di Marco Sciarrini, Roma
Banchi d’assaggio, 44 aziende olivicole presenti, gli operatori di settore ed anche corsi formativi sull’olio.
In sintesi ecco la seconda edizione dell'evento “Evoluzione, percorsi per l’extravergine di qualità” che si è tenuto a Roma presso il Parco dei Principi Grand Hotel e interamente rivolto agli addetti ai lavori. L’evento è stato ideato grazie alla partnership fra La Pecora Nera Editore, casa editrice a indirizzo enogastronomico attiva nel Lazio, in Lombardia e in Piemonte, e Simona Cognoli, esperta di olio e titolare di Oleonauta, società di promozione e valorizzazione dell’olio extravergine di oliva. La manifestazione è un vero evento B2B, aperto solamente agli operatori di settore e non sono previste altre attività come cooking show in quanto l’obiettivo è di far concentrare l’attenzione degli operatori esclusivamente sugli oli presenti.
Durante la giornata sono stati programmati cinque seminari di approfondimento tra cui: “I linguaggi dell'extravergine tra parole nuove e fake news” a cura di Indra Galbo, vice curatore della guida “Oli d’Italia” del Gambero Rosso; “L’“ingrendiente” che non immaginavi: utilizzo consapevole dell'olio extravergine di oliva tra scienza e tecnica in cucina” a cura di Matia Barciulli, Chef Osteria di Passignano, e Maurizio Servili, Professore Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia; “Qualità e mercati internazionali: nulla di scontato nell'essere “italiani”” a cura di Antonio Giuseppe Lauro, Presidente Evo Iocc – Evo International Olive Oil Contest; “Identità oltre la qualità – caratterizzazione degli oli monovarietali italiani” a cura di Barbara Alfei, agronomo Capo Panel Assam Marche; “Le relazioni dell'olio: tra qualità e percezione” a cura di Giulio Scatolini, esperto di analisi sensoriale.
Abbiamo partecipato al seminario condotto da Antonio Giuseppe Lauro. Il Presidente di Evo Iooc non è stato clemente con il mondo dell’olio, ha subito dichiarato che la qualità non è solo appannaggio dell'Italia. Oggi la cosa è un po’ cambiata, ci sono altri paesi che producono grandi oli. I nostri cugini si sono dati da fare in termini di qualità, e quel divario qualitativo, sensoriale ed organolettico non esiste più o in ogni caso con alcuni si è ridotto. La Spagna produce il doppio dell’Italia e la sua produzione sfiora il 50% della produzione mondiale. Ora, ipotizzando che se solo il 10% della sua produzione la destinasse a olio di qualità ne scaturirebbe che il mercato dell’olio di pregio riferito al suo valore commerciale lo farebbero loro, con tutte le conseguenze sulla nostra economia olivicola. L’evoluzione di questi Paesi è evidente anche nel modo di fare comunicazione, a Tokio ad esempio viaggia un aereo dipinto con la pubblicità dell’olio spagnolo, ed anche sulle bici a noleggio. E' giusto sottolineare che non pubblicizzano un marchio, ma l’olio prodotto in Spagna e finanziato con fondi europei. Sapremo mai noi essere così capaci di fare squadra? Di contro è necessario anche evidenziare quello che di buono si sta facendo ad esempio ed in particolare negli Stati Uniti nel campo della formazione ed informazione, dalla costa est e ad ovest sta avendo molto successo.
Alla fine del seminario è seguita una degustazione di 4 oli scelti tra gli espositori dal Presidente di Evo Iooc:
- Azienda Librandi, monovarietale Carolea, apertura elegante e armonica con sentori di erbe di campo, foglia di pomodoro, rucola, e fiori bianchi, gradevole equilibrio tra note amare e piccanti.
- Azienda Agricola Gagliardi, monovarietale Gentile di Chieti, bouquet aromatico di fiori di campo, erba tagliata, al aplato note amare di cardo e radicchio, finale piccante.
- Frantoio San Comaio, monovarietale Ravece, sentori della macchia mediterranea con richiami di origano maggiorana e pomodoro, equilibrio tra piccante ed amaro.
- Tuscus Frantoio Artigiano, olivello biologico, Caninese 50%, Frantoio 25%, Leccino 25%, sentori di erba tagliata e mandorla, olio strutturato ed intenso al palato.
In conclusione dell’evento è avvenuta una conferenza sulla “promozione dell’extravergine di qualità nella ristorazione”, con Nerina Di Nunzio, fondatrice di Food Confidential, Livia Leoni dell’Università Degli Studi Roma Tre, Matteo Zappile dell’Associazione Noi di Sala, Marta Cotarella di Intrecci Alta Formazione di Sala. Lo chef Giuseppe Capano, ha presentato il libro Semplicità in cucina, e Tom Mueller, giornalista autore di “Extra Virginity: The Sublime and Scandalous World of Olive Oil”. Durante la manifestazione sono avvenute anche 4 premiazioni:
Ristoranti dell’olio di Roma nel Piatto;
Botteghe dell’olio di Roma per il Goloso che si sono distinte sempre sul territorio romano;
Premio per gli operatori del settore che spiccano per la vastità e qualità dell’olio proposto, dai ristoratori provenienti da tutta Italia fino agli e-commerce di qualità;
Voci e Parole dell’Olio, l’assegnazione dei premi alla stampa consegnati ai giornalisti scelti per la grande professionalità e l’impegno con cui si dedicano a diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva, premiati Anna Scafuri, Ylenia Granitto e la trasmissione televisiva Attenti al Lupo di TV2000, per Parole dell’olio il premio è andato a Tom Mueller.
Simone Cargiani e Fernanda D’Arienzo de La Pecora Nera Editore sono molto soddisfatti della manifestazione in particolare perché la stragrande maggioranza dei ristoranti e delle botteghe del gusto censite dalle loro guide, che non riservavano all’olio il trattamento dovuto ad un prodotto di qualità, e che accompagna la maggior parte delle pietanze, sono cresciute tantissimo. Al termine dell'evento, un voto effettuato dai partecipanti ha dato la possibilità a 5 espositori di portarsi a casa delle piante di olivo di 3 o 4 anni di età certificate offerte da Spoolivi, storico vivaio di Pescia (PT), specializzato nella produzione di piante di olivo certificate in varietà autoctone Italiane, e partner tecnico dell’evento.
Tra le aziende espositrici presenti, in particolare abbiamo apprezzato:
l’Azienda Agricola Greco di Centuripe (EN) con la monovarietale Nocellara Etnea,
l’Azienda Agricola Pantarei di Butera (CL) con le 2 monovarietali Moresca e Nocellara del Belice, e l’Azienda Agricola Marfuga di Campello sul Clitunno (PG) con la monovarietale Moraiolo.