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L'azienda

Cantine Pellegrino, 2018 tutto da bere: “Ma che Nero d’Avola. Il vino del futuro è il Grillo”

02 Febbraio 2018
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(Benedetto Renda)

di Giorgio Vaiana

Due nuovi vini, tante idee per la testa, soprattutto rivolte all'accoglienza dell'enoturista, la valorizzazione di un territorio, quello trapanese, per far scoprire che da queste parti c'è molto di più che il solo Marsala.

Benedetto Renda, Ad delle Cantine Pellegrino di Marsala, in provincia di Trapani, parla dei progetti futuri, analizza l'anno appena trascorso e si “butta” a capofitto sulle questioni politiche del mondo del vino siciliano, con la Doc Sicilia in testa. Renda dirige un'azienda importante del territorio, con 150 ettari di vigneto raggiunti dopo le ultime acquisizioni, un fatturato che è cresciuto di oltre l'11 per cento e cioè di oltre 1,3 milioni di euro, una produzione di 6,4 milioni di bottiglie e un export (la quota per ora si attesta al 40 per cento) che si sta espandendo soprattutto nel mercato asiatico (Corea, Giappone, Thailandia) in Nuova Zelanda e Stati Uniti, consolidando i mercati europei con la sorpresa Ucraina che è cresciuta a doppia cifra. C'è la voglia di produrre grandi vini. Per questo si punta tutto sulla selezione “Tenute di famiglia”, “un investimento fatto 3/4 anni fa – dice Renda – e che ci ha dato dei vini interessanti. C'è un grande lavoro all'origine sui vigneti e i risultati in bottiglia si vedono”. Renda è convinto che la Sicilia stia cavalcando un'onda da cui non deve cadere giù: “E credo che sia stato determinante l'apporto della Doc Sicilia a spingere il nostro brand nei mercati internazionali – spiega l'Ad – Noi siamo entrati a far parte del consorzio solo lo scorso anno, ma mai scelta fu più azzeccata. L'anno scorso si sono raggiunti risultati interessanti e che fanno ben sperare. La Doc, e ne sono convito, fa da traino all'immagine del vino siciliano. Perché i mercati internazionali sono diventati sempre più difficili”.

Già, perché se prima l'Italia aveva a che fare solo con i “cugini” francesi e spagnoli, adesso il mercato internazionale è invaso da altre decine di produttori: “Penso all'Australia, al Sudafrica, alla Nuova Zelanda, all'America, all'Argentina – dice Renda – produttori bravi e che producono buoni vini e che vogliono entrare a far parte di questo mercato. Magari spaccando anche i prezzi e vendendo ad un prezzo inferiore avendo costi di produzione nettamente più bassi dei nostri. Ecco che da soli, dunque, non possiamo farcela”. Anche perché il mercato interno dei vini italiani si sta un po' fossilizzando: “Questo diciamo che è dovuto al fatto che gli appassionati tendono sempre di più a bere vini che provengono dalla loro regione – dice Renda – e quindi è sempre più difficile imporre per esempio i nostri vini siciliani alla Toscana. Lì si berrà Chianti principalmente. Da un lato è una cosa bella che chi vive in una regione conosca i vini del proprio territorio, da un punto di vista commerciale no. Ecco perché tutti ci stiamo specializzando per occupare spazi all'estero. Gli spazi nelle altre regioni si stanno chiudendo e noi rischiamo di chiuderci nelle nostre case”. 

Quindi in Sicilia Nero d'Avola e Grillo: “Sono perplesso – dice Renda – Sul Nero d'Avola si sono fatti dei grandissimi errori di partenza. Abbiamo bruciato un immenso patrimonio ottenendo solo un fuoco di paglia. Il Nero d'Avola andava tutelato sin da subito. Sbagliato aver permesso l'imbottigliamento fuori dai nostri confini nazionali. Non si doveva aspettare così tanto tempo ed i controlli andavano previsti molto prima. Ora siamo molto in ritardo. E c'è chi è salito sul carro del vincitore adesso, abbassando i prezzi e sconvolgendo un mercato. E adesso questa cosa si è ritorta contro loro. Punto, invece, tutto sul Grillo, un vitigno di grandissima versatilità e di grande capacità di vinificazione. Penso che quest'uva avrà un grande futuro. Con il Grillo attaccheremo i mercati internazionali e potremo dire la nostra. Mi piace il Grillo, in tutte le sue versioni”. Serve però far conoscere le mille sfaccettature del Grillo agli appassionati: “Per questo puntiamo sull'enoturismo, ma non quello da una visita di mezza giornata – spiega Renda – Stiamo avviando dei contatti con degli operatori per fare in modo che gli enoturisti rimangano sul territorio per almeno due giorni. Qui ci sono troppe cose da vedere e da assaggiare. C'è il fascino della storia, il fascino delle botti e il fascino del Marsala. C'è un intero comprensorio trapanese da scoprire. I numeri raccontano di una crescita esponenziale. Solo noi abbiamo ricevuto lo scorso anno 30 mila persone. Ed i primi anni, quando abbiamo cominciato a fare accoglienza, non andavamo oltre 6/7 mila presenze all'anno. Numeri importanti. Questo grazie all'aeroporto di Trapani Birgi che ha portato un notevloe flusso di turisti stranieri nelle nostre città. Ora mi auguro che l'aeroporto non chiuda. E' fondamentale per la sopravvivenza di queste zone”. Ci vuole però un segnale forte della politica: “Già – dice Renda – La politica non mi è mai interessata e non vorrò mai far parte di questo mondo. Mi auguro però che il nuovo assessore all'agricoltura converga tutti gli sforzi sull'importanza dell'immagine del vino siciliano all'estero. Si deve investire tanto nei progetti di promozione e di comunicazione. Mi rendo conto che da questo punto di vista il vino siciliano è un po' carente”. 

Anno appena iniziato con tanti eventi dunque a cui partecipare: “Faremo cinque, sei fiere in tutto – dice Renda – Sicuramente VinExpo a Bordeaux e Vinitaly a Verona, poi abbiamo anche degli eventi a Merano, Napoli e Roma”. E ci svela due importanti novità per le Cantine Pellegrino: “Presenteremo quest'anno due nuovi vini biologici – dice – Uno sarà dedicato al mercato giovane, un vino pronto che debutterà nei wine-bar per un pubblico definilamolo Millennial. L'altro sarà una selezione di Grillo, fatto con uve che provengono da un nostro vigneto di oltre 35 anni ad alberello. Sarà un vino molto particolare, ma molto interessante”.