Tre amici con l’amore per il vino. Passione che diventa lavoro e progetto di vita.
E ora si aggiunge la voglia matta di osare, di alzare l’asticella del quotidiano. Nasce cosi, con questa motivazione una nuova azienda sull’Etna. Si chiama “I Suoli” e mette insieme tre nomi che tra gli addetti ai lavori non hanno bisogno certo di presentazioni. Il primo è quello di Giuseppe Russo, patron della cantina Girolamo Russo a Passopisciaro; il secondo è quello di Emiliano Falsini, già wine maker di Russo e consulente di tante cantine tra nord e sud Italia, un toscano che ormai sull’Etna (complici altri incarichi professionali) si muove come a casa sua; il terzo è Dante Pasqua, amico storico di Giuseppe, piccolo vignaiolo anche lui con un vigneto a Calderara Sottana e oggi uno dei più stretti collaboratori della Girolamo Russo che oggi è tra i brand più affermati sul vulcano. Attacca Giuseppe Russo: “È una idea nata qualche anno fa. Facendo vino poi ti viene voglia di ampliare il tuo orizzonte. Di base c’è la voglia di divertirsi. È nato tutto così quasi per gioco con il desiderio forte di fare qualcosa di diverso. Sperimentare è la nostra mission. Ed infatti con “I Suoli“ – il cui nome – continua Russo – dice già tanto su quanto siamo attaccati al territorio, un modo per evidenziare la biodiversità che il vulcano possiede e propone – non faremo mai cose che facciamo con la mia azienda”.
Gli fa eco Emiliano Falsini: “Faremo le bollicine, col metodo ancestrale da nerello mascalese, ricorreremo a vitigni diversi dal solito, faremo vinificazioni diverse, andremo a cercare uva fuori dalla Doc Etna”. Proposito chiaro che Falsini ribadisce partendo dal suo amore per l’Etna. “La mia è stata una folgorazione e lo dico senza retorica. L’Etna è il territorio dove fare vino assume un sapore speciale. Grandi potenzialità. Voglio mettermi in gioco in questo territorio eccitante. Provate a chiedere a un produttore di ogni parte d’Italia dove vorrebbe fare vino oltre alla propria zona. Conosco già la risposta. Etna”. Falsini entra nel dettaglio: “Mettersi in gioco, rischiare, ci aiuta a crescere. Con “I Suoli” vinifichiamo dal 20 al 40 per cento con grappoli interi. Pensiamo che tutto questo possa caratterizzare i vini ricercando eleganza. Vengono vini con una componente tannica molto interessante che col Nerello Mascalese può dare aspetti molto interessanti. E poi solo contenitori aperti. Cerchiamo l’aspetto etereo del vino. Niente lieviti, fermentazioni spontanee. Vinifichiamo separatamente e facciamo i blend. Il vino non è né filtrato né chiarificato”.
Sono partiti con due rossi, vendemmia 2018. Il primo Piripicchio, l’altro Rilievi, due etichette, rigorosamente disegnate dalla giornalista Carla Capalbo (sono sue anche quelle dei vini della Girolamo Russo). Due ettari appena, per adesso. E già fioccano gli apprezzamenti degli amici e dei clienti più affezionati. E poi tra poco arriverà con la stessa vendemmia uno spumante rifermentato in bottiglia. “E la rifermentazione – aggiunge Giuseppe Russo – avverrà col mosto delle nostre uve Nerello Mascalese. Un metodo ancestrale. Rosato. Non sboccato”. In tutto con questa prima vendemmia fanno novemila bottiglie. Per divertirsi. Non male come gioco. Ed è solo l’inizio, c’è da credere.
C.d.G.