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Vinitaly 2018

La Lombardia presenta il suo Vinitaly 2018. Maroni e Fava salutano: “Continuare così”

27 Febbraio 2018
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(Gianni Bruno, Gianni Fava, Roberto Maroni, Daniele Riva, Attilio Barbieri)

di Michele Pizzillo, Milano

Oltre che padiglione da record, quello che la Lombardia allestirà alla edizione numero 52 del Vinitaly di Verona, in programma dal 15 al 18 aprile, sarà anche il padiglione del biologico, hanno detto Roberto Maroni e Gianni Fava, rispettivamente presidente della Regione e assessore alle attività agricole, nel tradizionale appuntamento per anticipare come la Lombardia si presenterà al più importante appuntamento del mondo vitivinicolo non solo italiano.

La collettiva lombarda, tra le prime per numero di espositori, occuperà uno spazio di 8.500 metri quadrati complessivi, di cui circa 4.000 allestiti, che saranno occupati da 200 espositori, mentre nel “salotto buono” al primo piano del PalaExpo, usualmente riservato alla regione Lombardia, buyer, operatori e giornalisti specializzati troveranno circa 2 mila etichette in degustazione. “E qui la varietà di un territorio caratterizzato da montagne, colline, pianura e grandi laghi sarà ben rappresentata anche in termini di biodiversità”, ha detto il presidente Maroni. Con Fava che ha aggiunto: “Il tema della biodiversità è molto sentito, così come quello del territorio. Pur non essendo il primo bacino in termini di produzione il nostro è il territorio più specializzato e in costante crescita grazie alla riscoperta e alla reintroduzione di varietà autoctone molte preziose. Un inarrestabile incremento delle superfici vitivinicole coltivate secondo i dettami dell'agricoltura biologica: dai 908 ettari del 2010 ai 1.751 del 2017. E, a coronamento di questo trend, per il premio Cangrande che Vinitaly assegna ai benemeriti della viticoltura, abbiamo proposto la prima azienda che ha fatto il biologico in Franciacorta, Barone Pizzini”. E', quindi, un biglietto da visita decisamente green quello con cui le aziende vitivinicole lombarde si presenteranno alla 52ª edizione di Vinitaly 2018, grazie alla valorizzazione di un territorio unico per varietà di climi, ambienti e terroir rappresenta infatti un carattere distintivo della viticoltura regionale. 

Però, ha detto Maroni, “le Regioni devono assumere maggiori responsabilità dirette nei rapporti con l'Unione europea, è l'unico modo per salvaguardare le nostre produzioni e sostenere le nostre imprese. Grazie all'ottimo lavoro dell'assessore all'Agricoltura, noi lo stiamo facendo, e con tante misure concrete. Tant’è vero che siamo la prima regione agricola d’Italia, oltre che una delle quattro regioni più importanti dell’Unione Europea”. Maroni e Fava, entrambi in uscita, nel senso che è la loro ultima esperienza rispettivamente alla presidenza e alla guida dell’assessorato all’agricoltura, visto che non hanno riproposto la candidatura per il rinnovo del Consiglio regionale, hanno giustamente sottolineato che la sfida è stata vinta, la qualità continua ad aumentare. “Il padiglione Lombardia resta il più ambito nonostante fino a qualche anno fa la reputazione dei vini lombardi non fosse la stessa di oggi. Vince la formula di un territorio che spinge per una comunicazione che non deve essere unica, il concetto di “vini di Lombardia” non era percorribile – ha sottolineato Fava – Ci sono tante declinazioni di un prodotto che si è dato un obiettivo, di mantenere un livello qualitativo molto alto, e di conseguenza, la reputazione”. Adesso la Lombardia è la regione al top per quel che riguarda la varietà di uve coltivate e riscoperte. Tant’è che i due prossimi ex amministratori regionali si possono dire orgogliosi di quello che hanno fatto per la viticoltura lombarda perché con 3.134 aziende (di cui 265 imprese giovanili e 781 imprese femminili) e “gli importanti risultarti raggiunti sui mercati esteri, il nostro di conferma un settore competitivo e in forte crescita – ha aggiunto Maroni – Spero che il mio successore continui su questa strada”. 

 E, così, Daniele Riva, vice presidente di Unioncamere Lombardia può affermare che “le nostre imprese hanno dimostrato di sapere coniugare una produzione di qualità con la valorizzazione delle peculiarità del territorio e con una visione futura del comparto, utile anche per conquistare quei mercati esteri, soprattutto del Nord Europa, in cui i prodotti biologici sono maggiormente ricercati . Non a caso i dati per i primi nove mesi del 2017 indicano per i vini lombardi un ulteriore incremento dell’export del 3,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2016. Come Sistema camerale l’obiettivo è continuare a garantire alle imprese quel supporto che in questi anni, anche grazie alla fruttuosa collaborazione con Regione Lombardia, ha contribuito a rafforzare la loro posizione sui mercati, dove l’aspirazione è quella di diventare un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale al pari di moda e design”. Seguendo la conferenza stampa coordinata dal giornalista Attilio Barbieri, abbiamo avuto l’impressione che il tradizionale appuntamento di presentazione del Padiglione Lombardia al Vinitaly, sia stato caratterizzato da un’atmosfera che in molti abbiamo ritenuto piuttosto triste. E, ancora più accentuato dall’assenza di alcune figure, come il vertice della Fiera di Verona, che nel passato hanno contribuito ad enfatizzare, e giustamente, l’importanza della Lombardia per il Vinitaly e, questa volta, si è fatto rappresentare dall’area manager wine&food di Veronafiere, Gianni Bruno. Avrà sicuramente inciso il fatto che i due maggiori protagonisti del rilancio delle settore vitivinicolo lombardo, Fava e Maroni, sono in uscita; però, ci è sembrato che non siano stati salutati come forse meriterebbero.