Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 126 del 13/08/2009

IL VINO SICILIANO NEL MONDO Miracoli americani

13 Agosto 2009
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IL VINO SICILIANO NEL MONDO

altLe bottiglie dell’Isola vendute quasi tutte negli Stati Uniti d’America. Ecco l’identikit del consumatore made in Usa

Miracoli americani

 Quasi tutta le bottiglie e buona parte del vino sfuso siciliano finiscono negli Stati Uniti d’America. I dati, gli ultimi a disposizione, dicono infatti che in dodici mesi la Sicilia ha esportato negli Usa 42.010 ettolitri di vino, per un valore che sfiora i tredici milioni di euro.


Per quanto riguarda l’imbottigliato, poi, la quasi totalità finisce oltreoceano. Cifre che fanno del Paese a stelle e strisce il quarto destinatario delle esportazioni di vino siciliano nel mondo in termini di quantità (prima vengono solo Gran Bretagna, Germania e Francia), terza piazza, invece, in termini di valore (dopo Germania e Gran Bretagna). Insomma il vino siciliano all’estero si beve sempre di più. Nel 2007 il fatturato del prodotto esportato nel mondo è stato di circa cento milioni di euro, con un incremento del 12 per cento rispetto all’anno precedente. Una voce importante del giro d’affari complessivo del vino in Sicilia, di poco superiore ai 705 milioni di euro. La maggior parte delle esportazioni, in termini di fatturato, si è indirizzata, appunto, verso Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera e Giappone e le vendite in questi cinque Paesi hanno superato i 57 milioni. In rapporto alla quantità esportata, il Giappone è preceduto in classifica da Francia, Canada e Svezia. Volendo analizzare i dati più nel dettaglio viene fuori che a primeggiare, neanche a dirlo, è la provincia di Trapani con il 37 per cento delle esportazioni, seguita da Palermo (24 per cento), Agrigento (16 per cento) e Caltanissetta (7 per cento). In alcuni casi, le aziende vinicole hanno visto aumentare del 90 per cento le richieste di prodotto dall’estero. Numeri in parziale controtendenza rispetto a quelli che arrivano dal resto d’Italia dove, complessivamente, è stata registrata una diminuzione in quantità ed un aumento in valore nel primo semestre del 2008, secondo quanto reso noto dall’Italian Wine & Food Institute. In ogni caso, in generale, il consumo di vino, negli Usa, continua a crescere (il 57% contro il 43% che si registrava fino al 2000). Inoltre l’aumento di bevitori di vino in America è influenzato dal fatto che bere vino è diventato un trend seguito dai giovani. Tanto che l’età media del consumatore si aggira sui 35 anni. “Impossibile trascurare il mercato statunitense – conferma Laurent Bernard de la Gatinais di Rapitalà che fa riferimento al Gruppo Giv -, soprattutto per i produttori siciliani. I consumatori americani hanno imparato che si può bere bene a prezzi accettabili e in questa fase il vino siciliano può giocare bene la sua partita. Indubbiamente – continua l’imprenditore – è un mercato vastissimo e molto complicato ma ciò non vuol dire che non si debba affrontare, anzi il nostro importatore negli Usa ha recentemente potenziato la propria struttura per essere ancor più competitivo”. Ma l’identikit del consumatore di vino made in Usa parla di donne, che tra l’altro costituiscono il 65% del mercato, spesso con redditi alti, che preferiscono il vino considerato una bevanda più sofisticata rispetto a cocktail, superalcolici o birra.
Ma il dato tutto positivo siciliano resta, tanto che l’Istituto regionale della Vite e del Vino ha deciso di aderire ancora al Vinitaly tour negli Stati Uniti che si svolgerà in autunno fra Chicago e San Francisco. Il primo appuntamento è per il 19 ottobre all’Hotel Continental della capitale del Midwest, Chicago, considerata una delle dieci città più influenti del mondo, nonché importante centro finanziario, industriale e uno dei maggiori centri fieristico-espositivi del pianeta. Non meno importante il secondo evento: 21 ottobre al Le Meridien di San Francisco, il cui stile di vita vicino a quello europeo ne fa una città di tendenza inoltre è la città statunitense più informata e ricettiva nel settore vinicolo.

Marco Volpe