Pasticcerie chiuse, ma qualche panificio le preparerà. I nostri consigli. E il racconto dello storico Gaetano Basile: “È il momento di aggrapparci alle tradizioni”
di Manuela Zanni
Nonostante la fase allarmante che sta coinvolgendo l’intero pianeta, una delle poche certezze in un momento di grande incertezza è che i palermitani nel giorno di San Giuseppe, che si festeggia il 19 marzo, ricorrenza meglio nota come “Festa del papà”, sono soliti mangiare la sfincia di San Giuseppe, dolce emblematico di questa festività oltre che della pasticceria siciliana. Quest’anno, anche un rituale inossidabile come quello della “manciata della sfincia” rischia di essere un ricordo dal momento che il giorno dedicato al padre “adottivo” di Gesù, simbolo di amore paterno incondizionato che va oltre la consanguineità, cade in un periodo unico nel suo genere e, in quanto tale, destinato a passare alla storia. Eppure, per chi è palermitano, sembra, davvero, impossibile immaginare la mattina del giorno di San Giuseppe senza odore di frittura che profuma le strade in corrispondenza dei bar e delle pasticcerie che, in questa giornata, ne producono, solitamente, in quantità copiose.
Normalmente, infatti, il 19 marzo, ciascun bar o pasticceria mette in campo, come fossero munizioni, le proprie sfince, dolci e morbidi agglomerati di pasta fritta, ripiene di una soffice crema di ricotta guarnita con gocce di cioccolato e con canditi variopinti, pronto a sostenere un vero e proprio assalto destinato a concludersi solo quando, spente le padelle, gli ultimi, ritardatari avventori, sono costretti ad arrendendersi alle vetrine vuote. Per meglio comprendere il significato che per i palermitani ha la “manciata della sfincia” nel giorno di San Giuseppe noi abbiamo interpellato Gaetano Basile, esperto di storia e cultura enogastronomica chiedendogli anche come vivesse, una persona come lui, che del rispetto delle tradizioni ha fatto l’essenza della propria vita, un momento così critico come quello attuale in cui, oltre alle tradizioni, sono messe in discussione persino le abitudini più semplici come recarsi a fare la spesa.
(Gaetano Basile)
“In giorni difficili come questi, ricordarsi delle tradizioni che rappresentano le proprie radici, è una delle cose alle quali possiamo aggrapparci. D’altra parte, da sempre, noi palermitani di buoni avvocati per cause difficili ne abbiamo avuto bisogno. Ecco perchè San Giuseppe “Patri r’i puvirieddi”, patrocinante di cause impossibili, viene omaggiato, soprattutto a tavola, con tante “cene votive” atte a dimostrare l’agiatezza del patrocinato. Se le pietanze “salate” must per rendere onore al santo, sono tante, a cominciare dalla pasta con le sarde, per continuare con la vopa fritta e carciofi con il tappo d’uovo, il dolce, invece, è uno solo, la sfincia. Una golosità che arriva dal mondo arabo dove ancora oggi lo chiamano “sfence”. Non chiamatela “sfingia” che è da tasci (essere kitsch, ndr) – ci redarguisce Basile -. Accompagnatela, rispettosamente, con un vecchio, solenne Marsala. È quello che ci vuole per rendere doveroso omaggio a San Giuseppe, nel segno della tradizione. Se dovesse succedervi di sentirvi “pieni”, pensate che, un tempo, le portate minime della tavola di san Giuseppe erano 19 fino ad un massimo di 101. E non ricorrevano neppure al bicarbonato”.
Quest’anno, in ottemperanza alle disposizioni nazionali di chiusura, tra gli altri esercizi commerciali, anche di bar e pasticcerie, per emergenza Covid 19, non sarà possibile la tradizionale corsa all’acquisto delle sfince. Per questo motivo noi di Cronache di Gusto ci siamo informati per voi per sapere dove potete trovare le sfince in quei panifici che, essendo aperti poiché vendono beni di primaria necessità, in questo giorno prepareranno anche le classiche sfince di San Giuseppe, che, tuttavia, essendo in numero limitato, potranno essere acquistate solo previa prenotazione telefonica.
Tra questi il panificio di Ottavio Guccione, insignito dal premio Best in Sicily da Cronache di Gusto, sarà aperto nella sua sede di via Giuseppe Pipitone e preparerà le sfince. Altrettanto dicasi per il panificio Gargano, in via Aquileia, che il 19 marzo proporrà, accanto a tutti i consueti lievitati e prodotti da forno anche le immancabili sfince e per il panificio Pollicino in viale Piemonte che, oltre alle sfince, preparerà anche pane e panini di San Giuseppe arricchiti, come da tradizione, con semi di finocchietto e la pasta con le sarde, primo piatto immancabile sulla tavola dei palermitani in questo giorno. O il Mistral di Ron Garofalo, in via tonnara Bordonaro, premiato con il Best in Sicily. Anche il food store Sanlorenzo Mercato accetterà le prenotazioni per le sfince che saranno consegnate direttamente a casa il 19 marzo. Con consegna a domicilio gratuita se ne verranno ordinate almeno cinque. Una costa tre euro.