Una quindicina di produttori del Beneventano stanno cercando di rilanciare un bulbo rinomato nella prima metà del ‘900 e oggi svilito da un prezzo iniquo.
Ad Airola, città del Beneventano, la cipolla ha una tradizione così lunga e radicata nel territorio che, in passato, gli abitanti del centro venivano chiamati “cipollari”. A raccontarlo è Armando Ciardiello, fiduciario della Condotta Slow Food Valle Caudina: ma questo simpatico nomignolo affibbiato agli airolani non è l’unica traccia di un legame forte tra il territorio e il suo prodotto agricolo di punta. Già nel testo “Cenno storico e toponomastico dell’antica e moderna Airola sita nella Valle Caudina” del Montella, che risale al 1848, si fa infatti cenno della tipica cipolla della zona, e ancora oggi passeggiando tra le vie del paese non si può non notare un murales che raffigura il momento della preparazione della cena e ritrae una donna che affetta proprio una cipolla.
Il successo della prima metà del Novecento
Airola si trova nella Valle Caudina, nel centro della Campania, e il suo territorio è attraversato dai torrenti Tesa e Faenza: proprio la vicinanza a questi corsi d’acqua ha donato ai terreni di Airola, e di alcuni comuni vicini, le caratteristiche ideali per la coltivazione della cipolla. “Non sempre il gusto della cipolla è facile – spiega Nello Falzarano, giovane referente dei produttori del Presidio Slow Food della cipolla di Airola – La nostra, grazie al connubio di dolcezza e sapidità, è invece davvero una prelibatezza”. Qualità che, nella prima metà del secolo scorso, la rendevano particolarmente apprezzata e commerciata, e di conseguenza coltivata in ogni angolo di terra disponibile. Il successo proseguì fino agli anni ’60: “Poi l’industrializzazione forzata, l’abbandono della terra e l’avvio delle colture di tabacco hanno relegato la tradizionale cipolla a un consumo familiare, facendole perdere prestigio e, soprattutto, valore economico”, prosegue Ciardiello.
La crisi dei prezzi e il tentativo di rilanciare la produzione
Proprio quello economico rimane l’aspetto più problematico di questa cipolla. Negli ultimi anni, infatti, il suo prezzo all’ingrosso è crollato fino a poche decine di centesimi al chilo, troppo poco per pensare di poterlo renderlo un business appetibile. Il riconoscimento come Presidio Slow Food, tuttavia, può essere l’occasione di rilancio e rappresentare “quel valore aggiunto che dia riconoscimento alla vera cipolla di Airola e consenta di venderla a un prezzo equo” spiega Ciardiello. I produttori del Presidio Slow Food oggi sono quattordici, per complessivi duecento quintali annui di prodotto. “Contiamo di arrivare a duemila nel giro di qualche anno, ma soprattutto puntiamo a far conoscere questa eccellenza anche attraverso l’Alleanza Slow Food dei cuochi”, aggiunge il fiduciario della Condotta. Tra i produttori ci sono alcuni veterani over 70. “Sono i nostri pilastri”, ammette il 29enne Falzarano e anche qualche giovane. “Altri vorrebbero, ma non vedono ancora la speranza di ricavarne un reddito sufficiente. Se noi che cominciamo per primi riusciamo a ingranare, allora credo che potremo essere un esempio per chi oggi è titubante”.
L’ingrediente segreto della “Genovese”
Diamo uno sguardo ai principali usi in cucina di questa cipolla, che si presenta di forma oblunga, con tunica esterna di un vivace tono ramato e la cui parte interna è invece rosa e con sfumature longitudinali di colore viola: si può consumare cruda in insalata, aggiungerla nelle zuppe di fave o fagioli, o esaltarne il sapore in frittate. L’utilizzo migliore è però nella preparazione della “Genovese”, uno dei sughi campani per pasta per eccellenza: cipolle e carne di manzo lasciate consumare sul fuoco per ore, con cui condire poi gli ziti. La cipolla di Airola è prodotta nei Comuni di Airola, Bucciano, Bonea, Moiano, Montesarchio, San Martino Valle Caudina, Cervinara, Rotondi, Paolisi, Arpaia, in provincia di Benevento. Il Presidio è sostenuto dal Comune di Airola, dal Comune di San Martino Valle Caudina, dai Cittadini di Airola e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Tutte le altre cipolle “Slow Food”
- Cipolla belendina di Andora – Liguria
- Cipolla bianca di Fara Filiorum Petri – Abruzzo
- Cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto – Piemonte
- Cipolla di Alife – Campania
- Cipolla di Cavasso e della Val Cosa – Friuli Venezia Giulia
- Cipolla di Certaldo – Toscana
- Cipolla di Giarratana – Sicilia
- Cipolla paglina di Castrofilippo – Sicilia
- Cipolla rossa di Acquaviva – PugliA
- Cipolla rossa di Breme – Lombardia
C.d.G.