L’ACCORDO
Avvicinare il mondo della produzione di grano con quello della panificazione. L’idea è di Franco Vescera, panettiere di Carlentini in provincia di Siracusa. Il progetto al centro di un incontro a Camporeale
La rinascita
del pane
Chi lo avrebbe mai detto che proprio dalla Sicilia, dove la parola “cooperazione” ha spesso trovato non poche difficoltà ad essere messa in pratica, un progetto che riuscisse ad accorciare le distanze tra il comparto cerealicolo e quello della produzione di pane poteva trovare attuazione!
Lo scorso martedì, 23 marzo, ha visto a Camporeale seduti attorno ad un tavolo, in un incontro tecnico promosso dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, alcuni responsabili del comitato spontaneo dei cerealicoltori di Sicilia, in rappresentanza di circa 400 aziende di Palermo, Enna, Agrigento e Caltanisetta, cinque panificatori nonché il sindaco della stessa città di Camporeale.
Al centro della riunione la proposta di un panettiere di Carlentini, Franco Vescera, brianzolo ma siciliano d’adozione, da anni impegnato nel produzione e valorizzazione di pani ottenuti dalle più antiche varietà di grano autoctoni. Convinto dell’importanza delle produzioni cerealicole siciliane ha lanciato l’invito a creare delle “intese” tra i produttori di grano da un lato e quelli di pane dall’altro. Il comparto, si sa, da tempo non vive momenti felici: oggi il grano viene venduto in Sicilia dai 15 ai 20 centesimi. Prezzi troppo bassi per un agricoltore. D’altro canto si assiste all’utilizzo nei panifici di grani d’importazione, molto diversi per qualità da quelli locali. Due figure, tra l’altro, quella dell’agricoltore e quella del panettiere, che sinora non si sono mai incontrate: è per tale motivo che Vescera ha suggerito di cercare di creare delle piccole “filiere”, in cui chi fa pane possa acquistare direttamente dal cerealicoltore che seminerà sulla base di ciò che gli sarà richiesto e con questi creare degli scambi di idee e dei rapporti di lavoro in cui poter trarre dei vantaggi.
E a proposito di vantaggi che ne potranno derivare questi sono pure tanti: dal punto di vista economico e di quello relativo alla sicurezza alimentare. Il consumatore, infatti, sarà contento anche di pagare qualcosa in più pur di portare sulla propria tavola un prodotto che sa con quale farina è fatto, prodotta nella sua terra, priva di residui e dunque sicura. Tante garanzie per il consumatore ma non solo: ci potrà essere anche una migliore organizzazione del lavoro, si produrrà ciò che serve, il cerealicoltore venderà del grano che prima ancora di essere seminato era già stato “acquistato”. Dunque si potrà meglio progettare il proprio lavoro. La proposta di Vescera è stata poi quella di creare delle Ati, ossia delle associazioni temporanee d’impresa un po’ sulla falsa riga del rapporto che lo stesso ha creato con la Stazione di Granicoltura della Sicilia. Solo dunque le sinergie di lavoro possono dare dei risultati.
D’accordo si sono detti tutti i partecipanti dell’incontro a conclusione del quale si sono già dati appuntamento per altre riunioni. Soddisfatto naturalmente Franco Vescera, che ha potuto vedere realizzarsi così un suo sogno: mettere insieme due mondi che sinora si sono guardati solo da lontano. Il progetto sarà ovviamente seguito con attenzione nelle prossime fasi sempre da Vescera, che metterà a disposizione la sua lunga esperienza e soprattutto la passione, la stessa che sinora lo ha accompagnato nel suo lavoro e che gli ha fatto ben meritare l’incarico ricevuto un paio di settimane fa dall’Assessore all’Agricoltura, Titti Bufardeci, come consulente per l’innovazione e lo sviluppo del comparto cerealicolo. A lui dunque auguri e… buon lavoro.
Gianna Bozzali