Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'azienda

“Abbiamo ridato vita al vigneto del nonno”: la storia di Spuches che produce vini sull’Etna

27 Giugno 2019
copertina copertina


(Vincenzo e Valerio Treffiletti)

di Veronica Laguardia, Castiglione di Sicilia (Ct)

All’interno del Parco dell’Etna, in contrada Rampante a Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, c’è una nuova, piccola, realtà vitivinicola che vale la pena conoscere, è l’azienda agricola Spuches.

I fratelli Treffiletti, Vincenzo e Valerio, oggi continuano il lavoro del nonno Vincenzo, agricoltore dal 1958 fino all’età di 93 anni. L’azienda porta il nome della nonna, Spuches e si trova tra i 700 e gli 800 metri sul livello del mare, in una zona ben ventilata. Seppur da generazioni la Famiglia Spuches-Treffiletti coltiva queste terre, solamente dal 2015 ha iniziato a produrre i propri vini, un Etna rosso Doc ed un Etna bianco Doc, per un totale di 4.500 bottiglie. La maggior parte della produzione è destinata all’estero, in particolare a Stati Uniti, Danimarca e Slovacchia. Percorrendo la rasola – la strada di pietra lavica tipica etnea, in mezzo ai vigneti – i fratelli Treffiletti raccontano come hanno deciso di raccogliere l’eredità del nonno e portare avanti il suo sogno, quello di produrre il loro vino da quei vigneti a lungo coltivati con varietà autoctone. Ed è così che loro si definiscono: “autoctoni”, che hanno vissuto il cambiamento e sono fieri della rinascita che l’Etna sta vivendo grazie al vino, e che considerano quasi un “miracolo”. E, nonostante provengano da un altro settore, hanno scelto di intraprendere quest’avventura e di credere nel vino e nel territorio etneo.


(I vigneti)

La tenuta, costellata da ginestre, da altre piante locali, e grandi pietre laviche, che sembrano quasi messe lì ad arte, si estende per circa otto ettari, di cui, attualmente, gli ettari di vigneto sono due e mezzo, tra viti giovani ed ultranovantenni e sono in programma nuovi impianti. Volgendo lo sguardo verso la Valle dell’Alcantara – da qui la vista è proprio bella – i fratelli Treffiletti parlano del futuro. La priorità è la costruzione della cantina, ma tanti e buoni sono gli altri progetti, soprattutto legati all’enoturismo.


(Il paesaggio dall'azienda)

Anche se a conduzione maschile, le donne della famiglia sono da sempre state fonte d’ispirazione: dal nome dell’azienda alle etichette pensate dalla mamma dei fratelli Trefiletti e soprattutto al nome dei due vini – Badalarc’ – un nome curioso e che resta impresso legato alla storia della famiglia.  Il loro trisavolo, dopo le giornate in vigna, rientrava a casa passando dall’arco d’ingresso, con la moglie sulla giumenta e la esortava, in dialetto siciliano, a stare attenta a non sbattere la testa nell’arco, “bada all’arc” le diceva. Da qui il soprannome di famiglia, Badalacchi, a cui si sono ispirati per connotare l’identità del vino in etichetta.

Il Badalarc’ 2016 Etna Rosso Doc, affinato per sei mesi in botti di rovere di secondo passaggio, si presenta nel bicchiere di colore rosso granato pallido. Naso fine con sentori intensi di eucalipto, pietra lavica, anice, violette e frutta rossa. In bocca di medio corpo con tannini abbastanza fitti e morbidi, sorso teso e fresco con sentori di frutta rossa e spezie dolci. Finale sapido di media lunghezza. Un vino dal carattere territoriale, e con buone potenzialità evolutive: molto interessante anche l’annata 2015.

Il Badalarc’ 2018 Etna bianco Doc, dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, ha un fresco bouquet di fiori di ginestra, albicocca, eucalipto ed erbe officinali. Al palato è freschissimo, elegante, moderatamente persistente e sapido. Anche in questo caso il vino è arricchito da un anno di affinamento in bottiglia; ancora molto buona l’annata 2017.

Azienda Agricola Spuches
Via Nazionale, 78 – Solicchiata, Catsiglione di Sicilia (Ct)
T. +39 393 992 7546
azienda.spuches@libero.it