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L'intervento

La luce del tunnel (non) è vicina: “Vino e ristorazione devono salvarsi da soli”

28 Dicembre 2020

di Daniele Cernilli, DoctorWine

Mai come ora l’incertezza, le angosce di molta gente soprattutto nel nostro mondo, la luce che s’intravede in fondo al tunnel ma che non è ancora tanto vicina, dominano la scena della fine di questo terribile 2020.

Turismo, ristorazione, aziende che organizzano eventi e fiere, produttori di vino e di alimenti di qualità, rappresentano delle categorie colpite in modo pesantissimo da quanto sta accadendo e che in molti casi, per un’endemica sottovalutazione di questo settore, non sanno cosa aspettarsi e come sarà, se ci sarà, il futuro. Tutto questo sembra non riguardare più di tanto tutti coloro che in vari ruoli politici e in pressoché tutti i partiti si sono riempiti per anni la bocca di “eccellenze italiane” riferendosi all’agroalimentare e al settore del turismo, tranne poi dimenticarsi di tutto quando si è trattato di trovare efficaci e veloci “ristori” per tutto quel settore, fatto spesso di piccole e medie imprese, di gestioni familiari, di sacrifici e di autosfruttamento.

Cosa augurarsi perciò per l’anno che verrà? La prima cosa è che si trovi il modo per vaccinare velocemente il maggior numero di persone possibile. Rendendo più sicuro il mondo e provando a ripartire con le proprie forze, perché ho l’impressione che dovremo contare essenzialmente su quelle. Sono belle parole, certo, poi bisogna vedere come si potrà fare, che è un altro paio di maniche. È peraltro di un’evidenza sconcertante che se non si potrà ricominciare a viaggiare, a muoversi, a incontrarsi, sarà ben difficile far ripartire turismo e ristorazione, e di conseguenza tutti quei consumi alimentari che con effetto domino stanno crollando uno dietro l’altro. Il mondo del vino ha retto nel complesso un po’ meglio perché il vino viaggia e può essere spedito, esportato, acquistato. Ma se il mondo dell’Horeca, in Italia e all’estero, non dovesse riprendersi alla svelta i problemi saranno drammatici, e già per molti lo sono, visto che per i piccoli produttori si parla di flessioni pesantissime e di molto vino rimasto invenduto.

Proprio quel vino che faceva parte delle “eccellenze” come pomposamente erano definite da parecchi rappresentanti della nostra classe politica, attenta agli schieramenti e alle polemiche e molto ma molto meno concreta quando si tratta di sostenere chi, non per sua colpa, si trova in guai seri. Cerchiamo di tirarci su, e proprio di questo faccio i miei auguri a tutti voi.

doctorwine.it