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La degustazione

I migliori vini italiani secondo Luca Maroni: i nostri migliori assaggi

20 Febbraio 2019
Luca_Maroni Luca_Maroni


(Luca Maroni)

di Marco Sciarrini, Roma

Quattro giorni di ritorno alla semplicità dei sapori ancestrali, legati alla nostra memoria, ed esaltazione della sensorialità sono le ispirazioni della XX^ edizione della manifestazione i migliori vini italiani 2019 di Luca Maroni a Roma. 

Alla scoperta della consistenza, dell’equilibrio, dell’Integrità del vino, concetti che costituiscono le fondamenta del metodo di assaggio del vino di Luca Maroni. Anche quest’anno è stata scelta la location del Salone Delle Fontane nello storico quartiere dell’ Eur. L’edizione 2019 de “I Migliori vini italiani” ha voluto rappresentare  un inno alla celebrazione dei sensi (olfatto, gusto, tatto, vista, udito) e un ritorno alla semplicità più vera e profonda, in un cammino verso la scoperta dei sentori della terra, dei profumi della vigna e la meraviglia di due degli alimenti più importanti della vita, il pane e il vino, compiendo un percorso verso le nostre radici e le piccole cose che rendono degna l’esistenza. La manifestazione 2019 è stata anche l’occasione per far scoprire al grande pubblico, il metodo di Luca Maroni grazie a un viaggio sensoriale nel vino, facile e immediato per tutti. Un susseguirsi di eventi, presentazioni, attività, degustazioni vino e di prodotti agroalimentari (in collaborazione con le Chicche della Tuscia), performance artistiche tra le quali  la Dance-Painting del performer/pittore/produttore Maurizio Pio Rocchi, accompagnato dalla “danseuse” Vanessa Valle, musica e, novità di quest’anno, di cene degustazione in cui lo stesso Luca Maroni ha condotto i presenti attraverso i loro sensi nell’abbinamento cibo/vino. I numeri di questa edizione hanno visto oltre 100 espositori, più di 500 etichette alla mescita, oltre 10.000 presenze. 

Come dicevamo le tre pietre miliari del metodo Maroni: la consistenza è il volume espressivo del vino, determinato dalla sua ricchezza, e riguarda la persistenza e la longevità potenziale del vino l’equilibrio è l’armonia fra i componenti, tale che il gusto del vino risulti all’assaggio morbido e risulti armonico il rapporto tra acido e amaro, l’integrità è l’assenza nel gusto-aroma del vino di difetti di trasformazione enologica (sulfureo, acetoso, lattoso, svanito, legnoso) e di ossidazione. La qualità, la purezza, la fragranza dei componenti del vino esprimono, quindi, la caratura tecnica e la longevità potenziale del vino. Tanto più consistente, equilibrato e integro è il gusto del vino in esame, tanta più piacevole il suo gusto-aroma, tanto più alta la sua qualità organolettica. Olfatto, vista, udito, tatto e gusto diventano così cinque immediate chiavi di lettura diverse: affidandosi ai sensi si arriva alla scoperta del buon vino. 

Durante la serata inaugurale si è tenuta la premiazione dei Migliori Vini Italiani del 2019, in base alla celebrazione dei punteggi, che ne rispecchiano la qualità. Luca Maroni ha anche commentato l’annata appena trascorsa: “L’annata è stata particolarmente calda, ma i produttori con la loro dedizione e la loro professionalità, hanno evitato che le uve venissero cotte dal sole esageratamente. Ne hanno invece mantenuto i profumi con una sapiente cura, la concentrazione estrattiva è stata incredibile! Il risultato è stato aver ottenuto vini cremosi che regalano al palato un’esplosione di calore sottolineando gli intensi elementi fruttuosi. E’ stato chiesto all’organizzatore quanto sia forte l’appeal del vino italiano nel mondo, la risposta è “grandissimo”, passa attraverso quello che i viticoltori sono in grado di produrre grazie alla loro umanità ed arte”. Nelle giornate seguenti Luca Maroni ha condotto dei seminari degustazioni nelle quali ha illustrato al numeroso pubblico il metodo Luca Maroni, nel corso delle degustazioni a cui noi abbiamo partecipato sono stati presentati 16 vini premiati, tra i quali abbiamo apprezzato in particolare: 

L’Azienda Montecappone con il Tabano Bianco Igt, Verdicchio 70%, Sauvignon Blanc e Moscato, le vigne sono su terreno  Argilloso e limoso ed il sistema di allevamento è guyot e cordone speronato, il colore è giallo paglierino brillante con un profumo intenso di sentori di pera, ananas e leggero vegetale sapore ricco di frutto. Conquista per il suo gusto felpato e ammiccante, conquistando i 99/99 della guida. L’azienda ha recentemente festeggiato il  50° anniversario congiunto con la Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi.

L’Azienda Elena Walch con il suo Gewurztraminer Concerto Grosso, Alto Adige Doc, Gewürztraminer in purezza, nasce da un’accurata e rigorosa selezione dei grappoli migliori giunti a maturazione durante la vendemmia in vigneti situati a circa 400 metri sul livello del mare, prima della fermentazione avviene una macerazione di circa 6 ore sulle bucce, le uve vengono poi pressate in maniera soffice ed il mosto subisce la chiarifica statica, successivamente viene fermentato in serbatoi d’acciaio ad una temperatura controllata di 18°C. Il vino successivamente affina per alcuni mesi sui propri lieviti in contenitori inox, di colore dorato chiaro al naso un gioco di aromi, note fruttate di arance candite e agrumi si uniscono a sentori di miele, cannella e chiodi di garofano, al palato per struttura piena e cremosa con finale lungo e speziato.

Azienda Cà del Sette, con il vino Amante rosso Veronese Igt., ottenuto da una pratica unica basata sulla raccolta tardiva delle uve rosse lasciate appassire in vigna, il suolo è ricco di scheletro e prevalentemente calcareo e sabbioso. Le uve lasciate appassire lentamente in vigna, vengono poi vendemmiate in tre momenti distinti. La prima vinificazione avviene dopo la fase di pigiatura delle uve Merlot mediante diraspa-pigiatrice, il mosto insieme alle bucce viene trasferito in vasche di acciaio inox monitorate da un computer centrale. Il mosto è lasciato, poi, fermentare con lieviti selezionati per circa 12/17 giorni trascorsi i quali viene separato dalle bucce e conservato in vasche d’acciaio inox. La seconda vinificazione avviene dopo la fase di pigiatura delle uve Cabernet Sauvignon mediante diraspa-pigiatrice, il mosto insieme alle bucce viene trasferito in vasche di acciaio inox monitorate da un computer centrale, successivamente, il vino ottenuto dalla prima vinificazione viene aggiunto al mosto e lasciato fermentare con lieviti selezionati per circa 17/22 giorni trascorsi i quali viene separato dalle bucce e conservato in vasche d’acciaio inox. La terza vinificazione: Dopo la fase di pigiatura delle uve Corvina mediante diraspa-pigiatrice, il mosto insieme alle bucce viene trasferito in vasche di acciaio inox monitorate da un computer centrale,  successivamente, il blend del vino ottenuto dalla prima e dalla seconda vinificazione viene aggiunto al mosto e lasciato fermentare con lieviti selezionati per circa 22/27 giorni trascorsi i quali viene separato dalle bucce e conservato in vasche d’acciaio inox a temperatura controllata per circa 4 mesi così da ottenere una prima decantazione statica. L’affinamento è di circa 12 mesi in vasche d’acciaio inox, a temperatura controllata, il vino viene micro-filtrato per ottenere la completa rimozione dei lieviti. Il vino è di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, caratterizzato da forti note di vaniglia e frutti rossi, caffè e liquirizia, con un retrogusto di ciliegia, cioccolato e cacao, dal sapore pieno ed equilibrato, corpo e intensità sono esaltati.

Azienda Castello di Luzzano con il vino Ortugo 2018 Colli Piacentini Doc,  l’azienda  ha attualmente circa 80 Ha. vitati, parte nella Doc Oltrepò Pavese e parte nella Doc Colli Piacentini,  produce anche il Malvasia di Candia Aromatico, di cui da anni, è la maggiore produttrice privata del Piacentino, con oltre 12 ettari dedicati. I vigneti sono posti  ad un'altezza che varia dai 150 ai 270 metri sul livello del mare. L’Azienda da oltre vent’anni aderisce ad un programma di agricoltura biologica integrata, e  la cantina di vinificazione è ubicata in un'ala del Castello. Venne costruita  nel 1936 ed è completamente interrata, per la sua ubicazione la funzionalità è ancora ottima, la capacità di stoccaggio con prevalenza di vasche in cemento, oggi vetrificate, l’Azienda adotta l’inerbimento sotto filare. L’Ortugo è un vino bianco ottenuto dall’omonimo vitigno piacentino autoctono, allevato a Guyot, da uve raccolte a mano, con una pigiatura e pressatura soffice, con una prima fermentazione in assenza di bucce, e la seconda sui propri lieviti per la presa di spuma. Di colore paglierino limpido tendente al verdognolo, scorrevole prevalgono fiore d’acacia, frutta tropicale, banana, ananas e frutta a bacca gialla, pesca, miele, piacevole salinità.

Cantina Colline di San Biagio, con il vino Vigna Toia Igt Toscana Rosso 2017, l’Azienda situata a Carmignano, nel cuore della campagna Toscana, è nota agli storici in quanto  il Granduca Cosimo III dè Medici nel 1716 con proprio Decreto e Bando dichiarò il territorio di Carmignano zona di produzione di vino di qualità eccellente e ne delimitò i suoi confini creando la prima “Denominazione di Origine Controllata”, ed anche il Redi qualche anno prima nel 1685 ebbe ad elogiare il vino di queste terre in un suo scritto “Ma se Giara io prendo in mano di brillante Carmignano così grato in sen mi piove che ambrosia e nettar non invidio a Giove…”. L’Azienda a ridosso del Montalbano e la costa a 40 chilometri in linea d’aria, consentono di avere  l’escursione termica necessaria e la balsamicità alle uve e ai terreni, tali da ottenere questo prodotto. L’uvaggio è Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, con vinificazione a raccolta manuale delle uve in cassette, fermentazione alcolica a temperatura controllata in vasche di acciaio inox, come l’affinamento. Colore rosso rubino intenso e vivace, al naso emergono le note di frutti a bacca rossa, con ciliegia e ribes in evidenza, a cui fa seguito una delicata speziatura di pepe rosa che sfuma su note balsamiche, al palato un ingresso setoso che lascia emergere successivamente freschezza ed un elegante tannino, per un finale equilibrato e persistente.

Cantine Leonardo da Vinci con il vino Santo Ippolito 2016 Toscana Igt, vitigni Merlot 40%, Syrah, 40%,Sangiovese 20%, l’uva viene raccolta ben matura e vinificata in piccoli contenitori in acciaio, il periodo di fermentazione con macerazione è di circa 20 giorni, ad una temperatura che viene mantenuta a  28°C, la maturazione avviene in barrique di rovere per un periodo di 12 mesi e l’affinamento in bottiglia prosegue per altri 6 mesi.  Il colore è rosso porpora, deciso e limpido, al naso si evidenziano sentori fruttati di mora, ciliegia, lampone, confettura e note speziate di pepe nero, in bocca è di estrema morbidezza, gustoso e perfettamente bilanciato nelle varie componenti, buono l’equilibrio tra acidità e alcol.

L’edizione 2019 de i migliori vini italiani di Luca Maroni è, anche un tributo all’immenso genio italiano Leonardo Da Vinci.  “Nel 1519, cinquecento anni fa moriva Leonardo da Vinci, sommo italiano, figlio di produttori di vino, racconta Maroni che amava così tanto il vino da produrlo, berlo, studiarlo, descriverlo e desiderarlo già allora privo di difetti di trasformazione. Alla memoria di Leonardo nel cinquecentenario della sua morte, dedico allora l’Annuario 2019, certo che il vino italiano di oggi, renderebbe orgoglioso anche lui per la grandissima piacevolezza che ha raggiunto.” L’enologo ha infatti compiuto un complesso lavoro  nelle Cantine Leonardo da Vinci di Vinci ristrutturando completamente la linea dei vini dedicati a Leonardo e realizzando un documentario sul rapporto fra Leonardo da Vinci e il Vino che sarà presentato durante le celebrazioni ufficiali dell’anniversario, al riguardo in aprile la Cantina organizzerà un evento per i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci, con la presentazione di 5 etichette prodotte secondo le intuizioni dello scienziato, evento nel quale è prevista la presenza anche del Presidente della Repubblica.

Intervistando Luca Maroni, gli abbiamo chiesto se è soddisfatto dell’andamento della manifestazione, “Tanti nuovi produttori oltre 350 accrediti da parte di giornalisti significa che Roma risponde al richiamo, 12.000 presenze, ed anche la location è stata importante in quanto la zona dell’Eur, ancorchè decentrata, fornisce collegamenti con i mezzi di trasporto metro e bus ottimali, e non da ultimo la possibilità di ampi parcheggi, cosa che nel centro sarebbe impossibile visto la portata dell’evento. I suoi cavalli di battaglia Consistenza, Equilibrio, e Integrità del vino da dove nascono? “ Nel 1987 non mi bastava più avere indicazioni non definite sul concetto di qualità dell’uva, seguivo la ricerca di parametri sensoriali misurabili immediatamente per poterli comunicare al pubblico, un’originalità innovativa. Dopo 300.000 vini testati nessun produttore si è lamentato anche di un giudizio negativo. Quali sono i progetti futuri? “Nell’immediato la presenza a Dusseldorf  con uno stand di 250 mq, e poi alcune importanti fiere tra cui, Mosca, Milano, Amburgo ed anche in Danimarca.