di Federico Latteri
La storia delle Cantine Ascheri ha inizio a La Morra agli albori del diciannovesimo Secolo, nella località che oggi porta il loro nome e costituisce un'importante cru della Docg Barolo.
Nel 1880 la cantina venne trasferita a Bra, cittadina che grazie alla sua posizione strategica era diventata il più importante centro commerciale della zona, non solo per il vino, ma anche per gli altri prodotti delle attività agricole che si svolgevano in quest'area del Piemonte. Da allora l'azienda è cresciuta con l'acquisizione di nuovi vigneti e lo sviluppo di tecnologie e metodi innovativi.
(Matteo Ascheri)
Alle tenute di La Morra e Bra si sono aggiunte quelle di Serralunga d'Alba e Verduno. Oggi l'azienda produce Barolo da diversi cru e vini di altre importanti denominazioni delle Langhe. Alla sua guida c'è Matteo Ascheri, uomo di grande competenza che è stato per sei anni direttore del Centro di Sperimentazione Vitivinicola per la Regione Piemonte e attualmente è il presidente del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani. Il suo obiettivo è molto chiaro: produrre vini in grado di esprimere il terroir, il vitigno e l'idea del produttore su come dovrebbero essere fatti.
(La cantina)
Per questo motivo ha sviluppato un proprio modo di gestire i suoli e particolari tecniche di coltivazione e potatura. In cantina vengono usate metodologie molto semplici, senza troppa tecnologia e senza l'aiuto di prestigiosi consulenti esterni. Si cerca solo di imparare, acquisendo esperienza vendemmia dopo vendemmia.
(Podere di Sorano)
L'azienda può contare su 40 ettari di vigneto dai quali vengono fuori circa 240 mila bottiglie l'anno. La gamma dei vini è composta da numerose etichette e può essere divisa in due parti, una costituita dalla produzione corrente e l'altra da vini più particolari fatti solo nelle migliori annate. Tra questi ultimi ci è piaciuto molto il Langhe Doc Bianco Montalupa 2015. Si tratta di un prodotto originale, innovativo, forse non tradizionalissimo, nato dalla volontà di realizzare un bianco basato più sulla complessità e sulla struttura che sulla verticalità. L'intenzione è anche quella di conservare il carattere piemontese, mostrando le peculiarità del territorio. E' ottenuto da uve Viognier provenienti da un vigneto piantato all'inizio degli anni '90 a Bra, nel Roero, ad un'altitudine compresa tra 265 e 305 metri sul livello del mare con esposizione a sud. Il suolo qui è di tipo sabbioso marino con intercalare di ghiaie e marne. La vendemmia viene effettuata verso la fine della prima decade di settembre. La vinificazione prevede una fermentazione di 18 giorni a 18 gradi centigradi, che per circa un quarto della massa si svolge in legno. Il 75 per cento del vino affina in acciaio, mentre la restante parte matura in botti nuove di rovere per 4 mesi. Prima dell'immissione in commercio è previsto un periodo di affinamento in bottiglia di minimo 18 mesi.
Il Montalupa si presenta di colore giallo paglierino carico. E' fine e variegato al naso con profumi di albicocca matura in primo piano, poi pesca gialla, un cenno mielato, una nota di vaniglia e sentori di erbe aromatiche. Al palato è pieno, ben strutturato, rotondo e persistente. La potenza e l'intensità gustativa che lo caratterizzano non risultano mai eccessive grazie all'ottimo equilibrio. Sarà interessante seguirlo nel tempo per apprezzarne l'evoluzione. E' perfetto in abbinamento a diversi piatti della cucina di mare. Da provare anche con preparazioni a base di ortaggi, carni bianche e formaggi freschi.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Ascheri
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