LA RASSEGNA
Una edizione un po’ fiacca rispetto alle precedenti. Arrivano i primi bilanci dai produttori. Meno affluenza di operatori, ed una organizzazione logistica degli stand che ha penalizzato molti
Il Cibus
degli stranieri
Cibus sotto tono. Sulla 15° edizione ombre e luci, queste ultime provenienti da oltre confine. Al quarto giorno della fiera arrivano i primi bilanci dagli espositori. Il clima di fondo palesa un timido pessimismo.
Dalla crisi a mancanze nell’organizzazione dell’ente fiera, diversi i fattori segnalati. La maggior parte delle voci ha concordato su una minore affluenza dei buyer ed operatori dei canali di distribuzione. La causa sarebbe lo spostamento della data della fiera dal fine settimana all’inizio. Cosa che avrebbe fatto diminuire l’affluenza perché giorni lavorativi impegnativi per chi lavora nel settore. Buona la presenza degli altri paesi. Però se alcune aziende non hanno che lavorato su contatti italiani, altre invece sono state centro di attenzione esclusivamente di buyers stranieri. Comunque l’interessamento dell’estero sembra gettare qualche speranza sulla ripresa economica. Quelli più attenti nel cercare le aziende italiane sono stati gli statunitensi. Ma quest’anno è stato anche l’anno dei mercati asiatici e dell’est Europa come mercati emergenti. Sta di fatto che per quanto riguarda i contatti con gli operatori della distribuzione le aziende per lo più si sono divise in due fazioni, i soddisfatti e gli insoddisfatti. Tra i primi, per fare un esempio, Olio Barbera, espositore veterano di Parma. “Quest’anno nessuna visita degli operatori italiani, solo stranieri”, secondo Daniele Pizzullo dell’ufficio commerciale Italia . Boom di stranieri anche per Villareale, azienda conserviera di Sciacca, che in una giornata e mezza ha raccolto una settantina di contatti. “Posso ritenermi soddisfatto – dice il titolare Paolo Licata -. Ho raccolto tantissimi contatti e molti già finalizzati ad una relazione commerciale”. C’è anche l’entusiasta nonostante tutto, ed è il maestro affinatore marchigiano Maurizio Beltrami, che ha portato al salone oltre alle sue opere, tra queste il grugno, anche i caprini fatti dalla Elide, sua moglie. Chi ha goduto di grande successo al Cibus sono stati infatti i prodotti di nicchia. Continuano a piacere, destano curiosità, e rappresentano, a detta dei buyer, una strada per proporre sempre qualcosa di nuovo. Segno anche di una maggiore consapevolezza della qualità da parte del consumatore finale. Per i produttori i contatti presi al Cibus rimangono quelli più proficui e concreti rispetto ad altre fiere. Cosa non è andato per la gran parte è stata soprattutto l’organizzazione della logistica. Non solo la predisposizione dei padiglioni non ha favorito l’afflusso verso certuni lasciando molte aree ai margini, ma anche quella degli stand stessi ha creato un po’ di disorientamento in chi doveva individuare l’espositore di proprio interesse. Troppi coloro che ne sono stati pesantemente penalizzati, alcuni pure siciliani. Lamentata anche la mancanza di un’area internet messa a disposizione dei produttori, impedendo loro di adempiere ad importanti operazioni on line ai fini commerciali.
Manuela Laiacona