di Emanuele Scarci
Allegrini vince la sfida con il Covid-19. Si è attrezzata al meglio per superare la crisi che colpisce, in particolare, i vini di pregio.
Il gruppo veneto ha fatto ricorso a smart working e cassa integrazione, ha chiesto la moratoria di legge per mutui e debiti e ha accelerato sulle vendite online grazie alle partnership con le piattaforme digitali, a iniziare da Vivino.com in Europa e senza trascurare Wine.com attraverso gli importatori americani.“Dalla fine del lockdown – dichiara Marilisa Allegrini, amministratore del gruppo veneto Corte Giara – c’è stata una ripresa sostanziale in vari comparti. Spero, a fine esercizio, di poter chiudere con un calo dei ricavi del 12-15%, ma forse si soffrirà di più. Tuttavia non bisogna indulgere al pessimismo da coronavirus: avremo meno ricavi, ma anche meno costi e, alla fine, i bilanci non saranno così negativi”.
Nel 2019 il gruppo Allegrini ha realizzato ricavi per 37,4 milioni (+2%) e un Margine operativo lordo di 5,9 milioni, il 15,8% del fatturato. L’export è dell’80% e le bottiglie sono state 4,8 milioni. I dati comprendono tutte le attività della famiglia Allegrini, comprese Corte Giara srl (Allegrini, Tallia, Stella, Villa Giova, Tenuta Merigo) e Poggio al Tesoro (tenuta di Bolgheri nata nel 2001 con 64 ettari di vigneti), di cui Corte Giara possiede il 49%. Un altro 50% fa capo a Maria Allegrini e l’1% al fratello Franco. Nel computo rientra anche la tenuta di Montalcino San Polo, di proprietà esclusiva di Maria Allegrini. Dal bilancio 2019 di Corte Giara emerge che i ricavi sono stati di 26,3 milioni e l’utile 22 mila euro. La società della Valpolicella custodisce vini in stoccaggio/sfuso per un valore dichiarato di 8 milioni. Nello stato patrimoniale, il debito verso le banche è di 11,5 milioni.
La controllata bolgherese Poggio al Tesoro ha aumentato i ricavi del 20% a 4,2 milioni ma i debiti finanziari hanno fatto un balzo di 1,7 milioni: in tutto sono 16 milioni, di cui 11,6 milioni verso banche e 4,4 milioni verso soci per finanziamento. La tenuta genera un Mol di 1,1 milioni, il 26% dei ricavi, e un utile netto del 10%. Come si è generato il debito di Poggio al Tesoro? “La fase di start up di una azienda vitivinicola è lunghissima – risponde Allegrini -. Per realizzare Poggio al Tesoro abbiamo acquistato 105 ettari (di cui una parte vitati), i diritti di reimpianto e una cantina adeguata. In questi giorni abbiamo ottenuto dalla riserva nazionale diritti di reimpianto per altri 3 ettari. A Bolgheri siamo arrivati nel 2001 e oggi siamo la sesta azienda per estensione della superficie. In 4-5 anni puntiamo a un fatturato 12 milioni”.