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L'intervento

Cambiamenti climatici, Scienza: “Genetica unica strada. Il vino italiano deve fare sistema”

19 Giugno 2018
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(Attilio Scienza)

Prevedere ed essere rapidi. Ecco i consigli di Attilio Scienza ai produttori di vino per contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici. 

Il docente universitario è intervenuto nel corso di una tavola rotonda organizzata da Civiltà del Bere per VinoVip a Forte dei Marmi. Scienza ha puntato il dito, come ormai da tempo, sul fatto che ancora ci siano delle perplessità sull'efficacia di una ricerca sulle viti e sul vino: “Oggi abbiamo strumenti formidabili – dice il professore – non solo in termini di innovazione e sviluppo della ricerca, ma anche di cultura e capacità antropologica di capire il valore di questi strumenti. Eppure molti non lo vogliono capire e si rifugiano in pratiche quasi da Medioevo. Non è quella la strada. La strada giusta è quella di andare avanti”. Scienza si concentra soprattutto sul fenomeno dei cambiamenti climatici: “Oggi la ricerca ci consente di creare varietà e porta innesti che tollerano la siccità – dice – Nel passato quando non c'era ancora questa innovazione, gli agricoltori delocalizzano. Le grandi immigrazioni da Oriente ad Occidente sono avvenute solo a causa dei grandi cambiamenti climatici. L'emigrazione è un fattore di sviluppo e grande crescita, ma anche una selezione delle piante. Perché quando una pianta non funziona, bisogna sceglierne un'altra. Dimostro, così, che la genetica è una pratica antichissima. Oggi sono solo cambiati i metodi. E non si fa solo selezione, ma anche incroci, genoma editing e cisgenetica”. Ma attenzione a pronunciare genetica: “Ogni volta che se ne parla si aprono scenari terrificanti – dice Scienza – Invece il futuro è lì. Noi dobbiamo operare con gli strumenti che ci da la scienza per trovare nuove piante e porta-innesti in grado di resistere ai cambiamenti climatici. E' l'unico modo per superare la crisi che sta attraversando il vino italiano”. Non manca una stoccata: “Abbiamo capito che la nostra strada è la ricerca – dice il professore – Se ne parla tanto, ma di soldi se ne vedono pochi. Non abbiamo la possibilità di cavarcela da soli. O il mondo del vino si organizza, creando magari una fondazione per portare finanziamenti in un fondo, oppure le cose fatte così, in maniera sporadica, lasciano il tempo che trovano. E' necessario stare tutti insieme. Perché in questo momento storico non solo non riusciamo ad avere forza economica, ma anche in termini di risorse umane. E in Italia ci sono i migliori specialisti in fatto di genetica”. Poi un appello ai produttori di vino: “Smettete di vendere il vostro vino mettendo sempre insieme due contrapposizioni – dice Scienza – Il mondo del vino sta diventando il mondo delle contraddizioni: ci sono i vitigni autoctoni o quelli internazionali, i lieviti selvaggi o quelli selezionati, i vini naturali o i vini di cultura integrata, le grandi botti o le barrique. Il consumatore, così, deve sempre fare una scelta. E queste informazioni non danno certo un contributo di conoscenza. Ci sono invece in giro troppe notizie che creano tanta confusione”.

G.V.