di Mauro Ricci, Palermo
A passo lento, con un poco di sussiego da antica nobile signora quale è, Palermo si sta convincendo che, fra tante novità che è bene lasciare sedimentare, la birra o meglio le birre non sono una moda effimera non degna di attenzione, ma qualcosa di più. Forse molto di più.
Giorni addietro ne ragionavo con Gioacchino Purpura, ideatore, gestore appasionato e creatore del primo ”locale di birra” nato a Palermo 11 anni fa e oggi affiancato da qualche altra impresa cresciuta nel frattempo. Gioacchino è il decano e padre nobile di questa attività che a quel tempo non esisteva ancora. Birrerie alla tedesca ce ne erano state, qualcosa sopravviveva, ma niente che somigliasse a quello che Gioacchino aveva visto in un suo viaggio a Milano e che lo aveva appassionato: una bottega che trattava solo birra, la mesceva e la vendeva anche da portare via, piena di etichette colorate, tantissime e sempre nuove per una ricerca puntigliosa del meglio. Il piccolo tempio di Flavia Nasini “a tutta birra”, competente attenta bottegaia sempre pronta a educare, consigliare, informare. La scoperta del “beer shop” per eccellenza dell’epoca eccita l’animo commerciale (eredità paterna) di Gioacchino che non solo accarezza l’idea di fare qualcosa di simile a Palermo, ma presto trasforma l’idea in progetto che dopo aggiustamenti pratici parte: ambiente accogliente di non grandi dimensioni, collocazione strategica, quattro spine, tante bottiglie e offrire solo birra.
Comincia così l’avventura di “Luppolo – L’Ottavo Nano” con il suo titolare che con chiare idee gestionali comincia la sua educazione alla birra. Non c’è fiera, manifestazione birraria che non frequenti. Assaggia, confronta instancabile e poi torna a casa ogni volta con qualcosa di nuovo di diverso da proporre e da fa provare. Il carattere volitivo e giovanilmente curioso e deciso a riuscire gli consentono di superare tutte le difficoltà. Affina la capacità di accoglienza, assume atteggiamenti accattivanti con la clientela verso la quale ha una disponibilità a volte amichevole a volte risentita in un gioco che gli attira le simpatie e l’affetto dei più assidui clienti. I collaboratori, giovani appassionati del loro lavoro, sono scelti e “allevati” con cura e attenzione. Ne presiede la formazione con corsi, visite, incontri professionali da lui supportati. Crea un nucleo affiatato che sa di potere contare su una buona crescita professionale. Intanto impara sempre più su questo “micromondo” che si va sempre più allargando e divenendo gradualmente il “suo mondo”. Insomma anche Gioacchino è stato preso dalla “scimmia” che si è messa sulla sua spalla e non se ne è andata più: una malattia bellissima e incurabile. Oggi Gioacchino si sente di affermare che la sua bottega resterà così come è, convinto che dovrà durare nel tempo per poterla chiunque ritrovare e riconoscere anche fra cento anni. L’offerta ampia competente variata piena di novità si arricchirà di qualche spina a spinta o a pompa, ma la differenza la farà soprattutto l’”oste e l’osteria” e per questo spenderà tutte le risorse necessarie personali e di investimento.
Intanto la nobile signora conosce con piacere Nazareno Ferrari che dopo una esperienza come gestore di pub dal 2006 (le Cupolette, da Coso, Taverna Bukowski) nel 2014 apre il beer shop Extra Hop, nella zona storica di Palermo detta “I Lattarini”che dall’arabo “attariin” indica luogo di drogherie e commerci di cibi pregiati,una delle zone piu’ suggestive dell’area di insediamento arabo. Nazareno,publican dal “phisique du role”, è passato nel 2017 poco lontano, in una nuova sede, nel suo sognato regno con una fila di quindici spine e una offerta in continua evoluzione di puntigliose selezioni attuali e spesso con presenza di realizzazioni “futuriste” specie del nord Europa. Prosegue in una vivace attività di presentazione di birrifici e birrai delle più significative provenienze e bevute di ricercate produzioni. Questa attività è approdata per il secondo anno consecutivo in una vivace fiera birraria, la Beer Bubbles Fest nella centralissima storica via Maqueda, centro della città barocca che ha avvicinato ignari e appassionati al mondo della birra di qualità. C’è stato un gradimento entusiasta di un pubblico assai numeroso, attento nei momenti dedicati agli assaggi guidati che poi si ritrovava nei banchi di assaggio dei birrifici. I clienti appassionati e competenti o alla prima scoperta trovano in Nazareno e nella sua “tap list” sulle quindici spine il modo di soddisfarsi e conoscere sempre nuovi orizzonti e la vecchia signora viene a qualche compromesso in più e si concede alla novità con garbo e simpatia.
E garbo e simpatia trova e concede da Stout garbato locale che perpetua con la birra la sua nascita come taverna in un quartiere un tempo periferia e che a tratti ne conserva uno straniante senso di altro tempo per i vecchi pochi edifici ancora esistenti con vivaci botteghe. Giuseppe e il cugino Marco in questo ambiente creano il piccolo accogliente locale trasformando la vecchia osteria e bottiglieria aperta dal nonno cambiando la vocazione del nuovo nato verso la birra con numerose varie selezioni, ma soprattutto mantenendo alcune referenze costantemente presenti come le affascinanti lambic, le birre del Belgio a fermentazione spontanea con i cosiddetti lieviti selvaggi e con alcune delle più gradevoli realizzazioni italiane di questo stile, in inglese dette “sour beer”,altra concessione graziosa della vecchia signora verso qualcosa di nobile antico, ma non facile, per la gioia degli appassionati che trovano qui di che soddisfare il proprio piacere in un ambiente piacevole sollecito attento.
Dove Palermo si concede in un contenuto e gioioso piacere è con l’ultimo nato, St’orto animato dall’entusiasmo un poco matto fanciullesco e garbato di Anna, Marco e Francesco appassionati di lungo corso di birra e di vita da tanti anni, quasi nati dal mitico Spillo di un tempo e ora approdati a fare impresa in un bellissimo ridotto piccolo locale ancora nella vecchia Palermo più suggestiva e bella, quella salita dei Giudici che evoca sereni momenti di fuga dal tempo. La storia del nome ha origine da un orto urbano condiviso dai tre, che con orto vogliono rimandare a ciò che è naturale, familiare, accogliente, è storto per alternativo non convenzionale. Il loro cimento comincia verso la tarda mattina e fra birre selezionate per le quattro spine, i caffè di qualità strabilianti, una mixologia fantasiosa, cibi gloriosi, sollecitazioni per tanto piacere con allegria e piacevolezza. La vecchia signora li guarda come a nipotini un poco scavezzacollo, un poco impertinenti, ma alla fine tanto cari.
Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci
Luppolo – L'Ottavo Nano
Via Daniele Manin, 36/38 – Palermo
Tel. 091 6123877
Extra hop
Via Vincenzo Cantavespri 15/17 – Palermo
tel. 091 7654880
Stout
Piazza Busacca, 3 – Palermo
Tel. 366 9350883
St’orto
Discesa dei Giudici, 36 – Palermo
tel. 091 2748549