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L'iniziativa

Presentato il progetto “Il Tasso alcolico”: 10 birrifici italiani produrranno birre esclusive

17 Maggio 2018
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(Kuaska e Mauro Ricci con uno dei birrai selezionati)

di Manuela Zanni

I progetti possono nascere da esigenze particolari, problemi specifici ma anche dalla voglia di un gruppo di amici di trovare nuovi stimoli alle proprie motivazioni.

Gli amici in questione sono Matteo Buldrini e Gabriele Rampinini e Corrado Vita, proprietari del locale il Barbaresco di Legnano in provincia di Milano e il progetto si chiama “Il Tasso Alcolico”.  L'occasione per raccontarlo è stata offerta dalla presentazione di Mauro Ricci, che ne è uno dei curatori, della nuova “Guida alle birre d’Italia” di SlowFood giunta alla sua sesta edizione, di cui abbiamo già parlato qui, diventata punto di riferimento per tutti gli appassionati della bevanda più antica e diffusa al mondo. Il progetto ” Il tasso alcolico” è nato dalla riflessione dei i tre soci del Barbaresco riguardo al fatto che molti recenti tentativi di introdurre delle novità nel panorama birrario, si siano troppo spesso concretizzati in esperimenti non degni di nota. Onde evitare che questa consapevolezza finisse per essere la solita lamentela sterile, i tre amici hanno pensato di coinvolgere i migliori produttori esistenti, convincendoli a produrre birre esclusive e fuori dagli schemi, di uno stile diverso da quelle per cui sono famosi. 

L'unica persona titolata a decidere chi fossero i migliori produttori italiani, attribuendo ad ognuno di loro uno stile o una ricetta da realizzare, è stata individuata, senza il minimo sforzo, in Lorenzo Dabove, Kuaska per gli amici, il guru dei beerlover di origini liguri, fondatore del “Kuaska Instituut”. Sono stati così selezionati dieci birrifici di tutta Italia, in particolare in Lombardia, Piemonte Toscana, Liguria e Marche cui si aggiungeranno, a breve, due “new entry” provenienti da Campania e Sicilia. Al contempo sono stati selezionati una trentina di locali che potranno distribuire tutte o alcune delle birre di nuova creazione. Tra i criteri di selezione dei birrifici vi è la produzione di birra alla spina ad eccezione di una “Barley Wine” la cui tipologia necessita di bottiglia. I fattori chiave del successo che sta riscontrando l'iniziativa sono da ricondursi, oltre al carisma di una personalità come Kuaska che rappresenta già di per sé un bel biglietto da visita, anche per la sua originalità nonché per lo stimolo che rappresenta l'idea che  questo “marchio di qualità” diventi un punto di incontro, confronto e condivisione. “Il nostro auspicio è quello di creare un campo di sperimentazione, dove la genialità e l’estro dei migliori mastri birrai – ha spiegato Kuaska – possano tradursi in un’occasione di crescita per l’intero mondo della birra artigianale”.