Un nuovo format dove conoscere i produttori italiani e degustare i loro vini accompagnati dai piatti preparati dallo chef Chiara Guenzi
(Mauro Bertolli, Michael Zuech e Chiara Guenzi)
di Michele Pizzillo, Milano
Due giovani sommelier, Roberto Lo Russo ed Elisa Castaldo, individuano una bella location, pochi gradini sotto il livello stradale, in un elegante condominio che si affaccia su una stradina quasi appartata ma al centro dell’area Arco della Pace – Sempione, una fra le più eleganti zone della Milano da vivere la sera.
Decidono di attrezzarla bene per farne una raffinata location per organizzare degustazioni di vino, cibo, caffè, olio, distillati, formaggi; presentazione di prodotti; meeting ed eventi aziendali. Anche il nome scelto per la location non lascia dubbi sulle finalità: Milano Tasting Room. Roberto ed Elisa hanno le idee precise di cosa vogliono fare. Così coinvolgono una bravissima cuoca, Chiara Guenzi perché la loro realtà è costruita anche sulla constatazione che degustare un cibo o una bevanda non significa solo assaporare, gustare, analizzare e comprendere un alimento, ma anche conoscere la storia e la vita di un prodotto. Quindi, c’è da lavorare sodo per farsi venire delle idee che possano interessare buongustai e wine lover. Intanto hanno messo a fuoco la proposta della Wine Experience, dedicata ai vini più pregiati del mondo: chiunque volesse assaggiare, degustare e comprendere vini introvabili non dovrà fare altro che scrivere a MilanoTasting Room che, nella sua location, non solo porterà i prodotti richiesti, ma si occuperà di trovare compagni di degustazione ed esperti che racconteranno e accompagneranno i partecipanti nel meraviglioso mondo della degustazione.
Sulla loro strada, Roberto ed Elisa incrociano Mauro Giacomo Bertolli, vulcanico wine-writer autore della rubrica “Andar per Vini” su www.ilsole24ore.com , Direttore di www.italiadelvino.com, The WineHunter Tasting Commission per il Merano Wine Festival, che stava pensando di realizzare un ciclo di incontri dal tema “Chiacchierando con il produttore con il bicchiere in mano… senza dimenticare la forchetta” cioè, intervistare un produttore per guidare gli ospiti in un percorso simpatico e coinvolgente finalizzato a fare conoscere il territorio, l’azienda e le persone, oltre ai vini in degustazione.
Un attimo e la partnership è concordata, con il super esperto Bertolli impegnato, a giovedì alterni, a portare il produttore di vino da intervistare perché ha un’offerta molto interessante e, conseguentemente, ha pure una storia da raccontare. L’esordio del format di Bertolli è stato con Michael Zuech, della Cantina Merano, una struttura cooperativa nata nel 2010 dalla fusione della Cantina Burggrafler (fondata nel 1901) e dalla Cantina Merano (fondata nel 1952), che attualmente conta 370 soci per un totale di 250 ettari di vigna e 1,3 milioni di bottiglie prodotte quasi prevalentemente di vini rossi a base di uve Schiava, Lagrein e Pinot Nero. Mentre Bertolli stuzzicava Zuech per farlo parlare della Cantina Merano, dei vini prodotti e del territorio altoatesino, i sommelier servivano in vini previsti per la serata-debutta del format che possiamo definite Bertolli-MilanoTastingRoom. E, cioè:
Weissburgunder “Tyrol” 2017
Un Pinot bianco prodotto in 10.000 bottiglie vinificato e affinato parte in acciaio e parte in legno. E’ un vino elegante con frutti (soprattutto mela) e fiori (gelsomino) che si alternano sia al naso ma, anche, al palato dove si ritrovano un po’ più complessi, unitamente ad una bella freschezza, una grande acidità e una sapidità unica. Un vino alpino con un carattere mediterraneo, insomma. La chef Guenzi lo ha abbinato al polpo cotto a bassa temperatura e cous cous profumato.
Sauvignon “Mervin” 2017
Zuech ci a tenuto a sottolineare che Merano e Bolzano sono le migliori zone per il Sauvignon. E, questo, è veramente un bel vino, anche complesso per i profumi e la piacevolezza in bocca che riserva al momento della degustazione. Intanto c’è una nota agrumata (prevalentemente di mandarino) che sovrasta – ma senza disturbare – un po’ tutti gli altri sentori sia fruttati sia floreali, come la banana, la salvia, il peperone, il pomodoro. Il piatto abbinato è stata la vellutata di asparagi con uovo cotto a bassa temperatura.
Blauburgunder “Zeno” Riserva 2016
Solo 8.000 bottiglie di questo Pinot nero dalla speziatura intigrante che si avverte subito al naso e poi declina in bocca insieme a tutti gli altri sentori che caratterizzano questi vini altoatesini. Ci siamo convinti che il vino proposto in degustazione non era ancora pronto nel senso che è consigliabile tenerlo in cantina ancora qualche anno per poter poi assaporare tutta la sua grandezza. Il piatto abbiano è il filetto di maiale cotto a bassa temperatura con mele alla curcuma.
Lagrein “Segen” Riserva 2016
L’uva per produrre questa bella espressione di Lagrein, arriva da una vigna che ha appena festeggiato l’80^ compleanno. La resa per ettaro non supera i 50 quintali e il vino e la maturazione avviene in barrique e grandi botti di rovere per 16 mesi. Un processo di lavorazione che assicura un vino di colore rosso granata scuro, fruttato con un complesso di aromi che comprende liquirizia, ciliegie, cioccolato amaro. Al palato evidenzia tannini ben strutturati e un morbido ed elegante retrogusto persistente. La chef Chiara ha proposto una mini tagliata di chianina su cetriolo croccante.
Goldmuskateller Passito “Sissi” 2016
Solo 5.500 bottiglie di questo passito ottenuto da uve Moscato giallo (85%) e Gewurztraminer (15%) vendemmiate generalmente nel mese di dicembre e fatte appassire sino a Pasqua. E’ conosciuto anche come l’oro di Merano sia per il colore sia per la pienezza che esprime al palato dopo aver affascinato per i profumi prevalentemente di frutta esotica. Ottimo con il dolce al cucchiaio servito per la serata.
Weissburgunder Five V Years riserva 2012
E’ stata la sorpresa del produttore, questo Pinot bianco che a Merano hanno prodotto dopo aver trovato la vigne giusta, nel 2010, quando è entrato nella cooperativa Castel Tyrol. La produzione di uva è limitata a 30 quintali per ettaro e un terzo del vino è affinato in botte grande. Complessivamente, l’affinamento, in acciaio, è stato di cinque anni. E, spesi bene, perché è un grande vino, dagli aromi sontuosi e avvicenti di mandarino, mango, miele e una bella nota speziata. Fresco e sapido è la prima caratteristica che si avverte in bocca, prima di sfociare ad una conclusione veramente infinita.
Il prossimo appuntamento è il 9 maggio, con Silvano Bolmida, produttore di Monforte d'Alba, che porterà 5 vini, tra cui ben 2 Baroli e una sorpresa finale! Il tutto accompagnato da piatti in abbinamento della chef Chiara Guenzi.
MilanoTastingRoom
Via Giovanni Randaccio, 8 – Milano
T.02 47706746, 348 2937804
www.milanotastingroom.com
info@milanotastingroom.com