(Marcin Öz e lo staffa al completo)
di Stefania Petrotta, Siracusa
Quella che vi vogliamo raccontare è una storia di cibo, musica, vino, coraggio e, perché no, di un pizzico di incoscienza.
È la storia di Marcin Öz, nome noto per chi segue la musica elettronica. Öz, polacco di nascita, ma da sempre vissuto a Berlino, fondatore insieme all’amico Erlend Øye, della band “The whitest boy alive” e dell’etichetta discografica “Bubbles”, arriva a Siracusa proprio seguendo Erlend. E se qualcuno stesse pensando che il nome di Øye non gli suoni nuovo, stiamo proprio parlando di uno dei “Kings of convenience”, duo norvegese che raggiunse il successo europeo all’inizio del nuovo secolo ed esplose in Italia nel 2004 con la famosissima “Misread”.
(Marcin Öz)
Una vita insieme sul lavoro, tra palchi e musicisti, quando Øye nel 2012 si trasferisce a Siracusa con la madre, Marcin lo viene a trovare almeno una volta al mese. Il suo trasferimento quindi è semplice conseguenza di un innamoramento nei confronti non solo di una città bellissima, ma anche di una terra che gli si offre totalmente diversa da quella nella quale aveva vissuto fino a quel momento. “Quando sono arrivato la prima volta – racconta Öz – sono rimasto abbagliato dalla bellezza di questa città, dal clima, dai colori e dai suoi prodotti. Ma la cosa che mi ha colpito di più è che fino ad allora avevo vissuto tutta la mia vita tra artisti di ogni genere in una città, Berlino, che ne accoglie un’infinità. Qui invece mi sono relazionato con gente faceva lavori “normali” e per me molto più affascinanti: il pescatore, il contadino, il piccolo produttore. Gente che ogni mattina si alzava presto per andare a lavorare e la sera preferiva stare a casa con la famiglia piuttosto che uscire e fare tardi”.
Un mondo inedito per lui a cui subito si appassiona grazie alle tante amicizie nuove, come quella con i fratelli Mazzara della “Campisi Italia” ed è grazie a loro, che gli mettono a disposizione terreni e strumenti, che Marcin diventa vignaiuolo. Con loro infatti fonda la “Vini Campisi”, azienda che lavora solo in biologico e produce vini naturali (ad eccezion fatta del bianco) che ha sede a Pachino in provincia di Siracusa nella contrada “Buonivini”, culla del Nero d’Avola fin dall’epoca fenicia. Ma Marcin è un artista, lo abbiamo detto, e quindi oltre a fare il vignaiolo e a mantenere l’etichetta discografica, la sera, specie d’inverno, si ritrova a casa di Øye a suonare con gli amici. Ed è qui che conosce, in veste di chitarrista, Marco Cappuccio, ultimo discendente di quella che forse è la più nota pescheria di Siracusa. I due in realtà si conoscevano di vista perché da sempre Öz era cliente della pescheria, ma è solo frequentandosi che maturano insieme l’idea di aprire un piccolo locale dove pranzare in maniera easy.
“La cucina è sempre stata una delle mie passioni ma di aprire un ristorante non me la sentivo, troppo impegnativo. Invece una friggitoria di pesce, piccola e in posizione strategica davanti la pescheria, che piacesse sia a chi abita qui che ai turisti e desse un’alternativa di street food, quello sì che mi intrigava”. “Öz e Cappuccio” apre ufficialmente i battenti, in quello che era un piccolissimo garage dentro al mercato di Ortigia, il primo agosto 2017 con un solo piatto, l’insalata di polpo, a cui nei giorni seguenti si vanno aggiungendo altri piatti fino a concludere la prima settimana con sette proposte. Ed è immediatamente un successo. Risulta da subito evidente che non sarà solo una friggitoria ma un progetto gastronomico di più ampio respiro dove l’ispirazione Marcin la prende dai propri viaggi e dalla multiculturalità di cui è impregnato, ma il cui pensiero è chiaro e rigoroso e si riassume in tre parole, biologico, locale e stagionale, che trovano in questa terra facilità di applicazione. Oggi il menù propone, oltre alle fritture e agli hamburger, una serie di piatti il cui ingrediente principale resta sempre il pesce locale fresco di giornata ma declinato in piatti provenienti da tutto il mondo.
(Panzanella)
È il caso della panzanella con alici nella quale una delle insalate più fresche della cucina toscana viene abbinata ad alici leggermente marinate e ad un pesto di basilico, o quello del ceviche di pesce mediterraneo, proposto con palamita, anch’essa appena marinata. Piatti freschi e saporiti eseguiti alla perfezione e, sebbene offerti in piatti usa e getta rigorosamente riciclabili e biodegradabili, presentati con garbo e senso estetico. Il locale è piccolo, non c’è servizio al tavolo, non c’è neanche il bagno, ma sgabelli e tavoli alti d’appoggio e personale affabile e gentile pronto ad aiutarti anche nella difficilissima scelta. Si ordina alla cassa, si lascia il nome, ci si siede e si aspetta che portino i piatti seduti accanto a stranieri di tutte le nazioni e ragazzi locali. Cucinano a vista Giacomo Lombardo e Keith Kelleher. Una cucina senza fuochi, solo una friggitrice potentissima e un frytop, ma con attrezzature che non ci aspetteremmo, come il Roner, indice della particolarità delle proposte. Alla cassa Sisio, neanche a dirlo deejay.
“L’attività è nata senza professionisti, eravamo tutti artisti. Io all’inizio lavavo i piatti e facevo i lavori pesanti ma per me era importante vedere il locale da questa prospettiva per capire come aggiustare il tiro. Oggi siamo alla terza stagione. I miei fornitori li conosco uno per uno, in fondo sono i miei colleghi perché anch’io sono un agricoltore. D’estate apriamo anche la sera e spesso mettiamo un cocktail bar esterno e facciamo musica dal vivo. I nostri clienti sono per lo più turisti. Siracusani pochi. Secondo loro facciamo piatti strani e siamo cari. Quello che dispiace è proprio comprendere che la gente non sappia nemmeno quanto costa il pesce al mercato perché, altrimenti, capirebbe che i nostri prezzi sono dovuti alla qualità delle materie prime. Perfino le farine che utilizziamo per le fritture sono il frutto di una lunga ricerca”. Da bere naturalmente i vini della sua azienda oltre ad una birra industriale e alla birra artigianale “Alveria” del birrificio siracusano premio Miglior Birrificio – Best in Sicily 2019, con cui sperano presto di realizzare una saison ad hoc per loro che ben si accompagni, con la sua acidità, a tutti i piatti, dai fritti alle insalate.
Öz e Cappuccio
Via Emanuele Giaraca, 8 – Siracusa
t. 0931 1960301
Orario: 12-15.30
Chiuso: lunedì
Ferie: da fine ottobre a inizio aprile
Carte di credito: tutte tranne American Express e Diners
Parcheggio: no