(Enrico Crippa)
Un tre stelle Michelin non è un ristorante da tutti i giorni e questo lo sappiamo. Ed è anche per questo che una tappa da Enrico Crippa in Piazza Duomo ad Alba merita non solo il viaggio, ma anche il racconto.
Inutile dire che parliamo di un’istituzione della gastronomia Italiana e di uno chef che da anni staziona ai massimi livelli della ristorazione mondiale, motivo per cui siamo arrivati con grandi aspettative. Enrico tra l'altro, qualche tempo fa, è stato anche il protagonista della nostra rubrica “Lo chef del mese” e ci ha raccontato tanti aneddoti della sua vita privata e professionale (leggi questo articolo). Piazza Duomo è un ristorante che non si fa notare, la prima cosa che vediamo all’ingresso è “La Piola”, sovraffollato ristorantino che lo chef ha ribattezzato bistrot, anfiteatro di quella che sarà la nostra esperienza nel vero ristorante, al secondo piano. All’interno troviamo undici tavoli, capaci di ospitare una trentina di persone con una location sicuramente particolare, che mette quasi in soggezione: soffitto basso, pareti monocrome di colore rosa. Ci ha ricordato molto la sala di un altro grandissimo ristorante: L’Osteria Francescana a Modena, il regno di Massimo Bottura. L’obiettivo, secondo noi, è quello di dare quanto più spazio possibile al cibo, rendendo quasi asettico l’ambiente. Di certo si discosta dall’idea delle sale regali viste in altri grandi ristoranti gourmet. Scelta vincente? Secondo noi sì.
Il personale è quello delle grandi occasioni, che si può permettere di essere informale perché molto sicuro di quello che fa e di quello che sa. È una cosa molto rara nell’alta ristorazione di oggi e questo a noi è piaciuto molto. Una volta seduti ci portano subito il menu, dove possiamo scegliere tra tre percorsi segustazione, due da 240 euro e uno, più innovativo e di ricerca, da 270 euro. Ne abbiamo troviamo in questo periodo poi un quarto, che ci offre la possibilità di aggiungere sua maestà il tartufo, ai grandi piatti dello chef. Una volta poi scelto il vino da due differenti liste (una composta esclusivamente da vini piemontesi), scegliamo l’innovazione e ci prepariamo per la nostra esperienza di gusto.
Iniziamo: vi ricordate quella soggezione di cui parlavamoall’inizio? Ecco, ne abbiamo una rappresentazione con l’arrivo delle prime tre portate: “Antipasto all’italiana”, “Capesante e ricci di mare” e “barbabietola”. Ogni piatto rappresenta un’idea, l’interpretazione di un ingrediente secondo lo chef, tanto che il tavolo va via via riempiendosi fino all’esaurimento dello spazio con una degustazione nella degustazione di almeno sette assaggi per ogni portata.
(Antipasto all'italiana – Piazza Duomo)
L’antipasto all’italiana è una sequenza di gusti conosciuti, tra i vari assaggi troviamo la zucca in carpione, la salsa tonnata e i peperoni, sapientemente reinterpretati in chiave moderna bilanciando dolcezze e acidità, e che marcano fin da subito lo stile di cucina dello chef: sapori che conosciamo, ma che si esaltano gli uni con gli altri nel nostro palato.
(Capesante e ricci di mare – Piazza Duomo)
“Capesante e ricci di mare” poi è stata quasi un’estasi, cinque intepretazioni di due gusti difficili da trattare insieme, ma che hanno scatenato quasi tutti i sensi. Due portate in cui colori, sapori, durezze e consistenze erano ben bilanciate, e che hanno reso questi piatti tra i migliori assaggiati durante tutta la cena. Finita la terza portata, “idea di barbabietola”, quella che forse ci ha sorpreso meno chiediamo a che punto siamo, e gentilmente ci rispondono che siamo ad un terzo della cena. Ci guardiamo soddisfatti e andiamo avanti.
(Cardo e cardo – Piazza Duomo)
Ecco la portata successiva: “Cardo e cardo” e che qui si gode davvero. Un cardo cotto a bassa temperatura con una salsa ridotta di cardi, bagna cauda leggera senza aglio, nocciole e tartufo bianco d’Alba. Per inventare un piatto del genere bisogna essere grandi talenti e questo valeva il viaggio. La cena prosegue con altri cinque piatti: “merluzzo e zucca”, un merluzzo salato dallo chef tecnicamente perfetto e di gusto classico,
(Fassona Garibaldi – Piazza Duomo)
“Fassona Garibaldi”, un carpaccio della famosissima Fassona piemontese con un ristretto della carne stessa, funghi e tartufo bianco. Un’altra delle eccellenze della serata.
(Calabria – Piazza Duomo)
Successivamente “Calabria”, ovvero fenomenali tortelli ripieni di ‘nduja con radicchio in dolceagro,
(Piccione – Piazza Duomo)
quindi “Piccione e cavoli”, inserito tra i secondi, che prevede tre lavorazioni dello stesso, con cotture esemplari che trasmettono sempre di più il rigore della cucina di Enrico Crippa. Per finire ordiniamo la tisana e assaggiamo un grissino ricoperto con tre creme, gianduia, cioccolato e nocciola.
Tirando le somme, quella da Enrico Crippa secondo noi è un’esperienza che tutti si devono regalare almeno una volta nella vita. Grande semplicità e grande complessità convivono in un alternarsi di sorprese e consistenze. Un pasto memorabile. Per un menu degustazione si parte dai 200 euro, alla carta un po’ meno. Carta dei vini imponente. Servizio di grande attenzione.
Gianluca Rossetti
Piazza Duomo
Piazza Risorgimento, 4 – Alba (Cn)
T. 0173 366167
Chiuso: domenica
Ferie: dal 21 dicembre al 17 gennaio
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no