L’ALLARME
Si annuncia un anno difficile per gli agrumi siciliani. Colpa dello stallo dell’economia ma anche per lo scirocco nel periodo di raccolta. Il Consorzio conta i danni
Arance spremute
dalla crisi
Allarme rosso per le arance e gli agrumi. Sarà un anno difficile per l’andamento della campagna agrumicola siciliana ma anche nazionale. A dare l’allerta era stata la Cia (Confederazione Italiana agricoltori) nei mesi scorsi, ma a confermare le preoccupazioni in questi mesi è il Consorzio delle Arance Rosse di Sicilia.
Infatti, come spiega Alessandro Scuderi, presidente del Consorzio “nonostante la produzione sia aumentata, la domanda non è sufficiente per equilibrare il mercato”. Così, se si pensava che con il superamento dei contratti di trasformazione industriale degli agrumi, il mercato delle arance sarebbe stato più libero; non si erano fatti i conti con la crisi, che ha mantenuto la domanda stabile e molto poco flessibile. Risultato: i prezzi scendono ma non si vende.
“C’è uno squilibrio tra domanda e offerta, il 30% del prodotto rimasto libero non è stato assorbito, e questo anche a causa delle poche esportazioni, infatti solo il 5-6% del prodotto è destinato al mercato europeo, mentre il 95% a quello interno – sottolinea sempre Scuderi -. Noi stiamo progettando delle strategie per cercare di risollevare la situazione, cercando nuovi canali di mercato puntando soprattutto sulla qualità e l’eccellenza, internazionalizzando il mercato”.
Ma intanto, a causa dello scirocco è aumentato anche il periodo di raccolta (da dicembre a febbraio), infatti le arance tardive sono maturate dopo per il caldo, ma questo ha comportato anche lo slittamento delle vendite in un mercato che non si è svelato disponibile ad allargare il proprio calendario commerciale. “E’ un periodo generale di crisi – aggiunge Alessandro Scuderi – c’è bisogno di una riflessione a 360 gradi. Si stanno attraversando difficoltà in più settori e per altri prodotti come le pere, le mele e le patate, con la sola differenza che questi sono prodotti conservabili, che poi si possono immettere in mercato nel momento giusto; mentre la conservazione delle arance non può superare i 10 giorni, e quindi se la domanda non avviene immediatamente tutto è perso”.
Aurora Pullara