Il Gavi Docg compie vent'anni e festeggia in grande stile con la degustazione “Tutto il Gavi a Milano”, a Palazzo Giureconsulti.
Nel 1998 il bianco prodotto nelle colline del Piemonte che scendono verso il mar ligure – prima conosciuto come Cortese di Gavi – ottiene la denominazione e abbandona il termine Cortese a favore della sola parola Gavi. Una scelta identitaria che lega indissolubilmente il vino a quel territorio. Per l'occasione del ventennale il Consorzio Tutela del Gavi, oltre a presentare i vini dell'annata 2017, racconta gli ultimi anni attraverso venti vini di dieci diverse annate, andando “à robours” fino al 2007. Un modo per sfatare il mito del bianco piemontese che va bevuto giovane. Il Consorzio Tutela del Gavi, in cui sono compresi 11 comuni piemontesi, si fa garante del suo prodotto e, come spiega il presidente Maurizio Montobbi, “cerca per ogni annata il Gavi più tipico, che diventa la nostra etichetta istituzionale”. “Alcuni produttori si avventurano in note più speziate o di legni, che funzionano molto bene in alcuni mercati ma si allontanano dalla tipicità – aggiunge -. Noi cerchiamo di avere un punto di riferimento per la denominazione di come dovrebbe essere il Gavi tipico”.
Nel panorama del turismo enogastronmico, il bianco piemontese può essere anche un traino per rilanciare i suoi territori come una nuova meta turistica: per questo tra le iniziative organizzate dal consorzio c'è anche Gavi for Arts, una tre giorni nell'ultimo week di maggio dedicata alla scoperta del territorio. I festeggiamenti proseguiranno anche con l'assegnazione del Premio Gavi La Buona Italia, che ha l'obiettivo di riconoscere le buone pratiche aziendali nella valorizzazione dell'intera filiera enogastronomica.
C.d.G.