(Salvatore Barbara e Salvo Patané)
di Stefania Petrotta, Siracusa
Si chiama “Incanto” il ristorante dell’Ortea Palace Luxury Resort di Siracusa e mai nome fu più azzeccato.
Il ristorante, posto all’ultimo piano dell’hotel 5 stelle lusso ubicato nell'ex Palazzo delle Poste, grazie alle sue ampie vetrate, gode infatti di una vista mozzafiato sul Porto Piccolo e sul Golfo di Ortigia che catturera immediatamente qualsiasi cliente. Come per il resto dell’albergo, gli arredi sono lussuosi e ricercati: comode poltrone rivestite in velluto per le sedute, tavoli in vetro trasparente che lasciano vedere i marmi del pavimento e piatti decorati con temi richiamanti le rappresentazioni greche che a Siracusa ogni primavera la fanno da padrone. Perfino i portatovaglioli sembrano dei piccoli gioielli. E luce, tanta luce. La stessa che si ritrova in tutte le 75 camere e suite, che sia quella solare del giorno o quella artificiale delle luci dell’isola di Ortigia la sera.
(Ortea Palace)
26 i coperti, divisi in 13 tavoli da due ovviamente modulabili a seconda delle esigenze. In cucina, a capo di una brigata di sette elementi, l’executive chef è Salvatore Barbara, chef giramondo che finalmente pare abbia trovato la sua casa. Quarantacinquenne trapanese formatosi prima all’Istituto Alberghiero della sua città e poi all’Institut Paul Bocuse, in cucina da quando aveva 16 anni, a 21 inizia a girare il mondo col Club Méditerranée: Grecia, Francia, Guadalupe, Martinica, Haiti, Nuova Caledonia, Singapore, Indonesia, Giappone, Maldive, America sono le sue case per dieci anni. In mezzo ci sono le esperienze sulle navi da crociera e a seguire quelle importantissime siciliane del Kempinski di Mazara del Vallo (Tp) e del Rocco Forte di Sciacca (Ag).
(Salvatore Barbara)
Finché non ricomincia ad avere sete di estero ed è la volta dell’Azerbaijan, della Russia e della Lituania. Sempre rigorosamente alberghi a 5 stelle. Oggi pare abbia trovato pace all’Ortea dove ha iniziato come consulente in prossimità dell’apertura del ristorante, nel settembre del 2018, qualche mese dopo l’inaugurazione dell’hotel, e poi tanto è piaciuto alla proprietà che è rimasto executive chef. “Crescere con un’azienda – racconta – è una delle esperienze più incredibili che ci siano. L’hotel è uno dei più belli dove sia mai stato, la mia squadra è composta tutta da giovani che, come me, adorano le sfide e poi c’è Ortigia che è un paradiso terrestre. Il ristorante si propone con una cucina raffinata e non è facile perché la struttura ha costi elevati e deve mantenere uno standard elevato, ma al contempo ci tocca combattere con la concorrenza di 300 ristoranti che non sempre sono all’altezza, ma che riescono ad accaparrarsi una fetta di mercato. Ecco perché difendiamo strenuamente la scelta gourmet che per noi significa prodotti di prima qualità, territorio, stagionalità e modernità. Ed è sull’innovazione che puntiamo: il percorso è quello della degustazione al fine di dare un’emozione, lasciare un ricordo della Sicilia che sia innovativo ma semplice”.
(Gli interni)
Ci accomodiamo ad un tavolo accanto alla cucina a vista e iniziamo con un cocktail, preparatoci dal bartender Dario Sgroi, a base di bourbon aromatizzato al tabacco, vermouth rosato speziato e bitter al cioccolato.
(Amuse Bouche – Incanto)
Apre la cena un doppio amuse-bouche: da un lato un uovo di quaglia su pan brioche, dall’altro una spuma di latte guarnita con chips di bottarga, germogli di shiso, filamenti di peperoncino e aceto balsamico. Intanto a tavola sono stati serviti dei buonissimi grissini all’olio che nulla hanno da invidiare a quelli piemontesi e una proposta di tre tipi di pane, uno semplice di grano duro, uno ai 5 cereali e uno alla barbabietola.
(Tartare di gambero – Incanto)
Segue l’antipasto. Tartare di gambero rosso, pasta di pistacchio di Bronte, pasta di mandorla Pizzuta, corallo di pane al nero di seppia, pomodorino giallo, mandorle tostate, mirtillo, cappero fritto delle Lipari e fior di sale di Trapani. Normalmente i piatti con così tanti ingredienti ci lasciano perplessi, ma questo è risultato molto equilibrato e per questo lo abbiamo davvero gradito.
(Spaghetti ai ricci – Incanto)
Alla complessità dell’antipasto si contrappone la semplicità del primo: spaghetti ai ricci. Qui da padrona la fa la freschezza della materia prima. Impossibile non fare la scarpetta.
(Secondi – Incanto)
Segue un doppio assaggio. Il “Tonnè Vitel”, tonno scottato alla perfezione con una salsa di vitello e capperi, e l’alice ripiena di gambero di nassa. Ottima chiusura.
(Pre-dessert – Incanto)
La proposta dolce proviene dal pastry chef Giuseppe Tarantino incominciando dal pre dessert, un piccolo pomodoro che in realtà è una sfera di cioccolato che racchiude una crema di lamponi servita su una terra al cioccolato. Segue “Eureka”, variazioni del cioccolato di Modica accompagnate da una mousse di cioccolato di Modica e nocciole dei Nebrodi. Per concludere, i petit four: gelèe ai frutti di bosco, piccole tarte au citron meringate e sablé al cioccolato di Modica e sale. Carta dei vini ampia che parte dal territorio siciliano ma spazia a livello internazionale.
Incanto
c/o Ortea Palace Luxury Resort, Riva Nazario Sauro, Ortigia – Siracusa
t. 0931 16681
Orario: 19,30-23
Chiuso: mai
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no