VERDE A TAVOLA
Introdotta dopo la scoperta dell’America, venne utilizzate prima per usi medici poi anche in cucina. Alcune ricette per gustarla al meglio
Zucca rossa,
trionfo degli antipasti
Conzala come vuoi, ma sempre cocuzza è. L‘adagio popolare forse non rende giustizia alla straordinaria bontà di questo ortaggio che trova infinite applicazioni, dal salato al dolce.
Intanto va detto subito che se non fosse stato per Colombo chissà quanto avremmo dovuto aspettare noi europei per gustarla. La zucca infatti, scientificamente nota come Cucurbita pepo, fu introdotta dopo la scoperta dell’America ma fu Mathias Lobel ad assicurargli gloria eterna. Non tanto in cucina, quanto in medicina. Sulle prime la sua polpa di un caldo color arancio interessò relativamente. Lobel verificò invece la proprietà vermifuga dei suoi semi. Un’intuizione confermata tre secoli dopo dal medico cubano Mongeny che segnalò per primo, nel 1820, l’efficacia dei semi freschi contro il verme solitario, il famigerato verme taglierino o Taenia solium. E allora intanto ecco la ricetta sempre efficace per il vermifugo: 60 grammi di semi freschi pestati e tritati con 20 grammi di miele o zucchero, un cucchiaio d’acqua e un po’ di fiori d’arancio. Due ore dopo l’ingestione vanno somministrati due cucchiai d’olio di ricino come purga e buonanotte al taglierino!
In cucina la zucca rossa trionfa sovrana. Lessata con un po’ di cipolla e olio è un ottimo antipasto. Vi si possono aggiungere delle patate per rendere più sostanzioso il piatto. La semplice zucca appena scottata può essere trasformato in purea e può tornare utile per imbottire ravioli. O per fare uno splendido risotto, cui si può aggiungere la propria spezia preferita. Tagliata a fette e fritta in olio d’oliva assume un sapore più corposo. Lo stesso soffritto viene impiegato per condire il macco, ma solo a Palermo. E c’è chi propone anche la classica torta margherita con un soffice impasto di zucca e farina che non è affatto male. Al mercato la zucca si trova ormai in quasi tutti i periodi dell’anno. La migliore è più saporita è quella con la polpa compatta e di un bel arancio vivo.
Mario Pintagro