di Mauro Ricci
La birra che abbiamo scelto questa settimana è la “Veleno” del birrificio Ingargiola di Mazara del Vallo, una session ipa, con un solo luppolo (single Hop).
A Sergio Ingargiola birraio, l’idea di fare impresa con la produzione della birra gli si consolida in testa e nel suo animo nel 2014: dopo avere conseguito la laurea in lingue e cercato opportunità di lavoro senza successo ed essendo poco disposto a cercare altrove dove creare il suo futuro, decide di sfruttare a questo scopo la sua passione, nata da qualche anno, l’homebrewing, la produzione di birra in casa. La vicenda di Sergio è la dimostrazione che la passione, l’amore per la propria terra, per il proprio mondo, la comunità che ti ha visto nascere e crescere, possono spingere una persona a tentare vie inesplorate con iniziative e imprese di notevole soddisfazione e qualità. Sergio nel 2006 si iscrive all’università e comincia a conoscere il mondo della birra, si appassiona e il passo a produrre la birra in casa diventa naturale, entra così a far parte di fatto e a “militare” nelle schiere degli “homebrewer”, movimento in quegli anni in grande crescita. Appena cominciato questo “gioco”, “quasi subito – dice Sergio – mi è balenata in mente la fatidica domanda che tutti gli homebrewer almeno una volta nella vita si pongono: e se ne facessi oggetto del mio lavoro?. Per anni mi sono trovato a reprimere questa voglia di creare un birrificio tutto mio”. L’incertezza a fare il grande passo nasceva dalla consapevolezza degli investimenti impegnativi che erano richiesti e dei conseguenti rischi di impresa, che per un ragazzo agli inizi e privo di mezzi propri erano un ostacolo non facile da affrontare. A questo si aggiungeva la preoccupazione che fosse un pensiero un poco folle dovuto magari all’entusiasmo per una cotta riuscita bene, “finchè un bel giorno – racconta Sergio – preso il coraggio a quattro mani, ho costruito un business plan, ho presentato una richiesta di finanziamento e, dopo peripezie e farraginosità burocratiche, nel novembre del 2015 la prima cotta di “crapa”, la prima birra della nuova impresa era pronta per lasciare il Birrificio Ingargiola.
(Sergio Ingargiola)
La scelta dell’impianto è un compromesso fra potenzialità produttive,120 litri a cotta e di buoni volumi di prodotto con la possibilità di concatenare più cotte creando quindi un ciclo continuo, che si ottiene con tini dedicati per le singole fasi produttive, (ammostamento, filtraggio, sparging, bollitura, centrifuga) e un analogo supporto in cantina con fermentatori per cotte quadruple, doppie e sperimentali. La filosofia produttiva mira a proporre birre molto semplici, ma di carattere, in cui non intervengano elementi accessori, ma solo acqua, orzo, luppolo e lievito non precludendosi la possibilità di evolvere in futuro verso altre scelte, comunque sempre orientate a una semplicità di fondo dove il risultato sia principalmente dato da sapienza costruttiva, che esalta la personalità del birraio, piuttosto che sovrabbondanza di componenti o funambolismi produttivi. Oggi le birre in proposta sono sei tutte giocate con finezza su quelle caratterizzazioni che, nell’uso del luppolo trovano una delle espressioni più interessanti, tutte di facile bevuta in cui la leggerezza della struttura si accompagna a una finezza di profumi aromi sapori spesso ottenuti da scelte minimali, ma di gradevole efficacia. Ad esempio ricorre spesso l’utilizzo di un solo luppolo, su ispirazione anglosassone e oggi pratica di altri birrai delle nuove generazioni.
Anche la Veleno segue questa impostazione. Il nome è una chiara provocazione che gioca sull’accostamento amaro/veleno, sebbene sia ben lontana dalle birre che considero “estreme” in tal senso. Infatti con i suoi 40 Ibu ci troviamo sul punto basso dell’ambito, o intervallo di amaro che definisce lo stile. Questa birra nasce da una grande, smodata passione di Sergio per il luppolo che si incontra con l'idea di creare birre semplici, leggere, fresche, dissetanti, birre “sessionable” secondo una definizione statunitense, una birra adatta a ogni momento della giornata, che si possa bere allegramente in discrete quantità senza stordirsi, con un livello alcolico contenuto, adatta a momenti di distensione per quattro chiacchere con gli amici, molto adatta a momenti di socializzazione.
La birra versata nel bicchiere mostra una bella schiuma bianca di grana media di discreta persistenza; il liquido sotto la schiuma è di un bel colore ambrato leggermente velato. I profumi e gli aromi ricordano frutti tropicali con sentori balsamici e leggero alcol. La bevuta è facile, scorrevole, buon equilibrio fra malti e alcol con luppolo che accompagna il sorso per tutta la bevuta, facilitata da un corpo esile con un amaro prevalente deciso, note citrico-tropicali che nell’insieme la rendono pericolosamente beverina. Sergio si ritiene soddisfatto di questo risultato, soprattutto perchè certificato da un riscontro positivo del mercato che, in questa fase di avviamento dell’attività, viene a chiedere il prodotto spontaneamente, fatto positivo viste le ancora modeste capacità promozionali dell’impresa dove l’imprenditore è l’uomo orchestra dalla produzione alla vendita al marketing all’immagine alla comunicazione. Il successo ottenuto complessivamente è l’indice della qualità alta del prodotto e della linea della proposta che comunque è continuamente oggetto di cure migliorative,in una prospettiva di promettente crescita aziendale.
Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci
Birrificio Ingargiola
Via Monte Vettore, 5 – Mazara del Vallo (Tp)
333 5072480
www.birraingargiola.com