IL PRODOTTO/2
Tra circa sei mesi marchio di tutela anche per l’UE per il frutto tipico di Leonforte, nell’Ennese. Riconoscimento più vicino invece per il limone interdonato ed il pistacchio di Bronte
Igp, chi “pesca”
trova
La pesca di Leonforte si appresta a diventare Igp anche per l’Unione europea. La domanda è stata infatti pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’UE per la certificazione di tutela del prodotto che coinvolge Enna oltre a comuni della provincia quali Leonforte, Calascibetta, Assoro e Agira.
Ma affinché la pesca di Leonforte venga riconosciuta Igp dovrà trascorrere un periodo di circa sei mesi fino al definitivo riconoscimento. Un processo che invece è in fase molto più avanzata per il “limone interdonato”e il “pistacchio di Bronte”. Ne va fiero l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino: “Dei 170 alimenti che rientrano nel paniere delle denominazioni italiane a marchio tutelato, tra Dop e Igp, ben 17 sono prodotti siciliani che diventeranno 20 con la pesca di Leonforte, il limone interdonato e il pistacchio di Bronte”.
E aggiunge: “Tra sei mesi la pesca di Leonforte potrà contare sul logotipo europeo stampato nell’etichetta, che, oltre ad essere l’espressione importante del forte legame tra territorio e prodotto, è lo strumento che consentirà l’ accesso ai contributi del Psr Sicilia 2007-2013. Alimenti, certificati, tradizionali, tipici, biologici, sono il nostro grande paniere di qualità che può trasformarsi in economia reale. Un paniere che, se da un lato può vantare ben 239 prodotti tradizionali iscritti all’albo regionale, dall’altro è penalizzato da una questione fondamentale irrisolta: il problema distributivo”. L’assessore poi tiene a precisare: “È vero che la richiesta della qualità degli alimenti ormai è coralmente diffusa, ma è altrettanto vero che difficilmente troviamo prodotti certificati Dop, Igp, Stg, As, Doc, Docg, Iso, Biologico, Uni sugli scaffali della grande distribuzione.
L’agroalimentare potrà considerarsi un settore che produce economia reale solo se si stabiliscono due condizioni essenziali: se i consumatori ‘impongono’ al mercato una domanda sempre più forte di prodotti certificati, e se questi alimenti vengano immessi nel circuito dalla grande distribuzione organizzata a cui bisogna comunque garantire certe quantità. Ma per assicurare le quantità necessarie bisogna concentrare l’offerta e ‘ricostruire’ le filiere produttive”.
G.L.M.