(Michele Moio)
E' morto ieri all'età di 91 anni Michele Moio, una vera figura leggendaria del vino campano.
E' stato uno dei produttori simbolo di questa regione, uno di quelli che non si è mai arreso quando la Campania era sull'orlo del fallimento dal punto di vista enologico. Invece lui ha tenuto dritta la barra, puntando sul suo credo e su quel Falerno di cui è divenato il “papà” e che è diventato il vino più amato dai napoletani, il Moio 57. Michele Moio è stato uno degli ultimi testimoni di un’epoca antica, più concreta e lontana dalle ritualità e dalla gogna burocratica quotidiana moderna. Una leggenda vivente del vino campano e meridionale, che ha festeggiato i 90 anni insieme ai figli Rosa, Bruno e Luigi, ai familiari e agli amici più cari nella famosa cantina nel cuore di Mondragone. Il suo lascito storico è chiaro, semplice, facile da descrivere: grazie a lui il Falerno è diventato il vino che ha vissuto due volte. La prima come rinomato cru in epoca romana, quando il territorio del Massico era una sorta di Bordeaux che produce i vini più ricercati e più costosi, cantati da poeti e raccontati da scrittori. La seconda come Primitivo, portato alla fine dell’800 dal conte Falco da Gioia del Colle perché in questa conca d’oro, non ancora deturpata dalla speculazione edilizia e dalla perdita del senso estetico del bello le condizioni sembravano ottimali. Lui si è dedicato al vino fino agli ultimi giorni della sua vita ed è riuscito a trasferire questa passione ai figli Luigi, Bruno e Rosa, nonché ai nipoti che seguono le orme del nonno. Gli appassionati del vino continueranno a ricordarlo attraverso le sue etichette di successo, che hanno saputo rendere “attuale” il Falerno del Massico, uno dei vini più antichi del mondo.
Alla famiglia Moio le condoglianza dalla redazione di Cronache di Gusto
C.d.G.