Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 159 del 01/04/2010

IL PRODOTTO La chicca di Avide

01 Aprile 2010
avide avide

IL PRODOTTO

Uno spumante rosè da uve Frappato nato da un progetto di tre anni della cantina siciliana sarà presentato per la prima volta al Vinitaly

La chicca
di Avide

Al Vinitaly debutta la Sicilia dell’innovazione con lo spumante rosè da uve Frappato. Nato nella cantina Avide, da un progetto di tre anni, è il primo e unico nel suo genere, non ha eguali al mondo. Perché è rosato, viene prodotto con metodo classico, e l’uva di origine proviene dal cuore della Docg del Cerasuolo di Vittoria.

Ne sono state prodotte solo 600 bottiglie e, appena una settimana fa, dopo quindici mesi di lievito, si è fatta la prima degustazione. A curare le bottiglie, una per una, nel rituale del remoige è Marco Calcaterra, titolare ed enologo dell’azienda. “Abbiamo visto che il nostro rosato ha tutte le caratteristiche che deve avere uno spumante in termini di freschezza, di fragranza e di acidità. Ha il tipico sentore di pane tostato. Ma prima di uscire sul mercato vogliamo essere sicuri che la qualità sia molto alta. Devono passare 36 mesi affinché il prodotto sia pronto”. Quella di Verona, sabato 11 aprile alle ore 13, sarà un’anteprima d’assaggio, curata dall’Istituto Regionale Vite Vino e guidata dall’enologo Gianni Giardina, che sicuramente terrà col fiato sospeso curiosi ed appassionati delle bollicine. Verranno presentate 4 microvinificazioni diverse. L’idea di far nascere dal Frappato uno spumante rosato viene dalle Marche, come racconta Calcaterra. “Avevo assaggiato uno spumante rosso ottenuto dall’uva Vernaccia nera e ho pensato che il nostro Frappato potesse essere adatto per la spumantizzazione, non solo ha bei profumi ma è uno dei vitigni siciliani a bacca rossa con l’acidità più alta”. E spiega le ragioni che stanno dietro a questa sperimentazione, che come denuncia l’enologo, in Sicilia nella viticoltura e nell’enologia ha avuto sempre un ruolo marginale, non solo perché difficile e costosa ma anche perché richiederebbe un partenariato di più cantine in un medesimo territorio.
“In Sicilia la maggior parte degli spumanti non vengono fatti con uve autoctone. Ho potuto sperimentare perché il Frappato ha raggiunto un grado di notorietà grazie alla Docg Cerasuolo di Vittoria, ma sarebbe difficile per un’azienda da sola sperimentare con quelle varietà nuove agli occhi del mercato, anche se poi sono antichissime. L’astigiano è forte sul mercato perché, in un territorio che accorpa 54 comuni, migliaia sono stati i produttori che hanno deciso di coltivare moscato giallo”. La Sicilia comunque avrebbe fatto passi da gigante in questi ultimi anni. “Adesso si parla delle bollicine di Sicilia. Abbiamo territorio e tradizioni diverse dalle regioni dello spumante e dello champagne, però la carta del made in Sicily sta andando bene”. Per quanto riguarda questa novità in rosa, sarebbe già pronta per il mercato ma  l’azienda vuole ancora ottenere miglioramenti nella struttura, nel 2012 è  quindi prevista la commercializzazione. E la conquista del mercato va anche oltre oceano, lo anticipa il responsabile commerciale Michele Di Donato: “Già alcune bottiglie di spumante andranno in Virginia, a Tokyo ed anche a Parigi. Lo spumante rosato sta diventando di tendenza e piace. È un vino da tutto pasto”. La produzione rimarrà di nicchia conferma Calcaterra: “La nostra idea è quella di uno spumante di nicchia. Contiamo di produrre 2000 bottiglie. La viticoltura e l’enologia siciliana posso essere forti se rimangono di nicchia, solo così si possono garantire alti livelli di qualità”.

Manuela Laiacona