Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 166 del 20/05/2010

L’ALLEANZA La cucina italiana ha 11 cavalieri

16 Maggio 2010
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L’ALLEANZA

Nasce un’inedita sinergia tra alcuni chef stellati del Belpaese. Da Bottura a Sultano passando per Beck. L’obiettivo: tutelare meglio l’immagine della nostra tradizione gastronomica

La cucina italiana
ha 11 cavalieri

di Elena Mancuso

Sembra un editto dal sapore medievale. Eppure l’iniziativa e’ attualissima: undici chef nazionali stellati Michelin hanno fondato i “Cavalieri della cucina italiana”. L’atto, in sei punti, e’ stato sottoscritto da Massimiliano Alajmo, Heinz Beck, Massimo Bottura, Moreno Cedroni, Enrico Cerea, Gennaro Esposito, Norbert Niederkofler, Giancarlo Perbellini, Niko Romito, Ciccio Sultano e Mauro Uliassi, per ”tutelare e sviluppare il mestiere del cuoco e l’immagine della cucina italiana”.


Una parata di big della cucina del Belpaese che messi insieme fanno ben 24 stelle della “rossa”. Tra i punti del patto fondativo dei “Cavalieri”, la sottolineatura del fatto che il cuoco ”pratica il mestiere cercando di esprimersi attraverso gli ingredienti e che la sua competenza deriva da uno studio dei classici, ma soprattutto da un impegno costante rivolto alla ricerca e all’approfondimento”. Se per Alajmo ”si fa sempre piu’ forte la necessita’ di tutelare e sviluppare questo mestiere e l’immagine gastronomica dell’Italia”, per Beck e’ stato ”fondato un gruppo per migliorare la cucina italiana e incrementare il suo valore nel mondo”.
Il siciliano Ciccio Sultano, patron del Duomo di Ragusa Ibla dice: “È qualcosa che ho visto, anzi sentito, nascere al telefono. Oggi l’abbiamo resa concreta e firmata, e ci siamo riconosciuti”.  ”Virtualmente – spiega Bottura – questo gruppo c’era gia’, oggi l’abbiamo solo reso ufficiale”. ”Questa e’ l’occasione propizia per diventare un esempio per i giovani cuochi” aggiunge Cedroni, mentre Cerea pensa al grande valore collettivo che questo gruppo di chef puo’ esprime ”riuscendo a sommare le capacita’ che ognuno esprime singolarmente”. ”Mettiamo a disposizione dei giovani, della cultura e delle tradizioni italiane – rileva Esposito – il nostro entusiasmo, l’esperienza e la voglia di fare”. L’ultimo dei riconoscimenti a Bottura e’ l’ingresso nella ‘top ten’ mondiale, con il sesto posto assoluto assegnato ieri a Londra dalla rivista specializzata britannica ‘Restaurant Magazine’ assieme a San Pellegrino. Ottocento esperti internazionali di gastronomia, con le loro valutazioni, hanno fatto compiere un balzo di ben sette posizioni in un solo anno al ristorante modenese di via Stella. ”La mia e’ una cucina in punta di piedi, intimista”, precisa Bottura sul sito della Francescana. I suoi piatti sono creazioni sospese tra la grande tradizione emiliana e la sperimentazione. ”I nostri sogni sono ridurre una crosta di Parmigiano in aria, soave, qualcosa che scompare solo a toccarla”, scrive ancora lo chef, facendo intendere che le eccellenze del territorio sono per lui il trampolino per inventare e conquistare nuove mete. Da quando l’Osteria ha aperto in centro a Modena, a meta’ anni ’90, la sperimentazione e’ stato sempre in effetti il filo conduttore tra i fornelli. E cosi’, sono nati piatti dal nome e dal sapore evocativo, come ‘Memorie di un panino Bologna’, ‘Cinque eta’ del Parmigiano Reggiano in diverse consistenze e temperature’, ‘Zuppa inglese, caldo e freddo’, ‘Compressione di pasta e fagioli’. Assieme allo chef campano Gennaro Esposito, ha avuto anche la richiesta di tenere una lezione alla New York University.