L'intervista con lo chef-patron del ristorante siracusano: “Il turismo si sta sviluppando e crescono anche le attività. Ma ho l'impressione che sia tutto un po' disordinato”
(Giovanni Guarneri e la sua brigata)
di Stefania Petrotta
Un mese fa le due giornate della festa delle Soste di Ulisse al Grand Hotel Minareto di Siracusa e oggi tracciamo un bilancio con Giovanni Guarneri, chef patron del ristorante Don Camillo sempre a Siracusa, che è stato, insieme a Marco Baglieri, chef patron del Ristorante Crocifisso di Noto, pedina importante nell’organizzazione dell’evento.
“In realtà – sottolinea – siamo stati tutti coinvolti. Ognuno ha avuto un ruolo fondamentale però è chiaro che i referenti sul territorio siamo stati io e Marco perché eravamo noi ad avere qui a Siracusa contatti ed agganci. Com’è anche vero che la proposta di fare l’evento a Siracusa è naturalmente partita da me, non solo perché amo questa città che mi ha adottato tanti anni fa (lo chef è palermitano), ma anche perché sono stato tra i fondatori delle Soste di Ulisse e quindi ci tenevo ancor di più”. E da Guarneri è partita anche la proposta del Minareto come luogo in cui ospitare l’evento. “Conoscevo il posto e ho sempre pensato che fosse straordinario con la sua vista sul mare e su Ortigia che per me è uno dei luoghi più belli al mondo. E poi la festa si faceva in primavera ed ero sicuro che fosse un periodo perfetto per esaltare la bellezza del Minareto”.
Una grande responsabilità, quindi, che non gli è pesata grazie al contributo di tutti gli organizzatori che ne hanno condiviso i compiti. La festa, lo sappiamo, è andata molto bene con una grande affluenza nonostante Siracusa sia una città di appena 120.000 abitanti. Il pienone della domenica a pranzo e del lunedì sera è stato quindi un grossissimo risultato. “Possiamo dire – continua Guarneri – che il risultato è stato ancora più apprezzabile perché la città non è abituata a questi grandi eventi. Adesso ci sarà anche Sicilia en primeur e quindi spero che entrambi abbiano una bella ricaduta su Siracusa, sebbene la città stia già molto bene turisticamente parlando”. Ed effettivamente dal punto di vista delle presenze, Siracusa cresce di anno in anno e contemporaneamente crescono le attività sebbene lo chef lamenti una crescita dello sviluppo turistico un po’ “disordinata”, un fenomeno che andrebbe seguito con più attenzione a suo parere, iniziando con una migliore organizzazione del trasporto pubblico e non tralasciando una gestione più controllata dell’arredo urbano e delle strutture esterne delle varie attività, motivo per cui lui stesso non ha dehors.
(Il ministro Gian Marco Centinaio e Giovanni Guarneri)
“Sono arrivato con mamma e papà a Siracusa da bambino e me ne sono subito innamorato. Qui tutto è bellezza: il mare al tuo fianco mentre cammini per strada, innumerevoli scorci romantici, la gente che passeggia a braccetto ed ogni pietra che racconta una storia. Mi ritengo molto fortunato a vivere qui e penso che sia molto bello che ci siano tanti giovani che si stanno approcciando imprenditorialmente a questo settore, sebbene creda che anche questo sviluppo dovrebbe essere maggiormente regolato. Ricordo che quando aprii il mio secondo ristorante in via delle Maestranze nel 2005 ero solo, oggi ce ne sono 9. Badate bene, non sto dicendo che sia un male, però si corre il rischio che il mercato si saturi anche di imprenditori dell’ultima ora che non abbiano idea di cosa voglia dire lavorare nel settore con un conseguente abbassamento della qualità non solo dell’offerta ma anche, ed è questa la cosa che mi preoccupa maggiormente, dei fruitori”. Problema che tocca poco, in verità, il Don Camillo. Essendo infatti il ristorante “gourmet” di riferimento, da 30 anni nella guida Michelin, la clientela di Guarneri è altolocata, “colta” e internazionale. Molti anche i siciliani che vengono per mangiare i suoi piatti da tutta l’isola e buona la presenza di siracusani, sebbene per lo più limitata ad occasioni particolari. Insomma anche quest'anno la stagione si prospetta fruttuosa per questo ristorante aperto nel 1985 da un ventunenne Giovanni insieme a mamma e al papà Camillo, ex chef dello storico e famoso ristorante “Bandiera” di Siracusa, che oggi mantiene una proposta di piatti storici molto apprezzata dai clienti insieme a piatti decisamente più moderni per un’offerta che riesce a contentare qualsiasi palato.