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La degustazione

Cucina giapponese e vini italiani: a Giarre una lezione/degustazione per gli abbinamenti

13 Dicembre 2019
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(Orazio DI Maria)

di Enzo Raneri, Giarre (Ct)

A Giarre in provincia di Catania, presso il ristorante Ki Sushi, la delegazione Jonico Etnea di Associazione Italiana Sommelier ha organizzato “Sushi and Wine”, nel tentativo di unire il gusto giapponese a quello italiano, attraverso abbinamenti unici, certamente mai provati prima.

L’esperimento è stato agevolato dai piatti fusion dello chef brasiliano Bruno Zeider con le scelte del delegato Ais Orazio Di Maria che, dopo attente valutazioni dei piatti, ha elezionato delle etichette di vino (solo una siciliana) per ottenere il massimo delle sensazioni gustative con gli abbinamenti scelti. L’esperimento è riuscito. Ecco i piatti assaggiati e i vini abbinati.


(Nigiri Omakase)

Si parte con una degustazione di nigiri omakase, un classico della cucina giapponese nobilitato, ma non gustativamente, dalle foglioline di oro commestibile. Per la delicata grassezza del boccone è stato scelto Champagne Louis Roederer Brut. 


(Gunkan joe fusion)

A seguire, Gunkan joe fusion, un esempio di sushi realizzato con dellefoglie di ricciola crude, con dentro una palla di riso, un top di polpo lesso, maionese giapponese e lime. Un piatto molto convincente che ha incontrato la piena approvazione di tutti, per la delicata freschezza del boccone. In abbinamento Sandro De Bruno Monte San Piero Soave Superiore Docg 2016. Anche se il vino sembrava più “spinto”.


(Ricciola al pistacchio)

A seguire la ricciola al pistacchio di bronte Dop, un trancio con una delicata panure di pistacchio di Bronte, scottato su piastra e servito su una brunoise condta di pomodoro. Esecuzione perfetta. In abbinamento Domaine Zind Humbrecht Alsace gewürztraminer 2018 che sovrastava un pochino.


(Futomaki daikon)

Dopo il futomaki daikon con salsa aji amarillo, un piatto inventato dallo chef proprio per questo evento: si tratta di una salsa aji amarillo (piuttosto piccante, ma non troppo), su cui vengono poggiati quattro bocconi, fatti con una foglia di rapa bianca (daikon), in cui vengono incuneati il pesce (solitamente spigola), foglie di basilico, erba cipollina e masago, un tipo di caviale rosso). C’è anche un ingrediente segreto che lo chef non ha voluto rivelare. Un boccone fresco in bocca. Per questo piatto è stato scelto il Ferrari Maximum brut rosè Trento Doc, un abbinamento poderoso.


(Sashimi di tonno)

A seguire una degustazione di sashimi di tonno Akahi, sho-toto e o-toro. Si tratta delle tre parti delle ventresca di un tonno, che si presentano con un numero di striature di grasso sempre maggiore, che ne determina una maggiore intensità gustative, esaltando sempre di più il tono di questo magnifico taglio del pesce. Per questo piatto, un insolito abbinamento con un vino rosso, giovane, ma con una “veste gustativa” interessantissima: Pietradolce Contrada Santo Spirito 2016, unico vino siciliano della serata. Abbinamento perfetto.


(Mochi al the verde)

Si chiude con il dolce, il mochi al the verde. Si tratta di una pasta di riso glutammata e un ripieno di gelato al the verde: un sapore semplice e poco zuccherato, dalla consistenza flaccida e “glutinosa” (data dalla farina di riso) e un po’ appiccicosa (ma non c’e’ glutine). Abbinamento perfetto con Antinori Muffato della Sala 2015.