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Vinitaly 2010

Sicilia, più contatti commerciali

10 Aprile 2010
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Ore 14.28

Ecco i primi dati sulla presenza dell’Isola a Verona. Agueci: “Ora puntiamo sull’eleganza”. Maroni: “Investire sulla vendita”

Sicilia,
più contatti commerciali

Al terzo giorno della fiera le cantine siciliane incassano il 10 % in più di contatti commerciali rispetto alla scorsa edizione. Questo il dato che misura il successo della Sicilia del vino fornito dall’Istituto Regionale della Vite e del Vino alla conferenza stampa dell’assessorato regionale alle Risorse agricole tenutasi oggi  a Verona Fiere. Per Leonardo Agueci, presidente dell’istituto un dato interessante in questo momento di crisi.


“La Sicilia del vino viaggia a tre velocità. Però le 2.200 etichette presenti quest’anno dicono che sono stati fatti sforzi importanti da parte delle aziende e delle istituzioni, però ancora molto deve essere fatto. I dati incoraggiano ma bisogna raccogliere i risultati”, dichiara Agueci e lancia la necessità di sposare una nuova filosofia. “Bisogna dare un’immagine unitaria e forte. La Sicilia come continente enologico. È una cartolina liquida che bisogna inviare a tutto il mondo. E già con la nuova organizzazione del padiglione si è indicata questa nuova strada che bisogna seguire – e aggiunge -. La Sicilia deve vincere una doppia sfida. La qualità è una scommessa già vinta, adesso bisogna puntare sull’eleganza. Investire per un riposizionamento con cui raggiungere nuovi consumatori”. Per Luca Maroni, una delle personalità più influenti nel mondo del vino esperto e curatore di guide, la Sicilia deve concentrarsi sulla vendita. “La Sicilia ha fatto cose miracolose ed ha raggiunto i massimi vertici e per prezzo e qualità non ha rivali al mondo”, dichiara. Lo scrittore vede il rinascimento enologico siciliano concluso e nel cambio di abito mentale il prossimo passo da fare. “ I produttori devono smettere di fare qualità, devono mettersi i paraocchi e investire la loro passione e umiltà al servizio della vendita. Il produttore siciliano deve essere un venditore – e al riguardo della mancanza di questa prospettiva lancia un monito – Nella testa del produttore non c’è nulla. Bisogna aggiungere valore al valore. Bisogna essere capaci uniformemente di vendere il vino”. Maroni esorta poi a portare i vini siciliani nelle case. “C’è un mercato locale enorme, invece si destinano i prodotti tipici all’estero. I produttori devono capire che vendono la cosa più bella del mondo”. Anche Giorgio Calabrese, neo presidente dell’Onav, lancia l’appello all’assessorato e chiede sforzi per portare il vino sulle tavole come alimento quotidiano. “Si è pensato al vino come elementi di vita commerciale e si è dimenticato che il vino è un alimento. Il vino, dopo l’olio e il latte è il terzo alimento liquido da introdurre nel regime alimentare – dice -. Bere vino quotidianamente, significa bere meno e soprattutto significa smettere di rincorrere la genetica, a ricorrere a cibi ogm per reperire quelle sostanze che invece da l’uva. Si è pensato al vino come elementi di vita commerciale e si è dimenticato che il vino è un alimento”. Il bilancio di questo Vinitaly individua quindi tre sfide da vincere. Per Titti Bufardeci, assessore alle risorse agricole, la scommessa per il futuro è lo sforzo culturale. “Non siamo stati amici di noi stessi. In questo senso dobbiamo anche operare e collaborare insieme agli enti. Anche noi dobbiamo fare squadra assieme ai produttori. L’eccellenza del vino è un bene assoluto. Oggi nella graduatoria ideale possiamo dire che c’è l’eccellenza della Sicilia”.

Manuela Laiacona