di Marco Sciarrini, Roma
In un insolita giornata uggiosa di maggio, si è tenuta a Roma all’Hotel Westin Excelsior la seconda edizione della manifestazione Lazio Prezioso 2019, promossa della rivista Cucina&Vini e diretta dal giornalista Francesco D'Agostino.
Lazio Prezioso è la concretizzazione di una idea che pone al centro dell'interesse degli appassionati, le migliori produzioni del territorio laziale. Fare squadra per valorizzare il brand territoriale, sfruttando una vetrina privilegiata, in grado di intercettare un pubblico cosmopolita e sempre più consapevole. Con questo spirito, l’evento, quest’anno organizzato per la prima volta in collaborazione con Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio, ha raccontato il ricco paniere regionale in un unico imperdibile appuntamento. In vetrina, i vini dell’intero territorio, con una prevalenza di produttori in arrivo della provincia di Roma, non a caso il comune agricolo più grande d’Europa. Nel banco d’assaggio, è stato possibile degustare prodotti provenienti da ogni provincia, insieme ad alcuni dei prodotti agroalimentari più rappresentativi, a partire dai salumi e dai formaggi.
Francesco D’Agostino, direttore di Cucina & Vini racconta: “E' indiscutibile che il Lazio abbia delle tradizioni antichissime in termini di produzioni agroalimentari e che Roma ne rappresenti il mercato principale, oltreché il più strategico. E se da una parte l’incremento dei volumi ha determinato negli anni '70 una decisa flessione della qualità media, lasciando enormi spazi di mercato a produzioni esterne alla regione, dall’altra l’inversione di tendenza degli ultimi venti anni, specialmente nel vino, ha trovato un riscontro positivo nella critica, pur non creando ancora tra i consumatori una consapevolezza diffusa sugli effettivi livelli di qualità del nostro comparto agroalimentare, in questo contesto, Lazio Prezioso vuole dunque dare un contributo decisivo per la promozione e la valorizzazione dell’ampia gamma di prodotti che, al pari di quelli provenienti dalle aree più blasonate del Paese, hanno un grande valore economico e culturale. Ma l’unico modo per riuscirci è fare rete per superare i campanilismi e per costruire insieme quel sano orgoglio territoriale, utile a dare un impulso fondamentale al brand Lazio”.
Nei banchi di assaggio abbiamo particolarmente apprezzato:
Falesco – Famiglia Cotarella
Ferentano; Lazio Igp, da uve roscetto 100%, il terreno è Friabile e ricco di scheletro la Vinificazione avviene con criomacerazione per 8 ore a temperatura di 8°C, la fermentazione in acciaio inox, affinamento 4 mesi in barrique. Si presenta di colore oro chiaro, al naso emergono morbide sensazioni di frutta tropicale come ananas e seguono aromi di agrumi e delicate sensazioni di ginestra e vaniglia. Il sorso è esuberante, avvolgente, morbido e di grande persistenza.
Soente; Lazio Igp, Viognier 100%, terreno friabile, ricco di scheletro, fermentazione in acciaio inox, affinamento in tini di acciaio. Strutturato ed avvolgente dal colore oro luminoso, al naso pesca bianca con un aroma di ananas e cedro, accanto a soffi floreali e cenni di salvia. Sapore salino, teso, corposo, molto mediterraneo, caldo ma non pesante, deciso e setoso al tempo stesso, di grande carattere. Finale di formidabile persistenza;
Emiliano Fini
Libente igt; L’azienda si trova ai piedi del grande apparato vulcanico dei Colli Albani, su terreni tipici dell’attività vulcanica risalente a 360.000 anni fa. Le vigne risiedono sui prodotti vulcanici finali della fase “Tuscolano-Artemisio”, ovvero su terreni costituiti da piroclastiti a consistenza tufacea, tufi con scorie e lapilli. La tipologia di terreni regala una decisa impronta minerale ai vini. Il nome del vino nasce dall’unione dei due venti che battono con intenti opposti le vigne, il Libeccio ed il Ponente i quali, spirando dal mare, portano la brezza marina tra i filari. Le uve, malvasia puntinata in purezza, vengono pigiadiraspate e raffreddate per essere sottoposte a macerazione pre-fermentativa a freddo, al termine della quale avviene la pressatura soffice. La fermentazione in acciaio a temperatura controllata. La maturazione prosegue sulle fecce fini in vasche di cemento per 7 mesi. Segue affinamento in bottiglia. Il vino si presenta colore giallo paglierino luminoso con riflessi dorati. La trama olfattiva è delicata, caratterizzata da note minerali e agrumate, bouquet di fiori bianchi, delicate erbe aromatiche e accenni di cera d’api. In bocca la mineralità è predominante, affiancata da freschezza e sorso vigoroso e consistente. Chiusura lunga su scia sapida.
Poggio Alla Meta
Maturano bianco Igt Frusinate; L'Azienda agricola si trova nel basso Lazio ai confini con il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, con vigneti nel comune di Alvito nella Valle di Comino che geograficamente si presenta come un'ampia conca quasi circolare di 244 chilometri quadrati in larga parte circondata da monti (Monti della Meta, da cui il nome aziendale) e nella Media Valle del Liri nel territorio comunale di Pescosolido. Il terreno è di marne calcaree che costituiscono un substrato marnoso-arenaceo(a scheletro prevalente), derivato da fattori pedogenetici differenzianti, specie in alcuni tratti esposti a sud, con pendici sottoposte a degradazioni atmosferiche di epoche diverse. La cantina è stata progettata con metodologie avanzate che sfruttano il freddo e la forza di gravità consentendo la lavorazione a caduta e limitando l'impiego di pompe meccaniche per il sollevamento delle masse. Il vino, Maturano bianco 100% 3 mesi acciaio + 2 mesi bottiglia, è un antico vitigno della media Valle del Liri e della Val di Comino di cui non si conoscevano le potenzialità viticole e le caratteristiche organolettiche del vino, ha un profumo avvolgente non aggressivo e con uno spiccato quadro aromatico in cui si evidenziano le composte di frutta tropicale quale papaya, mango, pompelmo con chiusura minerale in cui spicca la ginestra. Il Vecchio doc Atina riserva 2015 Cabernet sauvignon 75% Cabernet franc 10% Merlot 15%. Vino con evidenti note fruttate e floreali, balsamiche frutta secca e spezie equilibrato nella struttura in cui morbidezza e tannini autorizzano abbinamenti con la cucina mediterranea ed internazionale. Il gusto sintetizza la personalità del vino in un'intensa e durevole persistenza aromatica. 6 mesi acciaio + 6 mesi barrique I + 6 mesi barrique 2° passaggio. Nota curiosa, all’epoca del loro impianto le barbatelle, 20 anni fa, furono piantate a Bordeaux e dopo un anno portate in loco per l’allevamento.
Cantina Le Macchie
Le feritoie Malvasia Lazio Igp 2016; 100% Malvasia, azienda situata sulle colline tra la conca Reatina e il Monte Terminillo, l’altitudine è compresa tra i 610 e 650 mt s.l.m. con esposizioni a sud per i vitigni tardivi, a sud-ovest per i vitigni precoci. Il terreno risulta essere di medio impasto tendente all’argilloso ricco in minerali. Macerazione pellicolare, pressatura soffice, fermentazione a temperatura controllata. Quattro mesi in tonneau francesi e 24 mesi in bottiglia. Colore giallo paglierino luminoso, cristallino e consistente. All'olfatto note aromatiche, fiori d'arancio e di gelsomino, pesca a polpa gialla, salvia e anice. Naso intenso, complesso e fine. In bocca è secco, caldo, moderatamente morbido, fresco e sapidità che sale nel finale, intenso, persistente con fine freschezza e sapidità.
Cantina Merumalia
Primo Riserva Frascati Superiore Riserva Docg 2016, vitigni Malvasia del Lazio, Greco, Bombino, la fermentazione dei mosti, ottenuti da pressatura molto soffice, è attivata con lieviti selezionati ed avviene in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. L'affinamento avviene in acciaio ed in bottiglia per almeno 12 mesi. Colore giallo paglierino brillante con riflessi dorati , al naso intriganti ed ampi profumi fruttati e all’assaggio decisa presenza minerale di lunga persistenza con acidità rinfrescante e persistente. L'assaggio è pieno ed elegante, con esplosione di mineralità.
Vigne del Patrimonio, Metodo Classico
Aladoro Brut Metodo Classico, 30 mesi sui lieviti 100 % Chardonnay, il 30% della massa fa passaggio in barrique di secondo e terzo passaggio. I vigneti sono allevati su soleggiate pendici di origine vulcanica e favorite da brezze marine nella maremma laziale a circa 250 m. slm. Trentasei mesi sui lieviti e un’ulteriore sosta di un anno in bottiglia, ha acquisito toni eleganti di crosta di pane, nocciola, agrumi e fiori bianchi, mossi al palato da un assaggio succoso e sapido, nobilitato da una carbonica felicemente fusa al tessuto aromatico. Il nome dell’azienda si deve al suo legame con il territorio, infatti la denominazione storica dell’attuale provincia di Viterbo era “Provincia del Patrimonio di S. Pietro”, quando faceva parte dello Stato Pontificio.
Terre di Marfisa
Zamanthi Igt Lazio Vermentino. Zamanthi che in antica lingua etrusca significa oro, è prodotto dalla vinificazione in purezza di uve Vermentino assorbe tutta la forza e la mineralità dei terreni di tufacei di natura vulcanica di matrice tufacea, ricchi di pietre, con esposizione a sud-est e beneficia della brezza del mar Tirreno non lontano dalle colline su cui cresce il vigneto. Colore Brillante, giallo paglierino con riflessi verdognoli, al naso profumi intensi con note minerali, floreali e aromatiche, in bocca Equilibrato, bella freschezza e sapidità con un finale molto piacevole e persistente.
Colletti Conti
Arcadia 2016 – Frusinate Igt Bianco. Vinificato in acciaio a temperatura controllata (14 °C.); affinamento in acciaio per ben 2 anni prima dell’imbottigliamento eseguito a dicembre 2018. Da uve Manzoni bianco in purezza. Negli anni 1930-1935, Luigi Manzoni, insegnante nella Scuola di Enologia di Conegliano, si dedicò a creare nuove varietà mediante incroci intervarietali. Tra questi, il più riuscite è, senza dubbio, il Manzoni bianco (inizialmente denominato “Incrocio Manzoni 6-0-13), un incrocio tra Pinot bianco e Riesling Renano. Il vitigno si caratterizza per una produttività molto bassa, con grappoli di piccole dimensioni (mediamente 60-80 grammi). L’uva è particolarmente interessante per le sue caratteristiche tecnologiche: anche in climi caldi, mantiene acidità molto spiccate anche in presenza di gradazioni zuccherate importanti. Se ne ricava un vino bianco di grande corpo, con gradazioni alcoliche elevate, tuttavia ben bilanciate da una vivace acidità, profumi intensi di fiori efrutti tropicali e spiccata sapidità. A tavola, non disdegna l’abbinamento con primi piatti anche di carattere (tonnarelli cacio e pepe); perfetto con formaggi, anche stagionati. Potremmo dire che si comporta come un vino rosso “travestito” da vino bianco.
Romanico 2014 – Cesanese del Piglio Docg Superiore Alc. 15% Vol. – Vinificazione in acciaio Affinamento 16 mesi in barrique di 1°, e 2° passaggio) – Blanda filtrazione e successivo affinamento in bottiglia. Da uve Cesanese di Affile in purezza, provenienti da un vigneto dedicato alla sua produzione. Con il Romanico si vuol dare al Cesanese una veste più elegante, raffinata nonostante la maggiore concentrazione: ai sentori tipici del cesanese si affiancano, senza mai essere preponderanti, le note terziarie derivanti dall’affinamento in legno; così, accanto ai frutti rossi si sottobosco, al lampone, alla visciola, alla violetta, troviamo note di tabacco e di pepe nero, che ne completano e complessano delicatamente le note aromatiche. Anche qui l’abbinamento consigliato è quello classico per i vini rossi, con particolare predilezione per i piatti tipici della cucina tradizionale romana. Il nome del podere è dovuto ad una precisa circostanza storica, esso, infatti, già proprietà della famiglia Conti, fu acquistato dalla famiglia Caetani durante il pontificato di Bonifacio VIII, come attestano i documenti tuttora conservati presso l’Archivio della Fondazione Caetani in Roma.