L’APPELLO
Appello delle 11 strutture del settore agrolimentare al presidente della Regione Siciliana: «Esclusi dai fondi Ue destinati a ricerca, formazione, comunicazione e commercializzazione. La normativa ci penalizza». In ballo 100 milioni di euro
Sos dai distretti
agroalimentari
I distretti dell’agroalimentare siciliano rischiano di non accedere ai fondi Ue e si rivolgono al governatore Raffaele Lombardo. Lo fanno con una lettera-appello denunciando lo sbarramento con cui il Po Fesr, (Programma operativo del fondo europeo di sviluppo regionale) 2007/2013, escluderebbe gli undici distretti del settore, (sono 23 in tutto in Sicilia), dal finanziamento di 100 milioni di euro previsto.
L’impasse che congelerebbe i progetti di sviluppo di filiera, vitali e cruciali per uno dei comparti più importanti dell’Isola starebbe in una concezione superata della normativa per il settore agroalimentare. Lo spiega Biagio Pecorino, presidente del distretto regionale delle produzioni cerealicole, uno dei firmatari della lettera: «L’inghippo sta nel fatto che una parte di questi finanziamenti sono predisposti per la realizzazione di strumenti di rete, di progetti di comunicazione, ricerca, commercializzazione, formazione, che per normativa l’assessorato alle Attività Produttive rende ammissibili solo ai distretti appartenenti agli altri settori. Questo perché l’agroalimentare, secondo una concezione antica del settore, avrebbe bisogno solo di sostegni finanziari dal punto di vista infrastrutturale e di dotazioni per la produzione, gestiti dall’Assessorato alle Risorse Agricole con il Piano di sviluppo rurale». Un problema di natura globale che si scontrerebbe con una visione a compartimenti stagno, quando invece, per Pecorino, dovrebbe essere risolto di concerto e tenere conto del sistema a rete con cui il comparto agroalimentare vuole rispondere al momento congiunturale di crisi. “Non abbiamo più bisogno di questo tipo di investimenti – ribadisce -. L’agricoltore non produce solo in campagna, è anche un imprenditore, deve capire come come fare arrivare il prodotto al consumatore e con quali strumenti. Non dobbiamo solo produrre, dobbiamo fare ricerca, parlare al consumatore, investire per essere presenti nei mercati. Il settore agroalimentare si compone poi di tanti soggetti, il distretto è una rete, c’è chi produce, ma anche chi trasforma, chi commercia. Siamo proiettati per fare sistema e questo tipo di finanziamenti sono quanto mai necessari. Chiediamo al presidente Lombardo che si superi questo blocco con le modifiche del bando opportune». Una proroga alla scadenza del bando è già stata firmata da Titti Bufardeci anche se, fa presente Pecorino, «nessuna ammissibilità ancora è stata comunicata, chiediamo di potere partecipare con gli stessi diritti».
Manuela Laiacona