IL PERSONAGGIO: NINO FRASSICA
“Una vittoria annunciata”
Le famose bottiglie che bollivano nel pentolone di rame, la famiglia riunita, i parenti che arrivavano da lontano: il rito del pomodoro si consumava in pochi giorni, ma si iniziava a preparare in anticipo. Le bottiglie venivano poi conservate al buio per aprirle dopo mesi: rosso sangue, un odore di basilico, poco sale, la salsa finiva nei piatti. La ricorda con affetto Nino Frassica, messinese ormai trapiantato a Roma, attore e cabarettista tra i più amati.
Alla notizia che la semplice pasta col pomodoro è stata eletta piatto dell’estate, sorride. E basta. “Facile, facilissimo, vinceva una partita già assegnata. Ma mi ci vede, lei, a rinunciare agli spaghetti con la salsa siciliana, magari fatta da una delle mie due sorelle che si sfidano sempre in cucina? Sono battaglie vere e proprie e io, poveraccio, devo solo far da giudice. Se poi sulla pasta col pomodoro si mette qualche melanzana, di quelle nostre, belle grasse, tonde, allora non me ne andrei mai al di là dello Stretto”.
Piatto semplice, ma amato, la pasta col pomodoro piace a tutti. “I miei ricordi, più che alla pasta, che veniva dopo, sono legati alle bottiglie. Io, da bambino, ero addetto al fuoco, non dovevo toccarlo ma stare attento a che non si spegnesse: mi sentivo importante, indispensabile. Tornavano gli zii da fuori, mangiavamo tutti insieme mentre bollivano i pomodori, poi si discuteva sulla qualità, del prezzo, si raccontavano pettegolezzi sui vicini: insomma era la famiglia, quella vera, quella nostra”.
E Nino Frassica, che tipo di cuoco è? “Pessimo, veramente pessimo. Faccio degli esperimenti, che so, cozze e gnocchi, che non riescono al novanta per cento. Quando decido di mettermi in cucina, sparisce il resto della famiglia, sono tutti invitati a pranzo fuori. Per fortuna quando torno in Sicilia ci sono le mie sorelle, pronte a viziarmi con i piatti della nonna e della mamma. E mi fanno trovare le melanzane”.
Simonetta Trovato