IL DIBATTITO
Scaduto il termine per la presentazione dei documenti ma c’è ancora tempo per limitare l’imbottigliamento alla zona di produzione
Doc Sicilia,
partita
ancora aperta
Anche se il termine è scaduto, non è ancora giunto il momento di dire la parola fine sulla vicenda Doc Sicilia. La partita è tutt’altro che chiusa, per almeno due motivi.
Innanzitutto perché le firme dei produttori raccolte fino a questo momento sono 23 mila, un dato che rappresenta quel 35 per cento della superficie regionale iscritta ad Igt Sicilia, sufficiente al proseguimento dell’iter ma non all’inserimento nel disciplinare di limitazioni riguardante la zona di imbottigliamento. Insomma chiunque potrà imbottigliare uve siciliane, ovunque, scrivendo in etichetta Doc Sicilia. In realtà la possibilità che si raccolgano le firme dei produttori viticoli che rappresentino il 66 per cento (circa 45 mila ettari) della attuale superficie Igt, non è del tutto esclusa. Se dovesse essere raggiunto questo ulteriore obiettivo verrebbe inserita nel disciplinare, all’articolo 5, la limitazione dell’imbottigliamento in zona di produzione (cioè il territorio regionale) con le deroghe quinquennali secondo le previsioni della legge nazionale.
È vero, il 31 luglio, “dead line” per la presentazione dell’incartamento a Roma, è già passato e i documenti sono stati regolarmente inviati, anche se la conta delle firme non è stata ultimata. Probabilmente al ritorno dalle ferie i funzionari del Comitato interministeriale che esamina le domande chiederanno dei chiarimenti, fino ad allora ci sarà tempo per raggranellare qualche altro ettaro.
L’altra metà della partita si gioca su un fronte meno tecnico e probabilmente più politico, dato che il neo assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino, non ha chiarito il suo punto di vista sulla Doc unica. Sembra abbia detto che “la promozione e il rafforzamento del comparto vitivinicolo dell’Isola non può passare soltanto per la Doc Sicilia”.
Marco Volpe