territorio regionale con 32 ristoranti, 3 pasticcerie e 12 bar, con un indotto complessivo che dà lavoro a circa 400 persone. Ecco perché i ristoratori di Palazzolo hanno deciso di inviare una nota rivolta al Presidente della regione siciliana Nello Musumeci, al presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al sindaco di Palazzolo Salvatore Gallo. Un manifesto per rilanciare il settore non solo di Palazzolo ma di tutta Italia, perché quello che oggi stanno vivendo gli addetti ai lavori è qualcosa difficilmente comprensibile.
Sette punti per provare a salvare i ristoratori dal fallimento e da una morte praticamente annunciata:
- sospensione immediata di tutte le rate su mutui ipotecari, mutui chirografari, prestiti personali e leasing, contratti per sia l’attività che a titolo personale;
- sostegno integrale per il pagamento dei canoni di locazione dei locali sia per le attività che per le civili abitazioni dei ristoratori;
- sostegno integrale per il pagamento delle utenze delle attività;
- versamento dei contributi INPS per tutto il periodo di emergenza;
- annullamento di tutte le cartelle esattoriali pregresse;
- riconoscimento di un sostegno economico mensile legato al carico familiare e alle effettive esigenze personali e familiari;
- sostegno economico mensile ai dipendenti licenziati e che non fruiscono di cassa integrazione.