di Alma Torretta, Bruxelles
Il Belgio ama molto non soltanto la birra e il vino, ma anche le gradazioni alcoliche più elevate. Lo ha dimostrato il successo della prima edizione del Belgian Whisky, Rhum & Spirits Festival a Bruxelles.
Pubblico di appassionati e curiosi numeroso e contento della larga scelta di prodotti disponibili, tanti pure i ristoratori e gli enotecari intervenuti. Un Salone specializzato in superalcolici che ancora mancava nella capitale europea e che ha debuttato con oltre 120 stand di produttori ed importatori di whisky, rhum, cognac, armagnac, calvados, gin, vodka, tequila, mezcal, saké e pure pisco, l’ultima moda, il distillato peruviano di mosto d’uva. La bella cornice scelta, il mezzanino del museo Autoworld al Parc du Cinquantenaire, ha contribuito a rendere imperdibile il salone, il biglietto d’ingresso comprendete anche la possibilità di ammirare tra le più antiche, belle ma anche futuristiche auto al mondo. L’Italia presente purtroppo solo con pochissime referenze quali le grappe della distilleria Bonollo ed un Amaretto.
Noi ci siamo concentrati sul gin che, come forse non tutti sanno, è nato proprio in quest’area d’Europa verso la metà del '600, nei Paesi Bassi che allora comprendevano anche il Belgio, per curare i soldati che si ammalavano della febbre delle Indie Orientali. Poi la diffusione in Inghilterra dove la sue produzione è decollata anche a seguito del divieto da parte di Guglielmo III di Orange nel 1690 d’importare distillati francesi.
Kalevava – Kalevala Navy Strength Distilled Gin 49° – Finlandia
Il gin che più ci è piaciuto e sorpreso per i suoi inusuali sentori vegetali. Dal nord della Finlandia, vicino al confine russo, una ricetta arrichita da topinambur e foglie di frutti di bosco, con sentori che ricordano quelli del carciofo, ma anche rosmarino e timo, potente (49°) e dalla persistenza intensa e lunghissima. E’ biologico certificato con tutti gli ingredienti provenienti rigorosamente dalla fattoria produttrice, compresa l’acqua. E’ un gin che piace molto a chi ama il whisky, ci ha raccontato il suo importatore per il Belgio, Lode Snykers, che ha guidato al Festival una delle due masterclass dedicate al gin. Essendo talmente particolare, è da godere puro, al massimo con un’acqua tonica molto neutra.
The Taste of Nature – Austria Alpine Gin 40° – Austria
Dalle Alpi austriache, portato a gradazione voluta con l’acqua purissima del vicino ghiacciaio, un gin considerato di stile moderno e giovane, fresco ed energetico, che il suo importatore in Belgio giura che va letteralmente a ruba. Il suo “botanical” è caratterizzato dalla presenza di zenzero e bacche di Goji, sorprende anche per insoliti sentori di lavanda, è persistente ma in modo sottile, a nostro giudizio da bere puro è un po’ stucchevole, più interessante con aggiunta fresca di lime o ginger e per cocktail a base di bollicine.
Dianium Spirits – Ertla Premium Mango Gin 37,5° – Spagna
In questa distilleria artigianale non aggiungono estratti di frutti alla fine del processo di distillazione, o peggio additivi, ma vera frutta all’inizio della procedura e la differenza si sente: se nel primo caso, infatti, i sentori fruttati evaporano rapidamente, in questo gin accompagnano elegantemente l’assaggio sino alla fine. Il mango è ben identificabile ma non monocorde o troppo dominante, in un un gin fruttato e speziato insieme, ideale per l’estate. Oltre al ginepro e al mango, tra i suoi componenti anche Angelica, cardamomo e scorza di limone. L’ azienda, che è stata la prima al mondo a produrre gin al mango, produce anche un gin alla fragola da provare assolutamente in abbinamento a cioccolato nero.
Destilaria Levira – Adamus 44,4° – Portogallo
Un gin ottenuto partendo da alcol d’uva della varietà Barraira e di straordinaria complessità: sia al naso che all’assaggio la nota dominante è quella della scorza d’arancia candita, ma al gusto questo gin rivela anche un inaspettato corpo e finale dai sentori marcatamente di macchia mediterranei in cui si distingue una delicata salvia. Tra gli ingredienti, anche l’ibiscus e la menta. Data la preziosità e particolarità del prodotto, la bottiglia è arricchita da un grande sovratappo ricavato da un unico pezzo di sughero, in omaggio al fatto che la zona di produzione è anche una delle più famose al mondo per sughereti di alta qualità.
Brussels Dry Gin – Belgian Rules 37,5° – Belgium
Nella città di Bruxelles non solo si produce ancora birra, ma si è ricominciato a produrre pure gin. Una volta, infatti, nella capitale belga c’erano una dozzina di distilleria, nel tempo tutte chiuse, ma si trova ancora il ginepro. Una sola marca al momento, Brussels Dry Gin, che produce per adesso solo un gin piuttosto classico, moderato in alcol (37,5°) e prevalenti i toni del ginepro, solo leggermente agrumato, buono da bere puro o per gin tonic, ma sopratutto ideale come base piuttosto neutra per cocktails. Lo produce Philippe Mercier, cofondatore della distilleria Le Manoir de l’Alchimiste che per far rinascere il gin di Bruxelles ha lanciato pure una campagna di crowdfunding. Ma, dato il successo del gin anche nella capitale belga, non è difficile prevedere che qualcun altro presto seguirà il suo esempio.