(Attilio Scienza, Daniela Scrobogna e Valentino Di Campli)
di Marco Sciarrini, Roma
Un seminario di approfondimento unico, dedicato al Montepulciano d’Abruzzo, portabandiera dei vini della regione e tra i più grandi vitigni a bacca rossa diffusi nel mondo.
Ospite del seminario, Attilio Scienza, che in anteprima assoluta ha illustrato i suoi ultimissimi e innovativi studi condotti sul Montepulciano d’Abruzzo presso l’Università degli Studi di Milano, svelando di volta in volta le singole realtà produttive. A guidare l’assaggio il presidente del Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo Valentino Di Campli, e Daniela Scrobogna, docente della Fondazione Italiana Sommelier. Grazie alla collaborazione con il Consorzio Vini d’Abruzzo, racconta Scienza “abbiamo deciso di realizzare un Seminario di degustazione che racconti le molte sfaccettature di questo vitigno, presente nei diversi terroir della regione, dalla Valle Peligna, in provincia de L'Aquila alle colline interne della provincia di Pescara, fino alla fascia collinare litoranea dove la coltivazione si è diffusa a partire dagli anni 50”.
Lo studioso spiega come il Consorzio sia il primo che utilizza strumenti di precisione per sviluppare la qualità dell’uva e del vino, tanto che in un territorio vocato per il Montepulciano anche i vini a bacca bianca stanno dando un nuovo volto all’Abruzzo. In questa regione sono 32.000 gli ettari vitati e ben il 52%, cioè 17.000 ettari, sono coltivati a Montepulciano. Il primo interrogativo che si è posto alla platea è stato Montepulciano vitigno toscano o abruzzese? La risposta a tale domanda ha varie conclusioni. Una è quella per cui la confusione nasce probabilmente dalla sinonimia del Sangiovese a Montepulciano (in provincia di Siena) con il Prugnolo vitigno noto anche in Abruzzo fino al '700, dove era vinificato con un altro vitigno delle zone montane toscane. Un’altra è che il Prugnolo o Pugnolo toscano si ritiene derivato dalla domesticazione di una vite selvatica. Altra è che la presenza nel Chianti, ma proveniente dalla maremma, di un vitigno chiamato Pugnatello che presenta un profilo del Dna uguale a quello del Montepulciano che sta a testimoniare come già dai Medici ci fossero scambi e rapporti commerciali fra le due zone. La contesa storica del Montepulciano inizia con i primi studi, già dal 1854 in una Monografia su Sulmona e a seguire nel 1875 in area Peligna e nel 1878 con studi della Commissione ampelografica abruzzese in cui abbiamo tracce del vitigno e, a seguire, nella prima metà dell’ottocento appare la sinonimia con il Prugnolo Gentile coltivato a Montepulciano, che solo nel 1995 sarà identificato nel Sangiovese Grosso.
Nel 1894 il Conte Alexandre Odart, Conte di Tours che dedicò interamente la sua vita all'ampelografia, studiando il Vaiano, descrive il Sangiovese dolce, quello che sarà identificato nel Sangiovese piccolo, nel 1916 alcuni studiosi distinguono il Sangiovese grosso e il Sangiovese romagnolo, e nel toscano distinguono più tipologie tra cui il Brunello, il Morellino ed il Prugnolo. Nel 1994 gli scienziati Antonio Calò e Angelo Costacurta definiscono attraverso degli studi approfonditi le differenze genetiche tra il Sangiovese e il Montepulciano. Molte sono le strade che conducono a vitigni del sud Italia e portati verso nord, alcuni ceppi presi in Grecia hanno un Dna perfettamente uguale, portati probabilmente sulla rotta dell’antico Mar Adriatico in età greca attraverso un percorso detto degli Ateniesi, una corrispondenza con il mito di Ulisse, con tracce di contaminazione viticola geneticamente identica, che si trova anche in Montenegro, Croazia, Slovenia in un percorso che prevedeva la traversata dell’Adriatico in corrispondenza del Conero, dove le correnti consentivano un passaggio tranquillo.
Scienza spiega come in Abruzzo si hanno 3 fasce climatiche e di suoli, fascia sul mare, quella interna e quella esterna che costeggia l’Appennino, da un punto di vista dei suoli non ci sono grandi differenze tra le province di Chieti e Pescara, quello che cambia è all’interno dei territori. Daniela Scrobogna che ha guidato la degustazione evidenziando come il metodo innovativo della Zonazione messo in campo con il famoso “Codice Citra” rappresenti un nuovo approccio, non solo per le pratiche agricole, ma anche per la comunicazione del valore che questi comportamenti hanno poi sulla qualità del prodotto. Passando poi ai caratteri del Montepulciano, ha evidenziato come riesce ad essere poliedrico, questo vitigno, che come altri rossi immediati di pronta beva, alla fine riesce ad avere diverse sfaccettature, dovute sia alla diversità del terreno, in particolare delle tre fasce che ricordava Scienza ed in particolare quella più vicina alla costa dove la luce e l’influsso marino dell’Adriatico incidono sulle caratteristiche del vino, ed anche sulle due grandi montagne abruzzesi, il Gran Sasso e la Maiella che influiscono sia per le escursioni termiche, che per il microclima, sulle caratteristiche dei vini.
Di seguito l’elenco dei produttori con le loro etichette, in una orizzontale che ha visto degustare l’annata 2015:
Provincia di Chieti
- Montepulciano d’Abruzzo Caroso Riserva 2015 – Citra
- Montepulciano d’Abruzzo Lupus 2015 – Tilli
- Montepulciano d’Abruzzo Ursonia 2015 – Il Feuduccio di S. Maria d’Orni
- Montepulciano d’Abruzzo Cantico 2015 – Cantine Mucci
- Montepulciano d’Abruzzo Don Giovanni 2015 – Buccicatino
Provincia di Pescara
- Montepulciano d’Abruzzo Vigna Vetum 2015 – Terzini
- Montepulciano d’Abruzzo Invidia 2015 – Chiarieri
Provincia di Teramo
- Montepulciano d’Abruzzo 2015 – Cerulli Spinozzi
- Montepulciano d’Abruzzo San Felice 2015 – Tenuta Torretta
Provincia de L'Aquila
- Montepulciano d’Abruzzo Arboreo 2015 – Pietrantonj