La cantina Campo alle Comete si trova nel cuore di Bolgheri, al centro della Maremma Livornese, nel comune di Castagneto Carducci ed è il fiore all’occhiello nonché avamposto toscano di Tenute Capaldo, il gruppo della omonima famiglia già proprietaria dell’irpina Feudi di San Gregorio.
Campo alle Comete lavora su 21 ettari di vigna valorizzando le varietà Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Sauvignon Blanc e Vermentino. È l’incontro fra la consolidata filosofia vitivinicola di Feudi di San Gregorio e uno dei territori del vino più prestigiosi al mondo. Nasce, così, un’azienda sospesa tra sogno e realtà, che ha ispirato la matita della nota illustratrice Nicoletta Ceccoli nel quadro ad essa ispirato, da cui sono tratte le etichette dei vini prodotti.
Il territorio di Bolgheri
Mare, cipressi, filari, cantine. E poi tanta, tanta luce, quella del sole e quella riflessa dal Tirreno che segna a ovest il confine di Bolgheri mentre a est un susseguirsi di colline creano una naturale protezione di questa enclave toscana. Questo è lo scenario che fa da sfondo alla denominazione di Bolgheri, il cui cuore si trova nel comune di Castagneto Carducci. Un luogo magico innanzitutto per la sua bellezza, dovuta anche all’ordinato susseguirsi di cantine segnato qua e là da edifici rurali. Magico soprattutto per aver rivelato nel giro di pochissimo tempo una così esemplare vocazione al blend bordolese da diventare uno dei territori italiani più blasonati e più celebrati ben oltre i confini nazionali.
Per Campo alle Comete vale tutto quello che rende Bolgheri un unicum: clima temperato con ventilazione costante e buona escursione termica anche in piena estate, luminosità che consente di far giungere a perfetta maturazione le uve e ne esalta la ricchezza polifenolica. I terreni vitati sono di medio impasto, in prevalenza sciolti e sabbiosi con buona presenza di ciottoli e argille. La vicinanza delle colline, poi, consente di beneficiare delle risorse idriche che i rilievi convogliano verso la piana di Bolgheri, una riserva preziosa durante la lunga estate toscana, quando le piogge si fanno desiderare.
La maggior parte delle vigne di Campo alle Comete sono iscritte alla Doc Bolgheri: gli impianti più vecchi risalgono al 1993, con densità che oscillano tra le 5.000 e 6.500 piante a ettaro. Le varietà presenti sono quelle legate alla zona: Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Sauvignon Blanc e Vermentino. A queste si aggiungono i nuovi impianti di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sauvignon Blanc, che si trovano nell’incantevole collina della Torre di Donoratico. Qui i terreni sono diversificati tra loro, con tre tipologie di suoli ben distinti che presentano una buona componente di scheletro e di argilla oltre ad una matrice vulcanica. Questo terroir contribuirà alla nascita di nuovi progetti finalizzati a declinare al meglio l’anima del territorio.
(Campo alle comete)
Il progetto: tra sogno e know-how
Campo alle Comete già nel nome svela una sua unicità che ha ispirato l’immagine dell’azienda, le etichette, i nomi dei vini. Il nome deriva da un antico toponimo recuperato, in quanto luogo privilegiato per osservare le stelle, e si fa immagine di un mondo sospeso tra la concreta realtà del lavoro in vigna e l’onirica interpretazione della sua essenza, tra cielo e terra, un luogo dove la visione fuori dagli schemi auspica di tradursi in progetti senza tempo. Con questo spirito Antonio Capaldo, che ne è il proprietario – oltre che presidente di Feudi di San Gregorio – ha deciso di approcciarsi. Un confronto con un “luogo – mito”, con tradizioni viticole del tutto nuove, per andare oltre il Sud e puntare dritto al cuore di uno dei territori più titolati d’Italia, portando in dote il know-how di Feudi assieme a una ventata di freschezza e libertà. “Il nostro arrivo a Bolgheri è parte di un sogno che ci ha spinto a venire qui per dare un contributo a questa zona incredibile – commenta Capaldo – Ciò che mi affascina qui è la natura del clima e del terreno che la rendono un’area unica per la produzione. C’è però un altro motivo che ha a che fare con la libertà di poter piantare varietà diverse di vitigni su terreni differenti, mettere a punto nuovi protocolli di invecchiamento, di etichettatura e di presentazione del vino”.
E per farlo Capaldo si avvale di una squadra di cultura enologica bolgherese con a capo Jeanette Servidio, amministratore delegato e direttore dell’azienda, di origine tedesca ma da anni naturalizzata toscana, e Stefano Di Blasi, consulente toscano sia per l’aspetto viticolo che enologico. Antonio Capaldo ha voluto che i suoi collaboratori fossero profondamente legati al mondo di Bolgheri, consapevole che per “entrare” in una nuova realtà e costruirvi un progetto enologico è necessario saper interpretare il linguaggio di quella realtà. Distinguersi conoscendo, sembra poter essere il motto per Campo alle Comete e questo d’altronde fa radicalmente parte del dna della famiglia Capaldo, che proprio trent’anni fa ha creato Feudi di San Gregorio, marchio simbolo della viticoltura meridionale italiana. L’approccio è sempre lo stesso, allora come oggi: salvaguardare la tradizione vitivinicola di un territorio, studiarne tutte le potenzialità e saperle esaltare in un continuo confronto che veda sullo stesso piano vocazione produttiva, storia enologica, confronto di idee, progettualità anche coraggiosa. “Il nostro intento – continua Capaldo – è confrontarci con varietà internazionali e approfondire il nostro bagaglio di esperienze tecniche e umane. Il filo sottile è il massimo rispetto del terroir e l’individuazione delle migliori sinergie tra suoli, microclima e varietà. Speriamo di saper contribuire allo sviluppo futuro di questo straordinario territorio”
La cantina
La cantina di Campo alle Comete è immersa nel cuore di Castagneto Carducci, tra alberi e vigna, e ha una struttura a base circolare che ricorda le tombe etrusche che anticamente erano tipiche della zona. Forse suggestionati dal mondo incantato che ruota attorno a Campo alle Comete, la cantina dell’azienda può ricordare nelle sue forme una grande astronave, placidamente atterrata in terra di Bolgheri, ricoperta da pannelli che sembrano essere stati anneriti dall’attrito con l’atmosfera terrestre. In sostanza un osservatorio privilegiato da cui scrutare il cielo stellato. Al suo interno la cantina contiene più di 160 tonneaux disposti a semicerchio e una suggestiva sala di degustazione oltre agli spazi di servizio e di vinificazione. Non distante dalla cantina, vi è poi una villa immersa nel verde, a cui si accede attraverso un sentiero incantato che fa da collegamento. La struttura accoglie oltre 1.800 visitatori all’anno, che arrivano a Campo alle Comete per visitarne le vigne, la cantina e per le numerose degustazioni ed eventi tematici che si svolgono al suo interno. È un mondo che rimanda al sogno, quello dell’azienda, che vuole unire all’impegno della vigna un’immagine onirica, come un osservatorio privilegiato della realtà. Ed è qui che si trova il dipinto – che ha ispirato la brand identity di Campo alle Comete – dell’artista sammarinese Nicoletta Ceccoli la quale, grazie alle sue illustrazioni per l’infanzia, ha conquistato fama internazionale. Il quadro rappresenta l’azienda come l’ha vissuta l’artista, un mondo incantato e sospeso dove si intersecano terra, cielo e mare e dove fluttuano senza gravità farfalle, pesci, cavallucci marini e una bimba attaccata al suo palloncino. E tanti soffioni, la cui immagine, simbolo e logo dell’azienda, ricorda il gioco infantile che incoraggia ad esprimere i desideri.
C.d.G.
Campo alle comete
Località Sughericcio Via Fornacelle 249
Castagneto Carducci LI
T. 0565 766056