Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'azienda

Andrea Farinetti: “Fontanafredda tra vino, tour e ospitalità. Vi spiego la nostra idea”

02 Luglio 2020
Veduta-Borgo Veduta-Borgo

Vini identitari che racchiudono al loro interno la vera tradizione delle Langhe e un villaggio che offre un’esperienza unica nel suo genere che spazia dalla cucina, all’ospitalità, dalla natura e i suoi incredibili paesaggi al lavoro in cantina.

Ci troviamo a Fontanafredda, a Serralunga D’Alba. Oggi tour “virtuale”, con annessa degustazione, dei territori delle Langhe, Roero e Monferrato, divenuti nel 2014 il 50esimo sito italiano patrimonio dell’Unesco. Primo in assoluto per paesaggi agricoli votati alla viticoltura. Barolo, Nebbiolo, Barbaresco, Barbera, Dolcetto e altre denominazioni tipiche del Piemonte formano infatti il 43% della produzione di Fontanafredda, che produce 8,5 milioni di bottiglie all’anno. Arneis, Gavi e Chardonnay per i vini bianchi; Metodo Charmant (Asti) per le Bollicine dolci e Metodo Classico (Alta Langa) per le Bollicine.  “Le bollicine – spiega Andrea Farinetti durante la conferenza virtuale degustando Contessa Rosa Rosè Alta Langa 2014 (70% pinot nero, 30% chardonnay e gocce di barolo nel 1967) – nascono in Italia intorno all’1850, proprio in Piemonte. Pinot Nero e Chardonnay sono stati i primi esperimenti nell’Alta langa e oggi, dopo tantissimi anni, sono quasi 40 i produttori della zona, per una produzione complessiva di circa 2 milioni di bottiglie. Poche ma essenziali le regole: l’Alta Langa dev’essere millesimato, deve fare almeno 30 mesi di affinamento sui lieviti e dev’essere composto solo da Pinot Nero o Chardonnay, almeno che non sia impiantata qualche vigna di Nebbiolo massimo al 7%”.

Oltre i vini, appunto, Fontanafredda è divenuta negli anni una vera e propria esperienza sensoriale per i turisti che fanno visita, oltre alla struttura alberghiera Hotel Vigna Magica, un hotel 4 stelle che insieme alla già esistente “Foresteria delle Vigne” (adiacente alla Villa Reale) formano il primo Grande Hotel diffuso d’Italia Le Case dei Conti Mirafiori nelle Vigne, al “Bosco dei pensieri”, una passeggiata di 12 chilometri che si addentra all’interno del sito Unesco. Un luogo di relax e meditazione. Circa 500 sono i chilometri facilmente percorribili intorno al Villaggio Fontanafredda. Percorsi tutti censiti che raccontano la Langa del Barolo, quella del Barbaresco ma anche del Roero. E per facilitare il tutto, Fontanafredda ha lanciato un’App che racconta in ogni suo scorcio i 12 chilometri di una Langa storica che ormai non c’è più.  “Il Villaggio non è solo ospitalità in senso stretto – spiega – ma anche comunità. Al suo interno vengono organizzati eventi con personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, ma anche incontri collettivi e formativi”.


Vino e passeggiate non possono che essere accompagnati da una cucina all’altezza. Giunta alla terza generazione di una famiglia di antichi ristoratori, in attività da ben sessant’anni, la parte gastronomica di Fontanafredda si articola tra il ristorante Guido, situato all’interno dell’edificio ottocentesco della Villa Reale, l’Osteria del vino Disguido e il bistrot. Alla guida del Ristorante Guido vi è lo Chef Ugo Alciati che, per l’occasione, ci ha deliziati con la realizzazione live, in videoconferenza, di un piatto di Tagliatelle con funghi porcini essiccati composto prevalentemente da polvere di porcino (ricavata dal fungo essiccato), funghi porcini essiccati naturalmente e crema di porcini. Una ricetta simbolo del legale della struttura al territorio.

(Ugo Alciati)

Fontanafredda, tra l’altro, lavora dal 2004 sui vini biologici, iniziando a raccontare questo percorso dal 2012 con Vino Libero. “Ci definiamo un po’ una nave scuola, – ha spiegato Andrea Farinetti – vogliamo investire nel territorio per dargli qualcosa in più”. E quel qualcosa in più potrebbe arrivare a beve. “In questi mesi oltre che a ripensare alla ripartenza e all’ospitalità, – ha proseguito Farinetti – abbiamo riflettuto ai primi nostri dodici anni nel mondo del vino e abbiamo creato una nuova Fontanafredda. Dall’1 aprile del 2021 sullo scaffale sarà tutto nuovo”. E per la produzione di Bollicine, ci confida una “ricetta segreta”. “I segreti per fare le Bollicine li ho appresi dai miei amici francesi, e sono due: il momento tra la raccolta dell’uva e la pressatura, dove devi essere il più corto possibile per non perdere tutta la complessità olfattiva, e la rifermentazione in bottiglia. Bisogna arrivare con una carica di lieviti esatta così da non fare una bolla né troppo grande, né troppo piccola”. Com’è nato Contessa Rosa Rosè Alta Langa? Per puro caso. “Un giorno Oscar stava bevendo il Barolo e dopo di che voleva un po’ di bollicina, – conclude Andrea – c’era il fondino nel bicchiere, così quando abbiamo messo la bolla è uscito fuori questo rosato straordinario”.

Giorgia Tabbita