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L'iniziativa

Olio alimento fondamentale per la nostra dieta: “Ma in Italia si investe poco sulla ricerca”

29 Marzo 2018
Gabriele_Riccardi Gabriele_Riccardi


(Gabriele Riccardi)

di Michele Pizzillo, Milano

L’olio extravergine di oliva è la colonna portante della dieta mediterranea. Concetto risaputo e, positivamente ripetuto a iosa ogni qualvolta il discorso cade su questo importante alimento.

Però, in occasione dell’evento “Spazio nutrizione. La filiera della sana alimentazione” organizzata a Milano dall’Università statale, si è appreso che da noi l’investimento in ricerca e sviluppo è dell’1,29% del pil (prodotto interno lordo) contro il 2,03% degli altri Paesi dell’Unione Europea. Quindi? Deve intervenire il privato per portare avanti ricerche magari in settori particolari. E, la riprova si è avuto proprio a Milano, durante i lavori di “Spazio nutrizione”, perché in questo prestigioso evento scientifico, l’Istituto nutrizionale Carapelli (Inc), organizzazione senza scopo di lucro creata nel 2001 per sostenere progetti di ricerca scientifica, con focus sul benessere e sulle abitudini alimentari, ha presentato gli obiettivi su cui sta lavorando per contribuire alla conoscenza dell’olio extravergine di oliva e al benessere dei consumatori. Intanto l’Inc ha portato a Milano un luminare della medicina, Gabriele Riccardi, professore ordinario di endocrinologia e malattie del metabolismo dell’Università Federico II di Napoli nonché specialista della nutrizione umana, per raccontare la Dieta Mediterranea con una Lectio Magistralis – introdotta da un’altra indiscussa autorità scientifica nazionale e internazionale nell'ambito della nutrizione, Michele Carruba -, che ha affascinato il pubblico presente in sala, abbastanza eterogeneo tra specialisti e appassionati di olio extra vergine di oliva “uno dei pilastri della dieta mediterranea che rappresenta un presidio per prevenire le malattie tipiche della società del benessere che impattano negativamente sulla duratura e la qualità della vita della popolazione”. Inoltre, dice il prof. Riccardi “il modello alimentare mediterraneo rappresenta anche una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, perché gli alimenti che lo caratterizzano, prevalentemente di origine vegetale, hanno un basso impatto ecologico”. 

Però, oggi, la dieta mediterranea va ripensata “adottandola alle mutate condizioni sociali, visto che limitano il tempo disponibile per la preparazione del cibo e portano a consumare i pasti sempre più spesso fuori casa – dice il luminare napoletano -. A queste nuove esigenze devono far fronte l’industria alimentare e la ristorazione collettiva rendendo disponibili alimenti pronti o facile da realizzare disegnati sulla base del modello mediterraneo tradizionale ma al tempo stesso interessanti sotto il profilo gastronomico e, quindi, graditi al consumatore”.  In questo contesto si inserisce l’Istituto Nutrizionale Carapelli, che ha già deciso un investimento di 200 mila euro per i progetti di ricerca affidati a cinque università italiane: “Rappresenta l’inizio di un percorso virtuoso basato sulla competizione del saper fare, in cui l’Inc svilupperà le ricerche i cui risultati – in quanto onlus – diventeranno patrimonio condiviso per la comunità scientifica e saranno divulgati ai consumatori che vorranno essere consapevoli”, sottolinea Anna Cane, direttore di corporate quality e scientific & regulatory affairs del Gruppo Deoleo che oltre a Carapelli, ha in portafoglio anche Bertolli e Sasso.

Qualche esempio pratico dell’effetto delle ricerche in corso? Implementare nuove tecnologie in frantoio capaci di massimizzare la quantità, con la novità di migliorare insieme anche la qualità, potrà far arrivare sullo scaffale dei prodotti migliori e ad un costo accessibile. Ma “i campi di applicazione delle attività dell’Istituto Nutrizionale Carapelli onlus sono davvero numerosissimi – spiega il presidente del comitato scientifico dell’istituto, Michele Carruba -. Si spazia dal microbiota intestinale (ovvero la flora batterica intestinale) fino all’effetto benefico dell’olio evo sulla glicemia e sul metabolismo”. Siamo arrivati a scoprire il segreto della longevità? “La scienza lo ha dimostrato: l’olio extravergine di oliva fa parte di questa “ricetta” di lunga vita. E’ uno degli approfondimenti che ha fatto il nostro Istituto – sostiene Carruba -. Come hanno dimostrato gli studi scientifici, la semplice implementazione di due delle scelte alimentari della Dieta Mediterranea tradizionale si associano ad un calo della mortalità del 20% rispetto a tutte le cause di decesso”. Per approfondire queste ricerche, l’Istituto Nutrizionale Carapelli onlus ha coinvolto gli Atenei di Milano, Padova, Perugia, Firenze, Federico II di Napoli e Bari, e finanziato ricerche scientifiche nel settore dell’olio di oliva oltre ad occuparsi di divulgazione, sul piano educativo e culturale, della corretta alimentazione.