di Michele Pizzillo, Milano
Perché molti vini bianchi una volta molto richiesti, non riescono più a trovare mercati? Eppure non si hanno notizie che ci sia una crisi che limiti il consumo del bianco, per di più nel periodo estivo.
Quindi, i motivi di queste difficoltà? Risposta di Massimo Corrado, presidente dell’associazione Go Wine: “Alcune denominazioni – per esempio Castelli Romani, Orvieto, Locorotondo – hanno perduto il rapporto con il proprio territorio. E, di conseguenza, la viticoltura di queste aree non è più trainante come una volta. Con riflessi negativi sui mercati di consumo anche per carenza di comunicazione”. E’ bastata questa considerazione che nel programma delle degustazioni che Go Wine periodicamente organizza a Milano, ha pensato ad una tutta dedicata ai bianchi o, meglio “tutti i colori del bianco. Go Wine, Go … White!”. Così “possiamo dimostrare quanta attenzione i nostri produttori riservano ai vitigni che producono uva a bacca bianca”, commenta Aldo Lorenzoni, direttore di uno dei consorzi storici di vini bianchi, quello del Soave. Oltretutto un vino con non conosce crisi. “Noi abbiamo molto a cuore il tema del territorio, tant’è che tutte le occasioni sono interessanti per far conoscere il Soave e, in particolare, le sue terre. Quindi, sempre attenti ad inserirci anche da protagonisti, ma anche a sostenere tutte le iniziative che affrontano i temi del bianco”.
A Milano, poi, gli organizzatori dell’evento “tutti i colori del bianco” sono, diciamo, quasi usciti fuori tema quando hanno parlato di longevità. “Hanno fatto bene, perché è stata anche l’occasione per attirare l’attenzione sulla longevità di molti bianchi italiani, tant’è vero che in questa degustazione sono stati proposti diversi vini bianchi frutto di vendemmie di alcuni anni addietro. Intanto, l’11 luglio, a Roma (Hotel Savoy, via Ludovisi 15), sempre a cura di Go Wine, arriva la tappa del Moscato Wine Festival in Tour (è la 18^ edizione) che nelle serate d’estate tocca diverse città d’Italia, per far conoscere i tanti volti del moscato italiano. Una sorta di viaggio virtuale con il calice da Nord a Sud dell’Italia, per approfondire la conoscenza con una varietà antica e ricca di storia, che ha contributo in molti luoghi a diffondere la cultura del vino. In degustazione oltre 60 etichette, presentate nelle enoteche tematiche del moscato che saranno allestite per l’occasione.
Come, per esempio, la selezione del Moscato d’Asti, con 20 aziende. C’è, anche, l’Associazione Moscatello di Taggia, il Moscato Igt della Provincia di Pavia, tre produttori di Moscato giallo del Trentino ed altrettanti di quello dell’Alto Adige; il Moscadello di Montalcino. E, singoli produttori delle Marche, Abruzzo, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Nonché quattro distillerie piemontesi che producono Grappa di Moscato. Questi, invece, i vini della nostra personale degustazione di “Tutti i colori del bianco”.
Bricco delle Ciliegie Roero Arneis docg 2017 – Giovanni Almondo, Montà (Cn)
Vino fresco e tendenzialmente agrumato di colore giallo paglierino intenso che al naso richiama molti sentori vegetali tra fieno appena tagliato e mirto, asparago selvatico e biancospino. In bocca è un vino cremoso, pieno, con una bella freschezza e una vivida acidità che accompagna sino alla fine. Matura in acciaio per 9 mesi mentre il 5% in barrique per 4 mesi.
Colle Serrone Greco di Tufo docg 2016 – Cantine di Marzo, Tufo (Av)
Colle Serrone è il primo cru di questa cantina fondata nel 1647 e si presenta con un colore giallo paglierino tendente all’oro. Al naso, questo interessante Greco offre note di frutta esotica ma, anche, di frutta estiva come albicocca e pesca. Saporito, pieno, è un’ottima espressione del territorio del Greco di Tufo che ha conquisto la carte dei vini di ristoranti importanti di tutto il mondo.
Colli di Luni Vermentino Etichetta Nera 2017 – Cantine Lunae, Luni (Sp)
La famiglia Bosoni ha dato un grosso contributo all’affermazione della viticoltura ligure, con le sue eccellenti produzioni di vini bianchi da uve Vermentino e Albarola. Primeggia il Vermentino, come questo bel bianco tendente al paglierino con vivaci riflessi verdolini. Al naso emergono sentori di gelsomino, frutta esotica, di agrumi, ma anche di erbe officinali e di salvia. In bocca freschezza e sapidità assicurano il gusto piacevole di un vino molto persistente che alla fine dimostra la sua grande eleganza. La maturazione avviene tutta in acciaio.
Costa d’Amalfi Furore bianco Fiorduva doc 2016 – Marisa Cuomo, Furore (Sa)
Uvaggio di Ripolo (40%), Fenile (30%) e Ginestra (30%), è l’ambasciatore nel mondo di una Costiera, quella d’Amalfi, fra le più belle del mondo. E, il vino di Marisa Cuomo non scherza per eleganza, esplosione di profumi fruttati e, in bocca, di essenze di erbe aromatiche che, dicono gli esperti, permettono di rafforzare ancore di più il rapporto del vino con un territorio tipicamente mediterraneo. Lunghissimo il finale, accentuato dalla freschezza e dalla piacevole acidità che ne garantisce la durata nel tempo. Fermentazione e maturazione avvengo in legno di rovere a cui segue un affinamento in bottiglia di 12 mesi.
Rampone igp 2016 – I Pastini, Martina Franca (Ta)
100% Fiano Minutolo di colore verdolino con sfumatura paglierine. La caratteristica di questo vino che prende il nome della contrada dove si trova la vigna, sono note vanigliate e di pasticceria a base di mandorle. In bocca è un vino rotondo, vellutato e persistente con sentori ben evidenti di marzapane e di zucchero a velo e una vena sapida che accompagna il finale di un vino che può ancora sfidare il tempo.
Soave classico Vecchie Vigne Contrada Salvarezza doc 2015 – Gini, Monteforte d’Alpone (Vr)
In prima battura in questo Soave prevalgono i profumi floreali e, a mano a mano, lasciare spazio prevalentemente alla frutta tropicale. Elegante, secco, vivacemente fresco è, anche, molto sapido con una bella chiusura vegetale. Vinificato in legno, matura in botti grandi e barrique per 12 mesi per poi affinare 6 mesi in bottiglia.
Soave Motto Piane doc 2015 – Fattori, Roncè (Vr)
Dal colore giallo paglierino intenso al prospetto aromatico che concentra una serie di note fruttate tra susina e pesca gialla, cedro e ananas su un fondo di marmellata di agrumi. Sorso polposo e di carattere sostenuto da una freschezza in perfetto equilibrio con la struttura imponente del vino. Per questo Soave la famiglia Fattori ha scelto di fare appassire le uve per poco più di un mese mentre la maturazione è condotta parzialmente in rovere per cinque mesi.