di Michele Pizzillo, Milano
La “Milano da bere”, che tanti ancora ricordano – e moltissimi rimpiangono – come fenomeno di costume ed anche esperienza che sintetizza una periodo della vita politica meneghina, era lo slogan di un grande amaro nato proprio nel capoluogo lombardo, Amaro Ramazzotti, creato da Ausano Ramazzotti il 12 settembre del 1815, nel piccolo laboratorio annesso alla farmacia che gestiva nei pressi dell’Arena.
Da esperto conoscitore di erbe, Ausano ne selezionò 33 e, insieme ad alcune spezie, li mise a macerare in alcol di ottima qualità. Nacque così, un liquore che ebbe subito successo. Tant’è che Ramazzotti pensò di spostarsi in centro città, nei pressi del Teatro alla Scala, per meglio rispondere alle richieste dei milanesi conquistati dal suo amabile liquore. Dal 1815, quindi, Ramazzotti, senza modificare la ricetta originale, ha rappresentato Milano – ecco il famoso slogan “Milano da bere”, in tutto il mondo. Cosa ha deciso di fare, adesso, questo liquore fortemente legato al territorio di origine? Ha allargato la propria voglia di rappresentare città e territori italiani, conosciuti e meno noti, che meritano di essere visitati. Lo fa attraverso un progetto che parte da una domanda semplicissima che, spesso, sono in pochi a farsi: “Vi siete mai chiesti cosa renda unico il prodotto, il piatto, la ricetta degustata durante una sagra?”. Risposta: “Amaro Ramazzotti lo sa e ha deciso di svelarvelo”. Perché oltre il salato, il dolce, l’umami, l’amaro, l’acido, esiste il sesto gusto che va oltre il palato e sintetizzato nella formula A=RM2+ZT (A sta per Ausano, omaggio al suo inventore; R sta per ricordo; M per momento, Z per zona, T per tradizione). Così il sesto gusto è quella sensazione squisita che si attiva al momento in cui si assaggia un determinato prodotto e subito scatta il nesso con un territorio, la sua tradizione, il folklore, il proprio vissuto e la propria memoria. Così, nasce il progetto “Il gusto delle sagre”-tour 2018. Con la collaborazione di un periodico milanese, Zero, il management di Ramazzotti ha selezionato 20 tra le migliori sagre d’Italia, decidendo di sostenerle e di promuoverle con tutto quello che di buono c’è sul territorio. E, seguendole o meglio, partecipando a queste sagre, si potranno fare delle scoperte straordinarie.
Partendo, magari, da quella che si conclude il 24 giugno: sagra del cappelletto ferrarese, a Vigarano Pieve, per scoprire il re della pasta tirata a mano e “il motivo del contendere tra province e famiglie – scrivono gli esperti coinvolti da Ramazzotti -. Altro che pomo della discordia, se fosse esistito ai tempi di Peleo e Teti, la guerra di Troia sarebbe scoppiata sul cappelletto” per sostenere la propria versione della ricetta originale (ripieno di carne cotta di maiale, pollo, vitello e guanciale a cui si aggiungono noce moscata, parmigiano reggiano e uova)”. L’idea di Ramazzotti di fare assaporare sul posto i sapori italiani più genuini, dal 28 giugno all'1 luglio, consiglia un viaggio a Fauglia, vicino Pisa, per la sagra della zuppa che, poi, è il piatto più longevo e versatile della tradizione italiana, a base di cavolo nero, patate, zucchine, cannellini lessati, carote, gambi di sedano, cipolla, polpa di pomodoro, olio extra vergine di oliva. Mentre ad Olmo, sempre in Toscana, in due puntate – dal 5 all’8 e dal 12 al 15 luglio -, si tiene la sagra della bistecca. Una sagra, che nella Champions league gastronomica – dicono gli esperti di Ramazzotti – potrebbe avere il palmares del Real Madrid. D’altronde, la bistecca piace a tutti e, poi, la bistecca alla fiorentina è un piatto famoso in tutto il mondo.
Se, poi, si vuole cominciare ad utilizzare il sesto senso, è proprio il caso di non perdere lo Jambon Day che si tiene a Saint-Rhémy-en-Bosses, in Val d’Aosta, l’8 luglio, per scoprire una chicca gastronomica che, dicono gli esperti, è riduttivo definirlo un prosciutto perché, questo, è il prosciutto, per il sapore delicato che viene assicurato dalle erbe del Gran San Bernardo di cui si cibano i maiali che danno la carne per produrre lo Jambon de Bosses. In Piemonte, a Usseglio, c’è la Mostra regionale della Toma di Lanzo e dei formaggi, ottenuti da latte di capre e di mucche che respirano aria pulita e brucano erba fresca e buona. L’appuntamento è in due tempi: dal 13 al 15 e dal 21 al 22 luglio. Mentre a Folgaria, in provincia di Trento, dal 20 al 22 luglio c'è il Festival del cioccolato, con l’allestimento in piazza della “Fabbrica del cioccolato”, una struttura che mostra in presa diretta tutte le fasi di lavorazione del cioccolato con il percorso di conoscenza Choco Word Educational.
Il primo appuntamento nel Sud Italia è ad Agerola, in provincia di Napoli, dal 4 al 6 agosto, con Fiordilatte Fiordifesta che mette in mostra l’oro bianco campano, che sia latte vaccino o latte di bufala, non importa purchè i latticini siano buoni. Mentre dal 18 al 26 agosto si torna al Nord, a Cortemilia, in Piemonte, per la sagra della nocciola, quella tonda, gentile, dolce insomma “la nocciola gentile delle Langhe”, territorio che è patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco. In queste terre la nocciola e il vino Barolo si contendono il ruolo di chi rappresentano meglio il territorio, visto che entrambi offrono un’estasi gastronomica veramente indimenticabile. Sempre in Piemonte, a Carmagnola, dal 31 agosto al 9 settembre, l’appuntamento è con la sagra del peperone (verde, giallo o rosso; quadrato, corno di bue, trottola, tumaticot) che assicura un viaggio nelle divinatorie del peperoncino e la sua capacità di sviscerare l’animo umano, scrivono gli esperti scelti da Ramazzotti per il progetto “Il gusto delle sagre”. A Carmagnola, nel 2010, è stata preparata la peperonata più grande del mondo con 1.100 kg di puro piacere. E, poi, per ringraziere Ramazzotti, a fine pasto le 33 erbe dell’amaro sono state un toccasana per lo stomaco, perché aiutano la digestione.
Il 15 e 16 settembre, invece, l’invito di Ramazzotti è quasi una sorta di gita fuori porta, a Gorgonzola, per la sagra nazionale del Gorgonzola, uno dei formaggi più goduriosi di sempre. Qui, le strade si riempiono dell’odoro inconfondibile dell’erborinato per eccellenza, tanto da fare impazzire la gente che arriva a prendere d’assalto i produttori che propongono questa sorta di manna che arriva dal cielo. C’è tutto: zola & pane, focaccia e pizza allo zola, gelato alla zola, zola & salumi, zola & polenta, zola & basta, perché tutto diventa zola. Così, nel progetto “Il gusto delle sagre”, si legge “il gorgonzola, formaggio del popolo, funziona da collante fra sessi e generazioni, probabilmente porterebbe la pace del mondo se gli si lasciasse spazio. Un Nobel per la pace? Con l’Amaro Ramazzoti, un binomio che va a braccetto e aiuta la digestione di un formaggio dirompente e dal gusto che difficilmente vi abbandonerà”. Ed, ecco, come scoprire il bello e buono d’Italia. Sia pure in “miniatura”, visto il numero di sagre che Ramazzotti ha deciso di sostenere con il suo progetto che, nel corso della presentazione avvenuta a Milano, potrebbe essere ampliato.