(Castiglione di Sicilia)
di Clara Minissale
Il versante nord dell’Etna rischia la paralisi e con lui, il mondo del vino, perché a Castigliane di Sicilia non si può costruire a causa delle norme restrittive del piano regolatore generale.
Sindaco e Consiglio comunale, subito dopo il loro insediamento, a giugno dello scorso anno, ci hanno provato a liberare il paese da questo prg zavorra ma una circolare della Regione ha nuovamente bloccato le pratiche di quanti vogliono costruire nuovi manufatti o ampliarne di vecchi. E così a Castigliane, in piena zona di espansione di vigneti e cantine, torna lo stop alle nuove concessioni edilizie. La complessa vicenda legata all’approvazione dello strumento urbanistico (ne parlavamo qui), risale allo scorso anno quando il Commissario nominato perché il Consiglio comunale aveva dichiarato l’incompatibilità, ha approvato, dopo un iter durato 24 anni, un Prg che, di fatto, sanciva il divieto di costruire o recuperare manufatti destinati alla produzione in tutto il territorio del piccolo comune alle pendici del vulcano.
“Appena insediati – spiega il sindaco Antonio Camarda – abbiamo provato a liberare il Comune da una clausola che ne bloccava lo sviluppo. Ci siamo avvalsi di una legge regionale, la 11 del 2015, che sanziona la mancata pubblicazione nel sito dell’Amministrazione degli atti del Prg. Ma gli uffici regionali, forse per eccesso di zelo, hanno chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato sull’applicazione di questa norma, chiedendoci poi di revocare le eventuali concessioni erogate nel frattempo. A metà gennaio scorso è arrivata una circolare della Regione rivolta a tutti i Comuni siciliani, ma di fatto siamo solo noi in questa condizione – specifica il primo cittadino – in cui si dice che in fatto di trasparenza prevale la norma nazionale su quella regionale e quindi abbiamo dovuto bloccare tutto”.
Cosa significhi per questo territorio, che comprende frazioni importantissime per il mondo del vino dell’Etna come Passopisciaro, Solicchiata, Rovittello, e dove diversi imprenditori hanno già pronti progetti e investimenti, è presto detto: “È la paralisi della nostra economia – dice il sindaco Camarda – perché si bloccano le possibilità di sviluppo non solo del mondo del vino ma anche di altre aziende interessate ad investire su questo territorio. Il Comune ha cercato di fare il possibile per sbloccare la situazione assumendosi oneri e responsabilità. Interloquiremo con gli assessorati regionali di competenza per capire il da farsi ma al momento, in via precauzionale, i nostri uffici hanno dovuto fermarsi”.