Viaggio tra sapori
e saperi
Un libro di gastronomia: ricettario, saggio, raccolta di aneddoti e compendio di saperi popolari. La Gola di Marino Marini (Food Editore) è tutto questo insieme. Ci si domanda: ma ce n’era bisogno?
In un panorama editoriale spesso pletorico questo volume senza pretese enciclopediche racconta semplicemente la cucina. Quella delle regioni, tradizionale, rinnovata, fattibile. È il libro giusto per chi ama il cibo, apprezza i piatti tradizionali, è curioso di sapori e di saperi. Viaggio tra sapori, storie e ricette d’Italia recita il sottotitolo e infatti chi legge percorre le regioni del Buon Paese, attraversando le diverse portate canoniche: antipasti, salumi, primi piatti, carni e pesci, dolci e anche caffè e ammazzacaffè. Un pranzo completo raccontato da un commensale colto e arguto, che riesce a interessare senza essere pedante, ma anzi ironico e leggero. La struttura è questa: tredici capitoli che descrivono ognuno una tipologia di preparazioni raggruppate sotto una stessa logica o, meglio, portata. Tra divagazioni storiche, riferimenti a personaggi antichi e di oggi, credenze popolari, consigli utili si racconta il perché e il percome di una certa pietanza. E poi si arriva al dunque, cioè alla ricetta, di cui spesso si danno diverse versioni, da quella storica e magari non più riproducibile a quella moderna, pensata per le nostre cucine e i tempi dell’attualità. Con il contributo eclettico e innovativo del grande cuoco oppure nella semplicità della preparazione casalinga.
Questo libro di Marino Marini insomma si può leggere dall’inizio alla fine come un trattatello divertente, ma si può anche tenere a portata di mano sulla credenza della cucina, per sperimentare dal vero. Le pagine infatti hanno utilissimi rimandi a margine che rendono facile e immediata la ricerca di una ricetta, di un autore.
Sottotraccia, si intravedono le classiche fonti d’ispirazione del libello: dall’Artusi a Dumas, fino a Guarnaschelli Gotti. E il titolo non per caso evoca quella rivista – La Gola appunto – che intorno agli anni Ottanta in quel di Milano raggruppava le migliori energie intellettuali da cui la gastronomia come materia culturale ha poi tratto legittimità e orgoglio.
Paola Nano